domenica 2 febbraio 2003

Quando facevo la seconda media, nel 1945.


Fedro, contemporaneo di Gesù Cristo, morto un po' più vecchio.

I.                    Lupus et agnus
Ad rivum eundem lupus et agnus venerant,
siti compulsi. Superior stabat lupus,
longeque inferior agnus. Tunc fauce improba
latro incitatus iurgii causam intulit;
'Cur' inquit 'turbulentam fecisti mihi
aquam bibenti?' Laniger contra timens
'Qui possum, quaeso, facere quod quereris, lupe?
A te decurrit ad meos haustus liquor'.
Repulsus ille veritatis viribus
'Ante hos sex menses male' ait 'dixisti mihi'.
Respondit agnus 'Equidem natus non eram'.
'Pater hercle tuus' ille inquit 'male dixit mihi';
atque ita correptum lacerat iniusta nece.
Haec propter illos scripta est homines fabula
qui fictis causis innocentes opprimunt


1. Il lupo e l'agnello.
Allo stesso ruscello il lupo e l'agnello erano giunti,
spinti dalla sete. Più in alto stava il lupo,
e molto più in basso l'agnello. Allora l'assassino
spinto dalla malvagia bocca offrì il motivo di lite;
"Perché, disse, facesti torbida l'acqua
a me che bevo?„ Il lanuto di rimando temendo
"Come posso, prego, fare ciò che lamenti, lupo?
Da te il liquido scorre ai miei sorsi".
Respinto quello dalle forze della verità
„Prima di questi sei mesi, soggiunse, dicesti male di me."
Rispose l'agnello „Veramente non ero nato".
"Tuo padre, per ercole, egli riprese, disse male di me";
E così presolo lo sbrana con ingiusto massacro.
Questa favola fu scritta per quegli uomini
che con finti motivi opprimono gli innocenti

  


 

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