venerdì 10 ottobre 2003







 


Il ponte di Leonardo


In questi primi giorni di ottobre, splendidi di luce autunnale, approfitto del fatto di trovarmi in Arezzo, per una vacanza non prevista, e mi diverto a far passeggiate a piedi o in bicicletta o macchina per vedere quella che io chiamo l’Italia minore: città minori, piccoli musei, località nascoste, natura viva (quella morta è in mostra a Firenze, palazzi Strozzi, da vedere). E’ così che mi son fatto indicare la strada da Loriana e in poco meno di mezz’ora, partendo da Arezzo, mi son trovato a Ponte Buriano, frazione del comune di Arezzo, a pochi passi da Castiglion Fibocchi, versante Valdarno, e non lontano da Capolona, versante Casentino (sempre Arno è). Quindi più o meno là dove l’Arno volge disdegnoso il muso da Arezzo per puntare, non verso Roma, come fa il Tevere, ma verso Firenze. La località porta il nome di Setteponti e ho capito perché: le arcate di questo lungo ponte romanico sono 7. E’il ponte che Leonardo ha messo come sfondo dietro la Gioconda. In effetti Leonardo conosceva a menadito tutto il corso del fiume, particolarmente questa zona, come dimostrano le carte topografiche da lui disegnate ed esposte in questi giorni al Palazzo Comunale di Arezzo.
La giornata serena, i colori dell’autunno, la collina toscana, mi hanno richiamato naturalmente ai colori dei grandi pittori, che ho cercato di emulare con la macchinetta digitale che, dobbiamo, ammetterlo, fa miracoli. Appena posso pubblicherò almeno una foto del ponte di Leonardo visto da Barbabianca addì 7 di ottobre del 2003. Mentre ero immerso nei pensier contemplativi, appoggiato alle spalliere dugentesche del ponte (c’è passato anche Dante, a cavallo o sul mulo), i miei occhi sono caduti su una piccola lapide, seminascosta a co’ del ponte, lato Nord:
“2nd LOTHIANS AND BORDER HORSE, Ponte Buriano, 15 luglio 1944, posto dai reduci dell’azione del 16 luglio 1944”.
Improvvisamente sono riemersi i miei ricordi di allora, tedeschi e partigiani, il crepitio della mitraglia e delle pistolen machinen, il sibilo prolungato delle scheggie di aereo che fendono l’aria, il bombardamento di Arezzo, la mamma di Lando, compagno delle elementari, esposta cadavere il giorno dopo…
Oggi, 9 ottobre, sono stato alla biblioteca ad Arezzo e ho consultato il fascicolo su “la vicenda bellica di Ponte Buriano” di Enzo Droandi: il ponte era stato minato dai tedeschi con 48 mine; al momento di farle saltare il comando ritarda l’operazione perché ci sono ancora 6 carri armati del generale Rodt comandante la 15° panzer granatieri che non hanno ancora oltrepassato l’Arno (in direzione Nord); in questo frattempo sopraggiunge il 2nd Lothians and Border Horse, Reggimento corazzato britannico, Squadrone C ed il ponte è salvo: la Gioconda rimane tale e continua a sorridere, un po’ mefistofelica.
Nota sulla Biblioteca pubblica di Arezzo: vale la pena entrarci per ammirare il palazzo medioevale. In questi giorni vengono esposti manoscritti e incunaboli antichi riguardanti il Petrarca, in calce a un convegno in corso su di lui, nato a 2 passi in via dell’Orto, poco sotto il Duomo, nel luglio del 1304. L’anno prossimo festeggiamenti per il centenario.
Nota 2: nel 1304 Dante, esule in Casentino, era ad Arezzo per farsi imprestare da un Notaio aretino 12 fiorini d’oro, essendo garante il fratello Francesco, residente a Firenze e non sottoposto a condanne. Passando da via dell'Orto, molto probabile, Dante ha sentito i vagiti di Petrarchino, chi lo sa.


v. Foto

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