domenica 16 febbraio 2003








Many years ago, molti anni fa, quando abitavo ancora a Poppi, non erano infrequenti delle puntatine su Arezzo. Un giorno mi capitò di vedere un uomo vestito in maniera strana, fermo all'angolo tra Via Roma e Piazza Guido Monaco. Siccome a quei tempi non c'era ancora la L.180 che ha chiuso i manicomi, mi sembrò così strano vedere un matto in libertà e ne cercai la spiegazione. "Quell'uomo sta aspettando il figlio che è partito per la guerra e non è più tornato". Probabilmente quello è il posto da cui lo aveva visto partire l'ultima volta, trent'anni prima.. Ho chiesto conferma a Stefano della cosa: " Sì, lo ricordo anch'io, arrivava con una vecchia bicicletta, vestito in modo trasandato e aspettava per ore". Se qualcuno che legge ne sa qualcosa di più gradirei che me ne facesse parola.


A few years ago, pochi anni fa, mi trovavo in visita di istruzione con le assistenti sociali del mio quartiere presso una casa di riposo per anziani "non autosufficienti", in località La Vallina, comune di Bagno a Ripoli (FI). Tanti ricoverati, più donne che uomini, edificio pulito, ben funzionante, fornito di infermeria con la disponibilità della guardia medica quando richiesta. Nel fare il giro dei locali e delle camere, mi sono trovato in una di queste ultime alla presenza di una coppia di anziani, ambedue non autosufficienti. "Finché abbiamo potuto, ci siamo aiutati l'un l'altro; da due anni siamo qui perché lui è peggiorato e anch'io non ho più le forze..." - E quello? - domandai indicando la fotografia di un giovane soldato, messa sul tavolino in bella evidenza.

- Se c'era lui, noi non s'era qui. Il nostro figlio unico. E' partito militare in guerra e non è più tornato. -

L'espressione di quegli occhi s'è marchiata a fuoco nel mio cervello. Umanità umiliata e offesa, sconfitta più che rassegnata. Se fossi Umberto Saba lo direi con i versi della capra dal viso semita.


Ma perché scrivo questo? Proviamo a rileggere le statistiche della seconda guerra mondiale (v. sotto , a Mors tua):

Perdite umane: 55.317.000, cinquantacinque milioni trecentodiciassette mila. Prendete nota del lessico usato: perdite umane. Ne riparliamo un'altra volta. Ora voglio solo fare una riflessione e cioè che per ogni "caduto", altro termine convenzionale, rimane almeno un non caduto che va via di testa, che soffre le pene dell'inferno, insomma che rimane piagato dentro in maniera irreversibile. E fa una vita che non è vita. Insomma è morto dentro. E siamo a 110.634.000, centodiecimilioni e spiccioli.

Io penso che gli USA attaccheranno, dubito che l'ONU resista al ricatto del suo affittuario e padrone di casa, non so se il governo francese ce la farà a resistere, ma ho come un presentimento (una speranza): in Europa siamo ancora milioni di non caduti dai capelli bianchi, in Italia più di tutti, viste le ultime statistiche demografiche; siamo come vaccinati contro la piaga della guerra, sia come strumento di offesa, sia come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Se con noi si mettono tutte le donne e la grande maggioranza dei giovani beh, chi lo sa: potremmo vedere cadere ad uno ad uno tutti i governi che si fossero buttati nell'ultima ed ennesima guerra lampo.

Quando Mussolini la dichiarò era sicuro che con poche centinaia di morti, nel giro di due settimane avrebbe fatto sue "Nizza, Savoia, Corsica fatal, roma baluardo di romanità", come diceva la canzone che chi scrive ha cantato in coro alle elementari.

"Abbiamo calcolato che perderemo tra i mille e i duemila uomini, nel più favorevole degli scenari. Nella peggiore delle ipotesi il numero potrebbe oscillare tra le quattro e cinquemila vittime" (La Repubblica di oggi, pg14, citando fonte ufficiale americana).



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