domenica 25 dicembre 2005


Dal Casentino oggi innevato. Ma sempre suggestivo.


I miei auguri per il 2006


Stanotte ho sognato:


- Grillo presidente dei giornalisti italiani
- i bersaglieri e loro comandanti a casa
  insieme ai nostri attuali "dipendenti"
- 18 marzo nelle piazze del mondo
con la bandiera dei nostri cuori:
sette colori, mille sapori, zero dolori.

venerdì 23 dicembre 2005

Che giornata ragazzi

il 23 dicembre al Corno alle Scale: clima primaverile con neve invernale, alpina. Succede di rado. Con gli sherpa storici Piero (Caramelli) e Luciano (il Papini), e con il grande Bellacci ritrovati insieme dopo tanti anni. Compagni di merenda ormai quasi fissi Lucignolo (il Martini) e Simone. Un sestetto ben assortito.
La strada Firenze, Pistoia, Porretta Terme, Silla, Lizzano Belvedere, Vidiciatico, Madonna dell'Acero, Corno alle scale percorsa in due orette di macchina passate a studiare il funzionamento del satellitare di Simone.  Un giocattolo in più per far contenti noi vecchi che non abbiamo mai smesso di rimaner bambini. Ma non è solo un giocattolo; conosce davvero le strade, ti dà il nome, segnala i bivi...Per la verità ogni tanto va di fuori, quando parla. Sì perché parla. La cosa più fantastica quando all'arrivo dinanzi al cancello di ferro del giardino di Simone ti senti dire: "Sei arrivato". Parola. Divertite risate durante il viaggio quando il satellitare va in voce e, come avesse un ticchio, ogni tanto ci dice: "appena puoi  torna indietro".  Umorismo elettronico (o interferenze dell'antiterrorismo).


Il Corno è una stazione sciistica a me molto simpatica per i ricordi degli anni ottanta quando con lo sci club Yeti della XXV Aprile andavamo su la domenica - babbo, mamma, Michele e Simoncino con uno dei tre pulman in una festa di ragazzi e genitori sotto la guida del Papini e del Caramelli, organizzatori e guide, maestri di sci incomparabili, meglio dei professionisti, perché tutto il giorno a nostra disposizione e "agratis".


Il Corno alle scale è anche simpatico perché ti fa sciare con la metà dei soldi che ti chiedono all'Abetone; fa lo sconto a noi anziani, abbuona il 50% (cinquanta per cento!) agli studenti universitari e via e via.


Peccato che oggi venerdi fosse chiuso lo skilift del Cupolino; più peccato ancora che anni addietro abbiano dismesso gli impianti di val di Gorgo, che permettevano divagazioni ulteriori. Comunque gli emiliani sono un gran razza. Gli abetonesi hanno molto da imparare.


***Nota turistica:


 Per tutti gli studenti universitari, a seguito di presentazione del tesserino universitario, skipass giornaliero feriale ridotto (-50%) a 9,50 € anziché 19,00 € e sconto del 20% su qualsiasi tipo di soggiorno, in giorni feriali, in tutti gli Hotel del Consorzio Operatori Turistici del Corno alle Scale che aderiscono all'iniziativa e nel Bed&Breakfast "Villa Fedora".
- Ski pass gratuito per bambini fino a 6 anni compiuti, se accompagnati da sciatore pagante


Questo e altro lo trovi nel sito.  


Le foto qui. (Tag: neve)

giovedì 22 dicembre 2005


 Oggi è la sua festa


 Prima del Natale Cristiano  c'era la festa del Fuoco e del Sole, la festa della divinità della luce Mitra, perchè in questo periodo c'è il solstizio d'inverno, cioè dil giorno più corto dell'anno, e da questa data le giornate iniziano ad allungarsi. 
 
Nell'antica Roma dal 17 al 24 si festeggiavano i Saturnali in onore di Saturno, dio dell'agricoltura ed era un periodo dove si viveva in pace, si scambiavano i  doni,  venivano abbandonate le divisioni sociali e si facevano sontuosi banchetti. 
Tra i Celti invece si festeggiava il  solstizio d'inverno.

Nel  274 d.C.  l'imperatore Aureliano decise che il 25 dicembre si festeggiasse il Sole. E' da queste origini che risale la tradizione del ceppo natalizio, ceppo che nelle case doveva bruciare per 12 giorni consecutivi e doveva essere preferibilmente di quercia, un legno propiziatorio, e da come bruciava si presagiva come era l'anno futuro. Il ceppo natalizio  nei nostri giorni si è trasformato nelle luci e nelle candele che addobbano case, alberi, e strade.


Trovato qui


 Mitra, dio  indo-persiano  era stato partorito da una vergine, aveva dodici discepoli e veniva soprannominato “il Salvatore”.
Qui.


 Il libro sacro dello Zoroastrismo è l'Avesta, che include le parole originarie di Zarathustra, raccolte nei cinque inni detti Gatha. Il Mondo secondo lo Zoroastrismo deve attraversare tre ere: la creazione, il mondo presente, in cui il Bene e il Male si mescolano e si fronteggiano, l'era finale, in cui il Bene e il Male saranno separati e il Bene vincerà sul Male, grazie all'intervento di un Saoshyant ("Salvatore"), nato da una vergine della genia del profeta Zoroastro, che risorgerà dalla morte per essere giudice nel Giudizio Finale.
Zoroastro per primo predicò la resurrezione dei morti nel giorno del giudizio universale in cui l'uomo, al cospetto di Dio, deve rispondere delle sue buone e cattive azioni.
Qui


 Come dire: niente di nuovo sotto il sole.


Come dire anche che il Natale rimarrà sempre la più bella festa dell'anno, soprattutto per chi abita un po' distante dall'Equatore.


*** Nota astronomica



Il Sole è solo una dei 200 miliardi di stelle che formano la nostra Galassia, che a sua volta è solo una dei cento miliardi di galassie che popolano l'universo,


La nascita del Sole e del sistema solare avvenne circa 4,6 miliardi di anni fa, dalla condensazione e dal collasso gravitazionale di una nube galattica.
La vita di una comune stella è questa: nasce in una nube di gas, si sviluppa in un sole giallo, invecchia come gigante rossa e muore coome nana bianca.


Per quanto riguarda la fine del Sole, essa avverrà tra 5-6 miliardi di anni. Fino ad allora esso resterà una stella relativamente tranquilla ma, sul finire della sua esistenza, l'idrogeno nel suo nucleo comincerà a scarseggiare, sostituito dall'elio che si sta accumulando quale combusto della fusione nucleare.
A quel punto il nucleo del Sole, non sufficientemente sostenuto dal calore interno, subirà una contrazione fino a raggiungere le temperature di fusione dell'elio; contemporaneamente gli strati esterni si gonfieranno fino ad investire i pianeti interni (Terra compresa) ed a distruggerli.
La nostra stella sarà diventata una gigante rossa. Ad esaurimento dell'elio nel nucleo, dopo alcuni milioni di anni, il Sole andrà lentamente spegnendosi e contraendosi, sotto forma di una nana bianca che vagherà nello spazio come un relitto stellare.
Se ti piace l'astronomia segnati questo sito.

mercoledì 21 dicembre 2005

A

chi

ama

dormire

ma si sveglia

sempre di buon

umore. A chi saluta

ancora con un bacio. A

chi lavora molto e si diverte di

più.A chi ha  fretta in auto, ma

non suona a chi rallenta davanti  a lui.

A chi arriva in ritardo ma non cerca scuse.

A chi  spegne la televisione per fare due chiacchiere.

 A chi ha fede ma non l'impone agli altri.

A chi s’alza presto per aiutare un amico.

A chi ha l'entusiasmo di un bambino ma agisce da uomo.  

 A chi vede nero solo quando è buio.

A chi ama la vita ma non ha paura della morte.

A chi non aspetta Natale per essere buono:


Auguri

domenica 18 dicembre 2005

Firenze gliè una grande meraviglia


Un sole che abbaglia, il cielo che brilla, mentre me ne vado in compagnia di Paola e Marisa sui lungarni fiorentini direzione Museo delle porcellane, dentro Palazzo Pitti, in cima al giardino di Boboli, oggi impastato di luce. Il perché delle ceramiche è dovuto a Marisa, l'artista di cui sentiremo parlare. E' lei che ci guida alla visita di un grande suo predecessore, Paolo Staccioli, ceramista che espone dal 29 ottobre u.s. al 26 giugno 2006. C'è tempo per tutti. Vale la pena di attraversare il Ponte Vecchio, arrivare in Piazza Pitti, staccare un biglietto, attraversare Boboli, salire fino in cima, trovarsi nella più bella terrazza fiorentina, insieme al Forte Belvedere lì accanto, fare un angolo giro con lo sguardo ed entrare nel Museo delle Porcellane. Una meraviglia. Quando hai finito esci, riposi la vista sulle verdi colline fiorentine, ridiscendi per Boboli, guardi il giro dei monti di là da Monte Morello, vedi, come me in questo caso, le nevi dell'Abetone e del corno alle Scale splendenti al sole per la gioia degli sciatori e di tutti i montagnardi, dimentichi per un momento l'ultimo post di Beppe Grillo e ti siedi al primo bar di Piazza Pitti per una cioccolata calda o un punch al mandarino. Meglio, mi dicono Simone e Lucignolo, un bombardino (vov e caffé bollenti,con panna se vuoi). Intanto accontentati e  guarda le foto.


PS. Il prossimo post sulle ceramiche sarà dedicato a Marisa (Coppolino: origine?). Ciao Marisa.


Nota turistica


Prezzo del biglietto:
Intero: € 7,00 (comprensivo dell’ingresso al Museo degli Argenti, al Giardino di Boboli e al Giardino Bardini)
Ridotto: € 3.50, per i cittadini della Comunità Europea tra i 18 e i 25 anni.
Gratuito per i cittadini della Comunità Europea sotto i 18 e sopra i 65 anni

Museo delle Porcellane
Sulla sommità del giardino di Boboli, al centro del Giardino delle Rose che si affaccia con una bellissima vista su Firenze, il Museo delle Porcellane è un piccolo gioiello nel verde.
Nella palazzina settecentesca dalle delicate tinte pastello sono raccolte le porcellane evocanti la storia del collezionismo e del gusto dei Medici, dei Lorena, dei Borbone-Parma, dei Savoia.
Si ammirano i preziosi serviti “all'etrusca” e “all'egiziana” della Real Fabbrica di Napoli e i biscuit con le “vestiture” del Regno di Napoli; le squisite porcellane di Sèvres come il servito per Elisa Baciocchi donato da Napoleone, l'alzata per ostriche dei Borbone-Parma e diverse manifatture di Doccia usate quotidianamente dai Lorena.
Una curiosità è data dalla zuccheriera a forma di tartaruga e dalla teiera a forma di gallina in porcellana di Meissen appartenute a Gian Gastone de' Medici.


Trovato qui

giovedì 15 dicembre 2005

Storiacce


We stared at him. He did not flinch.
Lo fissavamo, ma non batté ciglio.


Fui presente ad un incontro presso l'ambasciata statunitense a Londra verso la fine degli anni 80.


Il Congresso degli Stati Uniti era sul punto di decidere se dare maggiori aiuti finanziari ai Contras nella loro campagna contro lo stato del Nicaragua. Io ero membro di una delegazione che parlava a nome del Nicaragua, ma il membro più importante era Padre John Metcalf. Il capo della delegazione Usa era Raymond Seitz (numero due al tempo dopo l'ambasciatore, e successivamente egli stesso ambasciatore). Padre Metcalf disse: "Signori, sono responsabile di una parrocchia nel nord del Nicaragua. I miei parrocchiani hanno costruito una scuola, un centro medico ed uno culturale. Abbiamo sempre vissuto in pace. Alcuni mesi fa, un gruppo di Contras attaccò la parrocchia, distruggendo tutto: la scuola, il centro medico, il centro culturale. Violentarono suore e insegnanti, uccisero i dottori nella maniera più brutale. Si comportarono come selvaggi. Vi prego di chiedere al governo degli Usa di ritirare il suo supporto a queste scioccanti attività terroristiche".


Raymond Seitz ha una reputazione molto buona in quanto uomo razionale, responsabile e acuto. Godeva di grande rispetto nei circoli diplomatici. Ascoltò, e dopo un attimo di pausa parlò con una certa gravità. "Padre", disse, "mi permetta di dirle una cosa. In guerra gli innocenti soffrono sempre". Seguì un silenzio glaciale. Lo fissavamo, ma non batté ciglio. 
Harold Pinter continua qui


Leggilo tutto: è il premio Nobel 2005.


 

Storielle


L'educazione non basta


Un vecchio proverbio recita che insegnare a pescare è meglio che donare il pesce. Il vescovo Pedro Casaldáliga, che non nacque in America Latina ma la conosce profondamente, dice che è giusto, che è un’ottima idea. E tuttavia, che succede se ci avvelenano il fiume? Oppure se qualcuno compra il fiume che era di tutti e ci proibisce di pescare? Ovvero, che succede se succede quello che sta succedendo? L’educazione non basta.



L’esperto internazionale


Ho sentito questa storia in diversi posti, attribuita a diverse persone, per cui sospetto che qualsiasi riferimento alla realtà debba essere puramente casuale. Qui riporto la versione che ho ricevuto nella Repubblica Dominicana. Dei bambini e dei polli pigolavano intorno a Doña Mar'a de las Mercedes che, chiocciando, gettava chicchi di granturco alle sue galline. Mentre quel giorno, come tutti gli altri, si dedicava a questa attività, ad un tratto, da una nuvola di polvere emerse una fiammante automobile sulla via che procedeva da Santo Domingo. Un signore in giacca e cravatta, con una valigetta in mano, le domandò: - Se le dico esattamente quante galline ha, me ne regala una? Mar'a de las Mercedes fece una smorfia. E immediatamente il signore accese il suo computer Pentium IV di 1,5 gigabyte, attivò il GPS, si collegò attraverso il cellulare al sistema di foto satellitari e mise in funzione il contatore di pixel: - Lei possiede centotrentadue galline. Ne acciuffò una e se la strinse sotto il braccio. Allora Doña Mar'a de las Mercedes Holmes gli chiese: - Se le dico qual è il suo lavoro, mi restituisce la gallina? Il signore fece una smorfia. E lei disse: lei è un esperto di un'organizzazione internazionale. Recuperò la sua gallina e spiegò che era stato facile, se ne sarebbe accorto chiunque: - Lei è venuto senza essere stato chiamato, si è piazzato nel mio pollaio senza chiedere permesso, mi ha detto quello che già sapevo e per questo ha preteso pure di essere pagato.


La comunità internazionale


Il pollo, l’anatra, il tacchino, il fagiano, la quaglia e la pernice vennero convocati e si recarono al summit. Il cuoco del re diede loro il benvenuto: - Vi ho chiamato - disse - affinché mi diciate in che salsa volete essere mangiati. Uno dei volatili osò dire: - Io non voglio essere mangiato affatto, né in un modo, né in un altro. E allora il cuoco fece il punto della situazione. - Questo è fuori discussione.


Trovato qui

mercoledì 14 dicembre 2005

Marx e Darwin


Darwin risponde a una lettera con cui Marx accompagnava l’invio di bozze di stampa del secondo volume del Capitale  e offriva di dedicare il volume stesso al Darwin:
“Vi ringrazio per la gentile lettera e per quanto vi è accluso. La pubblicazione delle vostre osservazioni sui miei scritti, qualsiasi forma abbiano, non necessita di alcun consenso da parte mia... Preferirei che la parte o il volume non fossero dedicati a me (benché vi sia grato per l’onore che intendete farmi), perché ciò suggerirebbe in certo modo la mia approvazione di tutta l’opera, che non conosco bene. Benché io sia un fervido sostenitore della libertà di opinioni in ogni argomento, mi sembra (a ragione o a torto) che attacchi diretti contro il cristianesimo e il teismo abbiano assai scarso effetto sul pubblico; e che la libertà di pensiero possa meglio promuoversi con quella illuminazione graduale dell’intelletto umano che consegue al progresso delle scienze. Perciò ho sempre evitato di scrivere sulla religione, e mi sono limitato alla scienza. È possibile che io sia stato troppo influenzato dal pensiero del dispiacere che una mia adesione ad attacchi diretti contro la religione potrebbe procurare ad alcuni membri della mia famiglia. Sono dolente di dover respingere la vostra richiesta, ma sono vecchio, ho poche forze e la lettura delle bozze (come so per recente esperienza) m’è assai faticosa.
Charles Darwin, L’Origine delle specie, Torino 1967, pg. 32 dell’Introduzione di Giuseppe Montalenti.


Ai neocon non è bastato.


E neppure ai vati-con. (opuscon, peracon, ratzingercon, moratticon...).

A marcia indietro
Mi è capitato, a volte, un sogno ricorrente: sto guidando il mio vecchio furgone attrezzato a camper, vado a marcia indietro e non riesco a fermarmi. Finché la Compagnia Assicuratrice che presiede al subconscio mi libera da Morfeo e mi rimette in sicurezza sul letto. Sollievo.
  Può dipendere dal fatto che molti anni fa con un furgoncino  sono andato a marcia indietro contro una macchina posteggiata e ho fatto danni, con in  più il dispiacere e l’umiliazione di riconoscermi così improvvido, di fronte al cortese autista danneggiato che mi guardava come si guarda un mentecatto; infatti eravamo in campo aperto e c’era tutto lo spazio. Semplicemente non mi ero voltato indietro.
Per me andare a marcia indietro è sempre fatica; e non solo per l’incipiente artrosi cervicale. Preferisco la marcia in avanti, sempre, anche nella vita. Pare invece che altri la pensino diversamente. In questi tempi di caccia al darwinismo è d’obbligo andarsi a rileggere “L’origine delle specie” o quanto meno accarezzarne la copertina e magari dare un’occhiata all’introduzione. E’ così che sfogliando un vecchio libro stampato nel 1967, mi trovo a leggere:
Al gusto della borghesia benestante e bene educata l’idea degli antenati scimmieschi dell’uomo ripugnava profondamente. Ché l’uomo ha quasi sempre preferito considerarsi il discendente tralignato e immiserito di razze più perfette, anziché la progenie di una stirpe progressivamente raffinatasi. Fra  le scimmie e gli angeli come antenati, Disraeli dichiarò di preferire gli angeli; e questo era il pensiero comune. Non piccola parte dell’ostilità che l’evoluzionismo ha incontrato, e tuttora incontra, va addebitata a questo fattore sentimentale.
Charles Darwin, L’Origine delle specie, Torino 1967, pg. 34 dell’Introduzione di Giuseppe Montalenti.

Morale: la borghesia benestante e bene educata preferisce procedere a marcia indietro. Pensando che sia il miglior modo per andare avanti.  Come al tempo di Leopardi:
Dipinte in queste rive
Son dell'umana gente
Le magnifiche sorti e progressive .
Qui mira e qui ti specchia,
Secol superbo e sciocco,
Che il calle insino allora
Dal risorto pensier segnato innanti
Abbandonasti, e volti addietro i passi,
Del ritornar ti vanti,
E procedere il chiami.

Ricordi la dedica iniziale della Ginestra? “E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce


 “Avanziamo vangando”  scrivevano gli alpini della prima guerra mondiale, per sfuggire alla censura, quando volevano far capire che stavano arretrando di fronte al nemico.

sabato 10 dicembre 2005

"Bush, Step Down. And take your whole program with you."
Bush, dimettiti e portati via con te il tuo c. di programma.
Questi americani sono lucidi e determinati. Disperatamente determinati. E hanno bisogno del nostro aiuto. Così recita il loro documento:

Noi dobbiamo, e possiamo, tendere a creare una situazione politica nella quale il programma del regime Bush sia ripudiato, dove Bush stesso sia allontanato dal suo ufficio, e dove l’intera classe dirigente che ha preso in mano la società sia rovesciata. Noi, milioni come siamo, dobbiamo e possiamo prenderci la responsabilità di cambiare il corso della storia.


Ciò non sarà facile. Se vogliamo dir la verità, essi proveranno a metterci a tacere. Se noi agiamo, loro proveranno a fermarci. Ma noi parliamo per la maggioranza, qui e in tutto il resto del mondo, e se noi questo faremo, raggiungeremo tutte le persone che sono state così tristemente ingannate da Bush, e non ci fermeremo.


Il punto è questo: la storia è piena di esempi in cui la gente che aveva la ragione dalla sua parte combattè contro le tremende circostanze e riuscì vittoriosa. Ed è anche piena di esempi di gente che ha passivamente aspettato di venirne fuori, solo per essere inghiottita da un orrore tale che mai avrebbero immaginato.


 Il futuro non è già scritto. Sarà quello che noi ci ritagliamo. The future is unwritten. WHICH ONE WE GET IS UP TO US.


Dai un'occhiata.


E' una grande Kulturkamps, lotta di cultura, battaglia di civiltà. Ieri mi son letto su Kelebec lo scontro Milano-Firenze, oggi pomeriggio andrò in Piazza Strozzi con Orgoglio laico - vedi i due  post precedenti a questo.  Al Festival dei popoli, qui a Firenze, è stato premiato Il film che ripercorre antefatti e circostanze del più grande processo contro la mafia mai realizzato in Italia e della sorte riservata ai suoi protagonisti. L'evidenza indisturbata di più di mezzo secolo di potere mafioso non fa meno impressione dei morti ammazzati.


 P:S Guardo fuor di finestra: brandelli di nuvole bianche, macchie di cielo azzurro, le ultime foglie gialle e splendide  del grande ontano danno voce al vento di nord est, su da Montemorello, Simone ha passato la Consuma senza mettere le catene, spero: l’aspetta il norcino con gli amici: sarà una festa di salsicce, costoliccio, arista e, ai miei tempi, sanguinaccio. Una grande fuocata alle Lame di Ortignano; mi dispiace di non esserci. Ma quod differtur non aufertur. Paola ha inviato le bozze corrette del suo libro di racconti a Tufani Editrice, Ferrara (quante biciclette). Grandi scambi di email con Luciana Tufani per il titolo: Sarà “Strane storie di mescolanze e ritorni” o “Un’identità intermedia”?  Mariella (dalle Lame)  mi incarica di acquistare il numero 12 di “Indice”  che pubblica una sua corrispondenza (!?) con Franco Fortini. Già, anche Mariella Maglioni sta per uscire con un suo libro dove racconta la sua esperienza di ex infermiera in una casa di riposo.  Se anch'io dovessi scrivere qualcosa sarebbe un libro di memorie, da mandare a Pieve S. Stefano, la città del diario. Paola non insistere.  Questa mania di scriver di se stessi. Per ora mi basta questo posteggio.

venerdì 9 dicembre 2005

Corsi e ricorsi

Il papa: «La scienza non minacci l'umanità»
Benedetto XVI interviene su Pacs e aborto: «Salvaguardare i valori di matrimonio e amiglia. No all'uso arbitrario del progresso»
Pronunciata il 3 dicembre 2005
Dal Corriere


Io Galileo, fìg.lo del q. Vinc.o Galileo di Fiorenza, dell'età mia d'anni 70, constituto personalmente in giudizio, e inginocchiato avanti di voi Emin.mi e Rev.mi Cardinali...sono stato giudicato veementemente sospetto d'eresia, cioè d'aver tenuto e creduto che il sole sia centro del mondo e imobile e che la terra non sia centro e che si muova; Pertanto volendo io levar dalla mente delle Eminenze V.re e d'ogni fedel Cristiano questa veemente sospizione, giustamente di me conceputa, con cuor sincero e fede non fìnta abiuro, maledico e detesto li sudetti errori e eresie; ... e giuro che per l'avvenire ...se conoscerò alcun eretico o che sia sospetto d'eresia lo denonziarò a questo S. Offizio, o vero all'Inquisitore o Ordinario del luogo, dove mi trovarò.
Letta il 22 giugno 1633


Il testo integrale dell'abiura

giovedì 8 dicembre 2005

La macchiata concezione


L'8 dicembre ci regala quest'anno un bel ponte a quattro arcate. Merito di un dogma, cioè di una verità non dimostrata né dimostrabile; in questo caso l'immacolata concezione di Maria di Nazaret, vergine madre, figlia del suo figlio. Una eccezione proclamata a squarciagola nella seconda metà dell'800 da un papa in crisi d'identità; un'eccezione per confermare una regola: tutti i bambini nascono macchiati, non di liquido amniotico e parti di placenta, ma di sporcizia morale geneticamente trasmessa dai genitori, e questi bambini, futuri genitori, continueranno a trasmettere la macchia anche dopo il lavaggio fatto con l'acqua del battesimo, anche dopo il lavaggio fatto col sangue dell'Agnello, in questo caso un palestinese di 2000 anni fa, figlio di dio, anzi dio lui stesso.
E tutto perché? Perché Dio Padre Onnipotente non perdona e non dimentica; i figli devono pagare insieme ai genitori, per sempre. Vendetta trasversale. Salvo inginocchiarsi davanti ai suoi rappresentanti, unici abilitati a concedere il perdono.

Tutto questo regala a noi italiani una festa in più, un bel ponte panoramico; non ai francesi, ma poco cale. Molti italiani attraversano oggi - l'ho fatto anch'io più di una volta -  la val di Susa, il Fréjus per andare a sciare in Francia sulle piste meno affollate perchè là è giornata lavorativa.
Gli itagliani fanno festa. Ma non è una festa regalata. Tutto si paga, amici miei. I fiorentini, memori dell'avarizia degli antichi loro banchieri che prestavano i fiorini d'oro a tutti i re d'Europa, puntano ora i piedi contro la banca vaticana e sabato 10, dopo aver fatto allegra festa l'8, si ritrovano in PIAZZA STROZZI, con questo O.d.G:


SABATO 10 DICEMBRE
COMITATO ORGOGLIO LAICO ORGANIZZA
PIU’ LAICITA’ PIU’ DIRITTI
MANIFESTAZIONE PUBBLICA
APPUNTAMENTO IN PIAZZA STROZZI dalle ore 15 FIRENZE
CON PERFORMANCE E BANCHINI INFORMATIVI

Aderiscono:
ARCI FIRENZE, ASSOCIAZIONE IQBAL, ASSOCIAZIONE SENEGALESI FIRENZE, ASSOCIAZIONE TESTARDA, AZIONE GAY E LESBICA FIRENZE, CIGS Siena, COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO VIOLETTA VAN GOGH, COLLETTIVO 8 MARZO, COLLETTIVO DI LETTERE E FILOSOFIA, COMITATO PERLA, COMITATO FIORENTINO DI SOSTEGNO A RAWA, COMITATO PER I DIRITTI CIVILI DI PISTOIA, COMITATO STATUNITENSI CONTRO LA GUERRA Firenze, COMUNISTI ITALIANI, CPA FIRENZE SUD, CSOA EX EMERSON, DONNE IN NERO, FORUM DELLE DONNE DI PRC, GRUPPO CONSILIARE UN’ALTRA CITTA’ UN ALTRO MONDO, GRUPPO LAICITA' EMPOLI, GIOVANI COMUNISTI/E, LABORATORIO PER LA DEMOCRAZIA, LA VOCE MIGRANTE, NOSOTRAS, PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA FIRENZE, PINK GENERATION, SNUR CGIL, VAGINE VOLANTI, UNIONE ATEI AGNOSTICI RAZIONALISTI FIRENZE, FARFALLE ROSSE-  
SIENA - orgogliolaico@libero.itorgogliolaico@libero.it



"Libera chiesa in libero stato", il motto di Cavour, in un paese normale dovrebbe essere archeologia politica, non certo una rivendicazione attuale.
La chiesa cattolica mantiene invece non solo enormi vantaggi fiscali ma anche una più generale posizione di privilegio.
Nonostante il regime concordatario vieti al clero di interferire nella vita politica del paese, il Vaticano, con Wojtyla e ancor più palesemente con Ratzinger, continua a interferire pesantemente su materie come sesso, procreazione, libertà di ricerca scientifica e perfino giustizia e finanza, facendo politica dai pulpiti, dal soglio pontificio, dalla televisione.
Citiamo, per fare solo alcuni esempi:

L’esenzione dal pagamento dell’ICI per tutti gli immobili di proprietà della Chiesa cattolica, che non solo ricade sulle tasche di tutti/e i/le cittadini/e, ma introduce un nuovo privilegio per la Chiesa cattolica che riteniamo incostituzionale.
La finanziaria del governo, mentre prevede tagli a vari settori della spesa pubblica, esonera la Chiesa dal pagamento dell'Ici anche per gli immobili di uso commerciale, per un valore di 300 milioni di euro.
I municipi, già pesantemente colpiti dai tagli alla finanziaria, sono i più preoccupati, dovendo per giunta rimborsare alla Chiesa gli ultimi cinque anni di imposta.
Lo scandalo dell’8 per mille: la Chiesa prende l’80 % dei contributi a fronte di un 30 % di preferenze espresse
l’insegnamento della religione cattolica a spese dello Stato, la totale parificazione della scuola confessionale rispetto a quella pubblica, il tentativo del ministro Moratti di reintrodurre l’ora di religione obbligatoria, la corsia preferenziale per le assunzioni offerta agli insegnanti di religione
La pesante campagna contro il diritto all’aborto e l’uso della pillola abortiva, nonché la proposta di inserire nei consultori volontari del Movimento per la vita, associazione integralista cattolica
La forte opposizione ad una legge sui PACS (unioni di fatto tra persone dello stesso sesso) e la negazione dei diritti fondamentali per lesbiche, trans, gay.

E anche la Madonna smadonna; non quella di Civitavecchia, né quella di Pompei, La Guardia, Superga, Montenero,  S.Luca...intendo quella del Magnificat. Il suo ghost  sabato sarà presente tra le donne di Orgoglio laico. Come quello di Molly Malone nelle strade di Dublino. Per la madonna!


Ma i Francesi di Obelix oggi preferiscono lavorare.


PS. Su blog-aggregator trovo quest'altro post sull'8 dicembre.


Aggiornamento del 10 dicembre 2005: alcune foto della manifestazione Orgoglio laico, in Piazza Strozzi a Firenze. Ho assistito alla prima performance (gruppo donne 8 marzo). Molto brave, spiritose e simpatiche. Bella Toscana.  Poi son venuto via: un freddo boia, ma senza pioggia.

mercoledì 7 dicembre 2005

Val Susa, Val Susa


Altro che egoisti e localisti. Vivono da vent’anni in un grande cantiere. E ora hanno detto basta. Perché la nuova linea ferroviaria non serve. Perché temono l’amianto degli scavi. Perché sanno che i lavori stanno aprendo una nuova Tangentopoli, con vecchi protagonisti 
 Gianni Barbacetto su Diario
Marco Ponti, professore al Politecnico di Milano:  in quattro frasi inverte molte delle nostre piccole certezze ambientaliste sul traffico su gomma:
"Ora, invece, varrebbe la pena di ridurre le emissioni differenziando i pedaggi e le tassazioni per i camion: far pagare molto quelli che inquinano di più, così da rendere economico il rinnovo del parco mezzi circolante. Così il beneficio ambientale sarebbe diffuso, non limitato a una sola tratta. Se proprio poi si volesse aumentare la capacità di trasporto merci, allora converrebbe realizzare il raddoppio del tunnel stradale del Frejus: costa un decimo e le emissioni possono essere ridotte con i pedaggi fortemente differenziati».
Massimo Mantellini
Siamo un paese meraviglioso: abbiamo le Alpi strangolate dai TIR. Ma appena si progetta qualcosa (anche la cosa peggiore) su rotaia si risponde che l'alternativa e' il raddoppio delle tratte autostradali.
Leggi
il post di Mantellini 

martedì 6 dicembre 2005


La Tigre e la Neve”: ROBERTO, CHE TI SUCCEDE?
UN’IDEA STUCCHEVOLE DI AMORE E DI POESIA ALLA BASE DELL’ULTIMO FILM DI BENIGNI


Quello che più colpisce -e che purtroppo era già percepibile anche nella precedente filmografia del Benigni attore/regista- è l’idealizzazione della figura femminile nelle sembianze ‘iconografiche’ di Nicoletta Braschi. Premesso che la Braschi ha prodotto ottime prove d’attrice le poche volte che è riuscita a smarcarsi dall’ingombrante abbraccio artistico del consorte (basta pensare all’insegnante depressa di ‘Ovosodo’ o all’impiegata ‘mobbizzata’ di ‘Mi piace lavorare’), va rilevato che quella che emerge dai film di Benigni è una figura stereotipata al limite del sopportabile, con la massima e più compiuta espressione nella petulante Fatina di ‘Pinocchio’.


Insomma, possibile che l’amore non sia davvero niente di meglio di questo ‘birignao’ in salsa toscana? Magari condito con le citazioni di Borges, Yourcenar, Dante etc, con il risultato di salmodiare e banalizzare anche i gioielli della letteratura all-time…


Roberto, ti prego, ritrova la forza della tua povertà. E con lei la cattiveria, il furore, l’invettiva, anche la bestemmia, perche no? Deponi dunque questo ‘buonismo’ ecumenico e torna a nutrirti di quelle radici proletarie che hanno alimentato così felicemente il tuo talento.


Altrimenti farai davvero la fine di quel noioso Pinocchio in carne ed ossa che ha lasciato in disparte su una sedia il vecchio burattino inservibile. Che conclusione edificante! Ma noi continueremmo a rimpiangere quel mascalzoneche tirava calci e ne combinava di tutti i colori…


Leggi per intero la bella recensione di Gabriele Vannini


Sono d'accordo su tutto, anche e soprattutto sui giudizi positivi; per questo sono anche d'accordo su due cose che poi sono una: per Roberto cambiare regista da se stesso se no diventa Alberto Sordi quando da attore passa a fare il regista; per Nicoletta ritornare al tempo di "Ovosodo" cambiare regista dal marito se no diventan sode (stereotipe, immobili) anche le sue qualità artistiche. 
NB. ancora non ho visto il film; non sarà un caso. Ma ho visto Viva Zapatero; non sarà un caso.

lunedì 5 dicembre 2005

 


 


 


COSA SUCCEDE IN VALSUSA


del comitato NoTAV


http://www.notav.it/


http://www.notavtorino.org/


 


 Scrivo queste poche righe con l'unica intenzione di portare a conoscenza una situazione che la maggior parte dei media cerca di tener nascosta.Da diversi anni è in corso in ValSusa una manovra di resistenza organizzata contro la linea ad alta velocità ferroviaria Torino-Lione (TAV). Quello che fanno credere i media è che gli oppositori siano  pochi e comunque motivati solamente dal fatto che "gli passa il treno sotto casa". Nella manifestazione di giugno c'erano 30000 persone (in tutta la Val Susa ci sono 50000 abitanti). Non posso di certo smentire  questa motivazione, ma in realtà i motivi veri (che vengono metodicamente nascosti dai media) sono ben altri:


1. La tratta Torino-Lione è completamente inutile: nella Val Susa esiste già una linea ferroviaria sottoutilizzata, in grado di reggere il traffico richiesto (considerando i tassi di crescita) almeno fino al 2050.
2. La linea in costruzione è esclusivamente merci, non si avrebbe alcun vantaggio in  termini di tempo per la percorrenza da Torino a Lione. I treni passeggeri comunque continuerebbero a transitare nella linea storica con i tempi di percorrenza attuali.
3. Nel tratto montano (e quindi da  Torino alla Francia), comunque non sarebbe una tratta ad alta velocità perchè la conformazione del terreno montano non la rende possibile.


4.L'amianto sotto al Musinè c'e' veramente (è già ampiamente dimostrato), e nei progetti non c'è il minimo accenno ad un piano di messa in sicurezza dell'amianto estratto (è previsto semplicemente uno stoccaggio in valle a cielo libero), che con i frequenti venti della ValSusa verrebbe distribuito e respirato in tutta la cintura ovest di Torino ed in Torino stessa. Le malattie causate dalla respirazione di anche solo 1 fibra di amianto vengono diagnosticate 15 anni dopo l'inalazione. Dal momento della diagnosi la mortalità è del 100%, ed  il tempo di vita medio è di 9 mesi.
5. Il corridoio 5 (tratta Lisbona-Kiev) di cui questa tratta sarebbe parte fondamentale non esiste: da
Trieste verso est l'opera è bloccata in tutti i suoi aspetti. 
6.Finanziariamente è un disastro annunciato: perchè vada in attivo, nella tratta dovrebbe passare un treno merci ogni 3 minuti, 24 ore al giorno. Per questo motivo, al momento nessun privato si è impegnato finanziariamente, banche e fondazioni comprese. La tratta è costosissima, ed i soldi non ci sono: è notizia recente che nella finanziaria di questi giorni sono stati tagliati quasi tutti i fondi
per le grandi opere. Gli unici soldi  su cui si regge l'opera sono i finanziamenti europei.
7. Se dovessi elencare tutte le implicazioni legali del ministro Lunardi (mi spiace, ma non riesco proprio a dare dell'onorevole ad una persona del genere) questo documento diverrebbe  troppo lungo. Dico solo che l'appalto per la costruzione del tunnel di 52Km (7,5 miliardi di euro) è stato vinto da una ditta francese che l'ha subappaltato alla francese RockSoil, di proprietà della moglie. Non chiedo a chi legge questo messaggio di crederci ciecamente, ovviamente può essere inteso come propaganda di parte, ma di informarsi anche dal altre fonti indipendenti. Purtroppo il quotidiano La Stampa ed il telegiornale regionale di Rai 3 sono le fonti di  informazione che si sono rivelati più corrotti e di parte, non solo nei commenti alle notizie ma anche nel continuo riportare notizie false.Qualche anno fa è venuta una troupe di Report diversi giorni in valle  a fare un servizio sul problema. Risultato: il servizio non è mai andato in onda ed il giornalista è stato quasi licenziato. Il mio intento non è solo di convincervi sulle nostre ragioni, ma prevalentemente di informarvi. Se  credete che le informazioni di questo messaggio siano false,vi invito a verificarle. Penso che poi la convinzione venga da sola. Vi prego di inoltrare questo documento al maggior numero di persone possibile. 
Inviata da Valeria maci57@infinito.it  comitato NoTAV

 Trovata nella mia email.


venerdì 2 dicembre 2005

Il maestro Luciano


Luciano Gori arrivò alla scuola della Montagnola nell’ottobre del 1969 con la sua volkswagen arancione e ci restò per anni.
Di statura normale, il fisico asciutto, la camminatura un po’ saltellante, la barbetta ben curata e gli occhi vivaci. Sembrava più un artista che un insegnante.
E infatti lo era davvero un artista.
Finite le magistrali Luciano esordì subito come pittore e Loffredo parlò bene di lui. Ma quando cominciò a fare il maestro per le campagne del Chianti smise di dipingere perché capì che poteva essere artista solo insieme ai suoi ragazzi. “Dicesi maestro colui che non può tenere le cose che sa, solo per sé” Scriveranno qualche anno dopo i ragazzi di Barbiana.
E lui sarà per sempre il maestro Luciano. Da allora la sua arte sarà quella che nasce insieme ai ragazzi: un’opera collettiva. La sua classe era una comunità dentro la comunità più vasta della scuola e aperta alla società: dal quartiere, alla città, al mondo intero.


L'ultima testimonianza video di Luciano:
...”Dietro una balza ho filmato i ragazzi che si tengono per mano e correndo superano questo dislivello erboso con un grande salto. L’ultimo rullino si interrompe qui. Sono visi felici e coloriti. Nel salto qualcuno ruzzola, ma si rialza e corre via felice. Nelle ultime sequenze è rimasto impressionato l’orizzonte vuoto con i fili d’erba e le nuvole che ci ruzzolano sopra”.


Qui trovi il pezzo e una bella foto


Ringrazio Franco Quercioli ( grande amico e gran personaggio anche lui) per questa rievocazione di Luciano Gori il quale essendo stato per cinque ripeto cinque anni maestro di Simone ha dato a me padre la possibilità di vivere un'esperienza umana prima che pedagogica "irripetibile" come si dice; ma ripetibilissima nella sua semplicità. Tutte le cose grandi sono semplici o non sono grandi. Ricordo che assieme a Paola si fece la coda alla Montagnola - grande depuratore culturale dell'Isolotto di Firenze - perché la Segreteria della scuola iscrivesse Simone alla prima classe del maestro Gori. Oggi il suo nome dà l'appellativo alla Biblioteca Comunale dell'Isolotto, la più frequentata di Firenze, dopo la Nazionale!   Quanto a Luciano ne riparleremo;  vorrei però anche leggere su questo blog una testimonianza diretta di Simone.

Per Giuseppe (R. non G.)


Ti ho messo il link Home in testa al blog, così quando ti si apre a un'altra pagina in data diversa da quella odierna la puoi ritrovare subito.
Oh vos omnes qui transitis per viam:  Approfitto per ripetere che questo weblog è lento ad aprirsi, ma qualche volta, non dico sempre, vale la pena di inginocchiarsi di fronte a S.Pazienza.
PS. Ora vo a dare un'occhiata al sito dell'Abetone
.
NB. Accetto consigli su come velocizzare l'apertura. 


Per Stefano


Mandami qualche foto del Casentino innevato.

mercoledì 30 novembre 2005


30 Novembre: la Toscana fa festa.


Il 30 Novembre del 1786 Pietro Leopoldo abolì per Legge la tortura come metodo di ricerca della verità e la pena di morte come mezzo di salvezza dell'umanità. Aveva letto il libro di un milanese, ma stampato la prima volta a Livorno nel 1762 (mi sembra). Indovina il titolo e lo scrittore.
Io sono un fan di Pietro Leopoldo.


Se Tommaso, mio compaesano, fosse vissuto qualche decennio più tardi non avrebbe fatto la vita e la fine che qui di seguito. A lui dedico la festa di oggi.
Il 9 maggio 1739 fu arrestato a Firenze e rinchiuso nelle carceri della Santa Inquisizione in S. Croce. Dopo 16 mesi trascorsi in condizioni durissime, nel vano tentativo di estorcergli i nomi di altri affiliati, nonostante la totale ritrattazione delle accuse da parte dei pentiti, loro estorte dall'Inquisitore, nell'agosto del '40 fu condannato per eresia e confinato nella propria casa a Poppi; Il 27 marzo del 1745 si spense a Poppi .
La condanna per eresia non ebbe termine: la sua opera letteraria fu posta all'Indice e i suoi fratelli dovettero misconoscere ogni opera del congiunto.
Il suo martirio non fu inutile: già nel 1743 il Granducato della Toscana fece chiudere provvisoriamente il Tribunale del Sant''Uffizio e definitivamente nel 1782 persino con l'abbattimento materiale dell'edificio (ingresso nel chiostro di Santa Croce a Firenze).
Dai un'occhiata qui.


Ti ricordi le Gualchiere di Remole? Anche i gualchierai furono liberati dalle antiquate catene della Corporazione dell'Arte della Lana, con Legge del 1782


Molto merito è di Pietro Leopoldo se nel mio blog posso spesso vantare la mia Toscana bella.


Nota storica


La famiglia de' Medici giunse, dopo varie vicende, a governare Firenze. A partire dal secolo Quindicesimo, con Cosimo il Vecchio e soprattutto con Lorenzo (morto nel 1492), la casata acquista notevole potere. Dopo la fine della repubblica (1531), la Toscana diventa Ducato con Alessandro de' Medici, a cui succede Cosimo, nel 1537, che, nel 1569 diventa Granduca con il titolo di Cosimo I. La famiglia continuerà a tenere il governo della Toscana fino alla morte di Gian Gastone (1737). Non avendo successori diretti, il Granducato di Toscana passa alla Casa di Lorena.


Quella dei Lorena era una famiglia di antiche origini e che seppe mantenere il suo potere fino a tutto il secolo XVIII. In seguito al matrimonio di Cristina, figlia di Carlo Duca di Lorena, con Ferdinando I de' Medici (1589), la Casata crea i presupposti per la successione al trono toscano. Infatti, dopo l'estinzione dei Medici (1737), Francesco di Lorena diventa Granduca di Toscana con il nome di Francesco II. I Lorena governeranno Firenze e la Toscana fino alla proclamazione dell'unità d'Italia, con l'intervallo della dominazione francese (1799-1814).

martedì 29 novembre 2005


Quando arriva il falco


Gli storni lo stornano così ( il fotografo Manuel Presti scrive così: dramma, paura, fuga: tutti questi elementi sono presenti in questa fotografia che mi ha dato la vittoria mondiale  su 17.000 foto provenienti da tutto il mondo, sul tema: vita selvaggia).


M'è capitato tempo addietro in Piazza dell'Unità, tra S.Maria Novella e il Mercato di S.Lorenzo, aspettando l'uno.  Una nuvola di uccelli (storni o passerotti), poi un'altra, poi un'altra, alta nel cielo poi bassa, apparire, allargarsi, restringersi, sparire dietro la sagoma della chiesa o sopra il tetto del Baglioni e riapparire in nuova forma, allungarsi, stringersi in cerchio e poi ancora...ho perso l'uno e son salito sul 17C.  Uno spettacolo. Ora ne so il motivo.


...il motivo di quella danza è la presenza del falco pellegrino, velocissimo predatore, ai cui assalti questi piccoli uccelli si fanno nube indistinta. E' la strategia del "mobbing", usata anche dalle sardine, e che niente c'entra coi tormenti aziendali: è il farsi folla per disorientare e confondere. Scrive RumizIl falco [...] deve concentrarsi su un'unica preda o si confonde. E se va in picchiata a 350 orari su una massa simile, s'ammazza o resta lesionato a vita. Per questo deve avvicinarsi lento, magari cacciare in coppia con un altro falco, costruire il suo letale corteggiamento con un'unica vittima, spesso urlare prima dell'attacco, come i lupi, per paralizzarla e farle perdere la testa. Ma difficilmente la nube alata offre smagliature. Al contrario si compatta come le Frecce Tricolori, obbliga l'aggressore a ripetuti attacchi a vuoto. A volte, addirittura lo cattura, lo ingloba nella pancia, lo assorda di grida, lo spaventa, lo porta alla pazzia claustrofobica prima di lasciarlo andare.
Ma, dice, è anche per allenamento, o per prova, o per puro divertimento, per il solo gusto di disegnare figure
.


Un ringraziamento ad Antonio Sofi.  (Se clicchi sull'immagine forse li vedi muovere - con Quick e Real Player)


Stornellata fiorentina:
contro il falco dell'Impero,
 danza in volo il mondo intero.  
O voi umani del pianeta
state pronti a far cometa.
Doppio Vù va fatto fuori
con le Frecce a più colori.
La sua guerra preventiva
va cacciata nella stiva.
Se s'impunta come un mulo
finirà dentro il suo c.

Quando bevi coca cola
il falcone si rinnova:
in Colombia mette in lista
ogni buon sindacalista.

L'Hullyburton e la Carlyle
si fan grasse coi tuoi guai.
Agli umani fra-stornati
fanno scuola gli stornelli:
ridi,balla, canta e vola
ma rimani sempre unito;
non cascar nella tagliola
del falcone incattivito;
storia vecchia sempre vista:
quando gioca con la bomba
si nasconde alla tua vista
si traveste da colomba
ed incolpa il terrorista.
Non far nanna cocco bello
finché dura sto' macello,
Ché se dormi  non vedrai
chi ti caccia in mezzo ai guai.

Nota di servizio: ti ringrazio della pazienza avuta nell'aspettare l'apertura del  blog, che da un po' di tempo fa il prezioso prima di farsi vedere. Cercherò di rieducarlo, ma per ora non so come fare. Di nuovo grazie, stimato mio lettore.

Sempre tristi bisogna stare


Si avvicinano le elezioni in Italia, Berlusconi rischia di perderle, i sardi rivogliono la Maddalena...


Negroponte prega: o dio dei contra, buon dio dei con, gran dio dell'Antico Testamento, che debbo fare con l'Italia? dobbiamo rimanere a livello dei Renzo Baldoni, delle Alpi e dei Calipari o ritornare ai Moro? Si ritorna in galleria o si fa un botto all'aperto? BR o anarcosindacalisti? Altre trasferte di Al Qaeda o dell'esercito islamico di liberazione? Hai da suggerirmi qualche nuova sigla? Che ne dici di AlQaeda cristiana dei teologoliberatori,  squadroni abortisti? brigate camilotorres?


Questi italiani non sono affidabili; tirano a comprar telefonini, leggono poco i giornali. Troppo spensierati. Io una scrollatina gliela darei. E' vero che abbiamo le TV...
Sì, è vero, tutti i politici italiani stanno molto in ginocchio, ma non mi fido.
D'accordo i nostri amici si dan da fare e ce la mettono tutta: pellegrinaggi in Vaticano, esercitazioni antiterrorismo, battaglie contro l'aborto. Ma non credo che basti. Il Grillo parlante continua i suoi sproloqui su Fazio, Telecom, banche armate, evasioni fiscali. Peggio del nostro Moore nazionale con la sua Hallyburton, la Carlyle, il thè del texas... Non basta neppure il delitto di Cogne con le allocuzioni di taormina; o le prime pagine di TV e Giornali con l'ultima banalità di Camillone (
detto Ruini ndr); almeno un paio di bombe tradizionali secondo me ci vogliono; ma che non vengano disinnescate prima.


Gli amici di Calipari presenti nei Servizi più alcuni giornalisti embedded: questo insiste, vuole la bomba, non ci ha detto ancora a quale stazione. Forse aspetta che sia intestata al Grande Attore.
Questo pensa di aver a che fare coi texani, parla sempre dell'Honduras, ma qui siamo in Europa; questo vuol far le scarpe anche a noi; ha avuto i pieni poteri su tutti i servizi, comprese le filiali all'estero. Bisogna fermarlo. Dai Pisanu, fai esercitazioni a tappeto, ordina a TV e giornali di bombardare la gente con queste notizie, che la facciano vedere spaventata anche quando non è;  l'importante che lui ci creda. In fondo in fondo è un americano.
Dopotutto anche se vince Prodi...Rimane sempre il soglio di pietro, la nostra soglia di pietra; religione e bastone, più religione = meno bastone. Insomma, la via italiana ai fatti nostri.
Con Sodano e con Lajolo è sicuro il patrio suolo.


Barbabianca:
Ora io penso che i Servizi "calipari" abbiano la loro parte di ragione. Va bene la simulazione di Palazzo Pitti: sì, ci siamo un po' sputtanati con le anime dei vecchi inquilini Cosimo I dei Medici, Pietro Leopoldo dei Lorena, la regina Margherita dei Savoia, ma il gioco vale la candela: il gioco della paura per la candela di un superattentato risparmiato.
E allora "sempre tristi bisogna stare,perché la gioia fa male al re e al cardinale".
Negroponte te lo garantiamo: qui in Italia siamo spaventati, siamo incazzati, siamo bossuti che più bossi non si può: ambrogino d'oro alla fallace, aureola d'oro al polacco, otto per mille più icio a sodàno, la costituzione nel paiolo di Lajolo, e lambrusco per il tedesco.
Ma la bomba noh!


Questo post-iccio è nato così:


Controradio News
ESERCITAZIONE ANTITERRORISMO NELLA GALLERIA PALATINA 26/11/2005 - 17:43 - Lunedì
prossimo anche a Firenze si svolgerà un'esercitazione antiterrorismo a ...
RITARDI E DISGUIDI PER L'ATTACCO CHIMICO SIMULATO ALLA GALLERIA PALATINA  (dalla stampa cittadina)
   
Esercitazione antiterrorismo a Roma: Serra, non un film ma ...
Centroprociv.it - Il sito del Centro Protezione Civile di Longarone.
www.centroprociv.it/news/varie/20051003.htm - 16k


Domani attacco simulato
(ANSA) - MILANO, 4 OTT - Domani a Malpensa sara' effettuata un'esercitazione
antiterrorismo con una simulazione di attentato nell'aeroporto ...

Torino, esercitazione antiterrorismo fra ...
Primi soccorsi a un uomo intrappolato in un'auto smembrata dall'esplosione durante
la simulazione antiterrorismo data: 27-10-2005 fonte: Ap ...
notizie.virgilio.it/gallery/ esercitazione_torino.html,zoom=148395.html - 32k


10.300 siti per simulazioni antiterrorismo su Google

Il terrorismo  Visto da Barbabianca


Aggiornamento del 2 Dicembre 005:

L'intelligence, i fatti e il dovere dei giornali
Senza un'informazione basata sui fatti, la libertà
d'opinione diventa "una beffa crudele". I fatti sono la
linea di demarcazione che separa inevitabilmente il
giornalismo dalla politica e, molto spesso, costringe l'uno
contro l'altra. La politica può vivere senza fatti e contro
di essi. Può non tenerne conto. Può manipolarli o
seppellirli nell'oblio o riordinarli con altre gerarchie e
priorità. A volte può addirittura negarli perché la
capacità di agire (la politica) e la capacità di mentire
sono figlie della stessa madre: l'immaginazione. "Per fare
spazio alla propria azione, qualcosa di preesistente deve
essere rimosso o distrutto e così vengono cambiate le cose
di prima". (Hannah Arendt). È per questo che il più
intelligente e spregiudicato dei neocon, Paul Wolfowitz,
può sostenere che "mentire è più di una tecnica. È, e
rimane, politica".
[Giuseppe D'Avanzo La Repubblica - a pagamento]


Un lungo articolo pieno di belle citazioni per dire che Negroponte prega davvero come sopra detto. E per aggiungere che Wolfowitz è superiore a Negroponte: d'accordo. (D'accordo anche Bush che al primo ha consegnato i mercenari del terrorismo, al secondo i soldi per pagarli (FMI).
Noterella: questi articoli che toccano le parti sensibili dell'impero sono ben scritti, cioè comprensibili solo ai piani alti delle masse popolari (il  pubblico della tribuna coperta). La curva ne rimane sostanzialmente fuori.  Questo è il prezzo che la borghesia illuminata paga alla Proprietà (che è ancora più illuminata). La democrazia guidata.
Mi viene in mente la prima pagina di Repubblica un paio di settimane fa: In basso Umberto Veronesi sull'eutanasia, In alto a tutta pagina a caratteri cubitali  l'ultima pia (e stantia) banalità di Camillone (al secolo Ruini). Tranquilli, in tribuna coperta. F.to La proprietà.

domenica 27 novembre 2005


Ogni cosa è illuminata

L’esordio alla regia di Liev Schreiber è scisso tra una magnifica verve alla Kusturica ed una pesantezza da cinema americano mainstream.


I primi quarantacinque di Everything is illuminated sono davvero esilaranti. Innestando sull’ossatura del bestseller di Jonathan Safran Foer una serie di indiavolate trovate visive e narrative degne del miglior Kusturica, Schreiber riesce a dipingere ironicamente la radicale diversità dei due giovani protagonisti, dei loro mondi e, soprattutto, del loro approccio nei confronti del passato: l’introverso Jonathan (un ottimo Elijah Wood) pratica il collezionismo come forma apicale di un’attitudine alla conservazione delle proprie radici, Alex (un sorprendente Eugene Hutz) è un grottesco prodotto dell’imbastardirsi del sostrato ucraino ed ebreo dietro la spinta della sottocultura mediatica americana.


Purtroppo, durante la restante ora di film, Schreiber cede alle lusinghe di quel sentimentalismo edificante e di quel didascalismo che da anni, in America, corrodono il cinema mainstream...(corrente principale ndr)


Leggi il resto della Scheda da me condivisa.


Riflessioni da me fuoruscite
Ogni cosa è illuminata (dalla luce della memoria), ci dicono i due giovani venticinquenni che hanno, il primo, scritto il libro, il secondo, fatto il film: ebrei tutti e due.
Sapere è ricordare, diceva Platone.
Italiani datevi alle istorie, diceva G.B. Vico.
La istoria si può deffinire una guerra illustre contro il tempo, perché risuscita i morti ammazzati che fanno ricordare ai vivi che bisogna cambiar sistema se non si vuol fare la stessa fine (parafrasi della introduzione ai Promessi Sposi).
La storia è la maestra della vita. Ecc.Ecc.
Umani, diamoci una mossa: gli ebrei si riconoscono in Israele, gli Italiani si fanno governare da Berlusconi e Fazio, i cristiani impazzano per Ratzinger - Ruini e chiamano opus dei l'opera del diavolo, nei cieli del mondo volteggiano gli elicotteri sparafosforo di Bush e Cheney.


O mio giovane Schreiber, che ti devo dire? Prestami un po' del tuo umorismo, fai risplendere la luna anche di giorno, come tu fai nel film, non mi chiudere, ancora vivo, nel sacchetto di cellophan insieme alla cavalletta né tanto meno mi devi affogare nella opaca trasparenza della gialla sostanza resinosa. Altrimenti la memoria arrivando troppo tardi  ci spingerà tutti nella vasca insieme al nonno volutamente cieco che si affoga nel proprio sangue. Dio mio. Ho fatto tardi. Domani rivedo questa finale. O buon Morfeo "portami i girasoli assetati di luce".


Domenica mattina: Morfeo mi è apparso con le sembianze di Montale:

Portami il girasole ch’io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l’ansietà del suo volto giallino.


Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono4 i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture


Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.

giovedì 24 novembre 2005



La dama bianca
È in arrivo

Venerdi 25 Novembre.
Le precipitazioni diverranno più diffuse nella seconda parte della giornata con quota della neve in innalzamento fino a 1000-1200 metri, localmente fino a 800 metri sull'Appennino.

Sabato 26 Novembre
Neve sull'Appennino oltre i 600-1000 metri e localmente a quote più basse sulle province di Massa-Carrara, Lucca, Pistoia, Prato e Firenze.
Lucignolo, tienti pronto. Si va a vedere la nuova Riva. Simone, che fai?

Ninna nanna - d'autore - (per chi passa)


 A few light taps upon the pane made him turn to the window. It had begun to snow again.
 He watched sleepily the flakes, silver and dark, falling obliquely against the lamplight. The time had come for him to set out on his journey westward. 
Yes, the newspapers were right: snow was general all over .
It was falling on every part of the dark central plain, on the treeless hills, falling softly upon the Bog of Allen and, farther westward, softly falling into the dark mutinous Shannon waves.
 It was falling, too, upon every part of the lonely churchyard on the hill where Michael Furey lay buried.
It lay thickly drifted on the crooked crosses and headstones, on the spears of the little gate, on the barren thorns. His soul swooned slowly as he heard the snow falling faintly through the universe and faintly falling, like the descent of their last end, upon all the living and the dead. 
 
 Un battere leggero sui vetri lo fece voltare verso la finestra. Aveva ripreso a nevicare.
 Assonnato guardava i fiocchi neri e argentei cadere di sbieco contro il lampione. Era venuto il momento di mettersi in viaggio verso l'ovest.
 I giornali dicevano il vero: c'era neve dappertuto in Irlanda.
 Neve che cadeva su ogni punto dell'oscura pianura centrale, sulle colline senz'alberi; cadeva piana sulle paludi Allen e più a occidente sulle fosche onde rabbiose dello Shannon.
 E anche là, sul cimitero deserto in cima alla collina dov'era sepolto Michael Furey.
S'ammucchiava alta sulle croci contorte, sulle tombe, sulle punte del cancello e sui roveti spogli. E l'anima lenta gli svanì nel sonno mentre udiva la neve cadere lieve su tutto l'universo, lieve come la discesa della loro ultima fine su tutti i vivi, su tutti i morti.»
(James Joyce - "I morti" in Gente di Dublino)



Stampa non rassegnata


Leggila qui Per non rendere troppo triste questo blog.


giovedì 17 novembre 2005

Il risvolto delle rivolte


...Nel celebre racconto di Hans Christian Andersen I vestiti nuovi dell'imperatore, alla sfilata in cui si pavoneggia un monarca inquieto, attorniato da una corte ossequiosa, basta la flebile voce di un bambino a rendere visibile ciò che è flagrante. Rivela il disordine dell'ordine e rimanda alla sua impostura: «"Ma non ha alcun vestito!" L'imperatore fu colto da un fremito, gli sembrava che il popolo avesse ragione, ma disse tra sé: "Devo tener duro fino alla fine della processione". E il corteo proseguì la sua strada e i ciambellani continuarono a portare lo strascico che non c'era».


Un bel post di Antonio Sofi


Ripreso da me e rimuginato qui

Occhio ragazzi

Definire un errore  la guerra all’Iraq è un errore: la guerra, di suo, è assassinio, violenza, tortura, stupro.
Il Titolo sbagliato.

Sinistra Ds _ Unione Metropolitana di Firenze Mozione Mussi - Berlinguer
 
IL CRIMINE DI FALLUJAH
L'ERRORE DELLA GUERRA

Ritiro delle truppe italiane e pacificazione dell'Iraq
 
Sabato 19 Novembre – ore 16
Sala Est Ovest Provincia di Firenze
Via Ginori, 12  - FIRENZE
  
Ore 16  _ Proiezione de "La strage nascosta", il servizio di Rai news 24
Ore 17 _ Dibattito
 
Intervengono:
- Famiano Crucianelli, Deputato Ds
- Lisa Clark, Beati i costruttori di pace
- Domenico Gallo, Magistrato
 
Coordina Marisa Nicchi
 
Il Titolo giusto, secondo me, poteva essere questo:

Il crimine della guerra,

l’inferno di Fallujah.


Definire un errore  la guerra all’Iraq è un errore: la guerra, di suo, è assassinio, violenza, tortura, stupro. “A la guerre comme à la guerre”, dice il proverbio, e dice il vero.  La distinzione tra obbiettivo civile e obbiettivo militare è un altro errore. La guerra va semplicemente ripudiata. L’articolo 11 della nostra Costituzione è diventato un “logo” per carta igienica. Sulla carta igienica va scritto: troppi se e troppi ma. Comunque, viva il bidet.

martedì 15 novembre 2005

Giornata grigia; le foglie d'autunno
fanno tappeto da me sul lungarno
.
Scusa lettore se oggi non manco 
di sparger sul post del
fosforo bianco.

La tempesta


Si scatenò una tempesta di fuoco così intensa che nessuno mai fino a quel giorno l’avrebbe creduta possibile.
Il fuoco, levandosi in cielo in vampe alte fino a duemila metri, attirava a sé l’ossigeno con una violenza tale che le correnti d’aria raggiunsero la forza di uragani…simili ad una mareggiata, lingue di fuoco alte come palazzi si riversavano nelle strade ad una velocità di oltre 150 chilometri all’ora…in alcuni canali ardeva anche l’acqua…ovunque corpi orribilmente dilaniati. (Il giorno dopo) su alcuni corpi orrendamente dilaniati guizzavano ancora le fiammelle azzurre del fosforo.


Qui


L'ho scaricato, salvato sul mio Pc, copiato sul CD. Ora lo porto a Enzo che me l'ha chiesto, a nome anche di altri. Fallo anche te. (ricordati di scaricarlo da download video, non da streaming video; scusa dell'ovvietà, ma se non le lo diceva Simone ero ancora lì a imprecare contro Negroponte).

sabato 12 novembre 2005

Quando ero in Iraq


 "Quando ero in Iraq, non ho mai visto un terrorista con una tendenza estrema per l'insensato versamento del sangue, ma solo contadini e commercianti arrabbiati che per un motivo o per un altro, volevano porre fine al nostro dominio imperiale sulla loro patria. Quello che ho visto era un'insurrezione onesta combattuta da normali cittadini, una guerriglia perfetta senza alcuna direzione centralizzata, e con il potenziale per superare ogni ostacolo creato dalle forze convenzionali della coalizione."


J.D. Engelhardt, il coraggioso reduce americano che ha reso noto al mondo l'orrore del fosforo bianco a Falluja.


Leggilo qui


Musica Da Parigi (By Beppe Caravita)


Caro Beppe, per noi mandaci almeno Bella ciao.


Comunque grazie dell'incoraggiamento ai settantenni.

venerdì 11 novembre 2005



                                        Raggio di sole


Un raggio stamattina

entra dalla mia finestra

in questa dolce e fresca

stagione novembrina.

L'estate dei morti

m'ispira un'emozione:

e bisogna che riporti

una vecchia mia canzone:


Copre l'Europa un cielo cupo e nero,

strisciato a sangue verso l'Oriente:

Gaza e Fallujah contro il mondo intero

Che sta a guardare senza fare niente.

Lo stivale affondato nel pantano

Mi stringe il piede e intorpida la mente.

Nel tentativo d'andar più lontano

Sposto lo sguardo là verso Occidente.


Ed ecco, come al rompersi di un velo,

un raggio luminoso fora il cielo.

Or qui lettor appar la meraviglia:

come allor che Dante uscì da Marte

- Pianeta che significa la guerra -

per salire più alto in grembo a Giove,

-che in sé la Giustizia accoglie e serra,

 

Io vidi in quella giovial facella

lo sfavillar de l'amor che lì era,

segnare a li occhi miei nostra favella.



 Vidi cioè il raggio prima fermo

Formare in arco sette bei colori:

poi, pennellando come su uno schermo,

lo vidi sussultar dentro e di fuori.

Ed ecco che in cospetto al mondo intero

in cielo ho visto scritto: ZAPATERO.


Barbabianca Aprile 2004


 

mercoledì 9 novembre 2005

 



Da attaccante a stopper

Dogville




Tu quoque Italia mater mea?

Visto su Arte, lunedi 7 novembre, gratis, dal satellite, durata più di due ore, senza nessun consiglio per gli acquisti! Non so se Mauro è riuscito a prendere il canale col suo decoder. L'altra volta mi telefonò dicendo che non lo trovava; eppure sta a pochi isolati, qui all'Isolotto di Firenze. Ma perché noi italiani dobbiamo avere a disposizione gratis solo i nostri 7 canali di scolo? (Beppe Grillo). Comunque il programma della settimana lo trovate qui. I film sono in lingua originale con sottotitoli francesi.  Stasera p.e. c'è "L'isola" di Kim Ki Duc. Ore 22,45.
Dogville è duro da reggere; costruito su 9 stazioni della via crucis. E neppure un minuto di intervallo con una reclame. Mi sono alzato un paio di volte, con la scusa di orinare, mentre Paola imperterrita non batteva ciglio né skippava col telecomando; così posso raccontare la sorpresa del finale: Nicole Kidman che torna a sottomettersi al padre criminale m'è apparsa -sic!- l'Italia di Andreotti sottomessa alla mafia, l'Italia di Nassiria sottomessa a Bush-Cia, l'Italia di Fassino in corteo con Ravenna sottomessa a Israele .

Bella Italia amate sponde,
son le piaghe sì profonde?

Sto invecchiando e, a volte, soffro di qualche incubo. Ma non mi considero ancora un depresso. Quindi coraggio. Vate, scorda gli Achei. E vola, quando puoi, col satellite.

Per un'idea del film un po' meno approssimata leggi la scheda.


PS.

Domanda:
Cosa fa sì che un paese intero si presenti, unico in Europa, così platealmente in ginocchio davanti a Israele in un simile momento storico?

Leggi una bella risposta.

Dai un'occhiata anche qui.

lunedì 7 novembre 2005

 


Il secolo cinese. Storie di uomini, città e denaro dalla fabbrica del mondo
Autore Rampini Federico
Prezzo
 € 15,00 
Dati 350 p., brossura
Anno 2005 
Editore Mondadori
Collana Strade blu


Da leggere.  Segnalato da G.G.


 

domenica 6 novembre 2005


Ciao, Natalino.



 


Te ne sei andato di corsa, come in corsa eri sempre vissuto. Attento agli stop! I tuoi figlioli e la Silvana te l’avevano sempre raccomandato. Pazienza, così è andata. Son contento che tu non abbia sofferto, rientrando in grembo a madre natura direttamente dal coma cerebrale. Col tuo fegato davvero indomito ora vive un uomo di 52 anni, i tuoi reni sono a disposizione dell’ospedale di Siena. E le centinaia di litri di sangue che tu hai donato ininterrottamente fino ai 66 sessantasei anni! Medaglia d’oro del donatore.  Era un dei tuoi dichiarati motivi d’orgoglio. Ci siam ritrovati tutti, ieri in Avena, in una grigia giornata novembrina di questo tiepido autunno, che sembra trovar gusto a trattenersi ancora a lungo nella cornice incantata dei monti e delle colline che stanno tra Romagna e Valdarno, tra la Verna e il Pratomagno. Il lungo infinito corteo che t’ha accompagnato fin sotto il boschetto di querce sulla collina sovrastante casa tua ti assegna da oggi un posto primario tra gli spiriti buoni protettori della nostra valle, dolce e forte, come eri tu.  Ti sia lieve la terra come dolce è il ricordo che lasci a tutti noi. Ciao, Natalino.


PS. La tua storia - certo non tutta - è raccontata qui.

Se clicchi sulla foto lo vedi insieme alla Silvana,

sabato 5 novembre 2005


APPELLO PER LA LIBERAZIONE DI MARWAN BARGHOUTI

E DI TUTTI I PROGIONIERI POLITICI PALESTINESI


Marwan Barghouti è stato sequestrato nei Territori autonomi palestinesi nell’aprile del 2002 durante l'operazione «scudo difensivo» che ha stracciato definitivamente quello che restava degli accordi di Oslo con la rioccupazione israeliana dei territori amministrati dall’Anp. Il sequestro, il trasferimento e la detenzione in Israele di Barghouti, parlamentare palestinese, è stata un'ulteriore illegalità del governo israeliano. Il 6 giugno 2004, anniversario dell'occupazione militare del 1967, Marwan viene condannato a 5 ergastoli più 40 anni di carcere. Oggi la sua detenzione appare in flagrante contraddizione con varie norme di diritto internazionale, contenute, fra l'altro, nella IV Convenzione di Ginevra del 1949 e negli accordi fra Israele e Palestina. 
Marwan, segretario di Al Fatah in Cisgiordania dopo aver trascorso molti anni nelle carceri israeliani durante la prima Intifada è stato deportato ed ha vissuto in Tunisia. Tornato in Palestina, dopo gli accordi di Oslo, di cui è stato protagonista, non è mai stato considerato un «tunisino», un leader ritornato dall'esterno. Si è battuto con altri parlamentari per la trasparenza dell'autorità nazionale palestinese e contro la corruzione ed è stato in larga parte il dirigente che ha saputo spiegare e far accettare alla popolazione dei campi profughi l'accordo di Oslo. Lo ripeteva anche quando era già in clandestinità, dopo che il 23 settembre 2001 venne emesso il mandato di cattura contro di lui: «Non c'è altra strada di un negoziato che porti alla realizzazione di uno Stato palestinese in coesistenza con lo Stato israeliano... Israele deve cessare l'occupazione militare e applicare le risoluzioni Onu». 
Durante il suo processo, la sua difesa è stata un atto d'accusa contro l'illegalità dell'occupazione militare e pur rivendicando il diritto sancito dalla Convenzione di Ginevra, alla difesa anche armata del popolo palestinese contro il dominio coloniale e militare, ha condannato ogni attacco palestinese contro i civili israeliani e ribadito la sua volontà di arrivare con Israele ad una pace giusta. Nelle elezioni del 9 gennaio, che hanno visto la vittoria di Abu Mazen per la presidenza dell’Anp, Marwan pur acclamato da ampi settori della sua popolazione, ha rinunciato a candidarsi. Con questo suo gesto ha dimostrato ancora una volta di avere a cuore l'unità del popolo palestinese. Con dignità ha chiesto solo che in ogni negoziato la liberazione dei prigionieri politici sia una priorità. Oggi Marwan non rappresenta solo le migliaia di palestinesi rinchiusi nelle carceri di Israele per la sola colpa di essersi opposti all’occupazione israeliana, ma anche la volontà e il protagonismo di una nuova leaderships che vuole affermarsi e consolidarsi dopo la scomparsa del Presidente Arafat. Con questa leaderships si dovrà fare i conti per arrivare ad una giusta pace fra Israele e la Palestina. Una pace che riconosca per entrambi gli Stati il diritto ad esistere, alla sicurezza e alla sovranità. 
Liberare Marwan, non lasciare che muoia nella cella di due metri senza finestre dov'è rinchiuso in totale isolamento, con la luce accesa per 23 ore al giorno, fare sì che possa riprendere il suo posto nella costruzione di uno Stato palestinese, riconsegnarlo all’affetto della sua famiglia, deve essere un impegno di individui, associazioni, movimenti, partiti, governi che abbiano a loro fondamento il principio della giustizia e della legalità internazionale. Tutto questo può sembrare un sogno, visto l'irriducibilità di Sharon e la debolezza della comunità internazionale, ma anche per Mandela ci sembrava un sogno! 
Per questo i sottoscrittori del seguente documento aderiscono alla campagna internazionale per la liberazione di Marwan Barghouti e di tutti i prigionieri politici (www.freebarghouti.org) si impegnano a dar vita anche in Italia ad un Comitato per la liberazione di Marwan Barghouti che promuova iniziative di informazioni e di sensibilizzazione su questo argomento e chiedono al Governo Italiano e al Parlamento europeo un preciso impegno per favorire – con atti concreti e appropriati – l’immediato rispetto del diritto e della legalità internazionale. 
Per informazioni e adesioni: barghoutilibero@yahoo.it  Continua qui


Leggi anche Dies Iran


giovedì 3 novembre 2005


Le Gualchiere di Remole


Venendo da Pontassieve via Rosano verso Bagno a Ripoli, sulla destra, verso il fiume. C'è un cartello indicatore. Me lo fa notare Paola, in tempo per infilarmi con la Punto nella stradina interna sterrata. Eccole le più grandi delle quattro grandi gualchiere che facevano ricchi i mercanti fiorentini e ricercato il fiorino d'oro in tutte le plaghe d'Europa. Leggo sul cartello posto dal comune di Firenze che furono costruite alla metà del trecento per ragioni igienico sanitarie. Cioè, penso io, sostituirono altri piccoli impianti fatti a ridosso se non dentro la città. Collego la cosa con la pestilenza del 1348 che si portà via più della metà della popolazione di Firenze. Uno su due. Che tempi. Tra le vittime il grande storico Giovanni Villani, tra gli scampati Giovanni Boccaccio che dalla peste fa cominciare il suo Decamerone. un pezzo di storia patria che sta andando in malora. Ma è ancora recuperabile. Coraggio, Comune di Firenze, che sei il proprietario anche se il luogo è in zona di Bagno a Ripoli. Che bel museo ci verrebbe. Anche per farci capire per bene come funzionavano questi marchingegni che producevano le più belle stoffe d'Europa, si capisce al prezzo del duro lavoro dei ciompi, salariati con pochi diritti e meno potere.


Le mie foto.



Le Gualchiere, presso la localita' Remole, sono opifici medioevali appartenenti alla corporazione dell'Arte della Lana, nei quali venivano trattati, grazie alla forza dell'acqua dell'Arno, i panni di lana. All'antico edificio erano annessi altri locali adibiti alle diverse lavorazioni: pescaia, diga, cateratte, il porticciolo per le imbarcazioni che trasportavano i tessuti. Il mestiere del gualchieraio che oggi non esiste piu', era praticato fin da tempi remoti a Bagno a Ripoli. La gualcatura o follatura o sodatura, era una fase importante della lavorazione della lana. I tessuti venivano imbevuti di sostanze acide e messi in "pile", recipienti di pietra, alle cui sommita' si trovavano aste con un pesante maglio: mosse dalla forza dell'acqua le aste spingevano il maglio sulle pezze, rendendole compatte, piu' spesse e resistenti. Le tele ancora umide venivano poi trasportate, via fiume, a Firenze per altre operazioni di finitura. Ma i gualchierai, oltre all'attivita' che competeva loro, custodivano le gualchiere e si tramandavano il mestiere di generazione in generazione; erano iscritti anche all'Arte della Lana e quindi sottoposti a tutti i vincoli imposti dalla Corporazione, almeno fino al 1782, anno della sua soppressione. Cio' che resta oggi dell'antico edificio non e' in buono stato di conservazione, tuttavia sono in atto progetti di restauro.


Per le gualchiere del Casentino sono andato a vedere qui,


 

Un libro da leggere

Le gualchiere e l’arte della lana: un’altra storia

Ci sono aspetti della storia di una città che, pur non eccitando l’immaginario collettivo e non rientrando nel cliché turistico, fanno parte a pieno diritto non solo della fisionomia urbana complessiva, ma anche di un passato illustre. Per esempio quasi nessuno (compreso chi scrive) sa esattamente cosa fosse un tempo quella sorta di torretta mangiucchiata in pietra che si trova al lato della pescaia di San Niccolò, né da dove venisse quella grande macina che affiorò dal letto dell’Arno durante uno dei periodi di secca estiva una ventina d’anni fa.
Dubbi e curiosità mai espresse che hanno trovato risposta nell’interessante volume, pubblicato a cura della Camera di Commercio di Firenze, "Gualchiere. L’Arte della lana a Firenze" (Edifir). Le gualchiere erano strutture medioevali che sfruttavano l’acqua del fiume per la lavorazione dei panni di lana, e quel moncone di pietra a San Niccolò è ciò che resta di una di queste costruzioni, adibita in seguito a mulino ad acqua (di questo, sì, avevamo riferimento certo in un dipinto ottocentesco del Gelati) e infine a impianto per la risalita dell’acqua. La storia delle gualchiere ci rivela in sostanza il passato di Firenze e delle zone a monte dell’Arno come centri di produzione di tessuti, da cui il nome di molte strade (Piazza del Tiratoio, via dei Saponai, corso de’ Tintori, vicolo della Seta, via dei Cardatori) e la fortuna di molte importanti famiglie fiorentine, come gli Albizi.

Le gualchiere rappresentavano dunque la prima fase di meccanizzazione del processo di follatura (operazione di rifinitura del tessuto che prevedeva la battitura del panno, che era sempre stata eseguita fino a quel momento con i piedi, con magli di legno azionati dall’acqua, dopo il processo di "infeltrimento" eseguito con bagni di acqua bollente, sugna, argilla, urina e sapone). Ma gli impianti sul fiume erano soprattutto destinati ad imbrigliare l’energia, che dunque non veniva impiegata solo per la gualcatura, essi accoglievano all’interno diverse attività produttive, come quella molitoria per farine o mangimi. Era il caso dell’edificio sorto alla pescaia di Ognissanti, del quale resta come al solito uno slargo aggettante l’argine.

Gualchiere di Quintole, di Remole, di Rovezzano, del Girone: la capillare indagine svolta da Simona Lamioni, incaricata nel ‘97 dalla Camera di Commercio di svolgere una ricerca di documenti sulla gualcatura dei tessuti, che è sfociata nella realizzazione di questo libro, appassiona e sollecita il lettore a riconoscere le tracce delle antiche attrezzature sparse per la città e nei dintorni, anche se le testimonianze architettoniche ancora integre sono ormai rare. E’ come se quello studio sugli Archivi Storici camerali, si fosse ingrandito da sé, fino a diventare l’affascinante percorso attraverso immagini e documenti che la presente pubblicazione. La ricerca, appassionata e rigorosa, è suddivisa in quattro parti: "La follatura dei panni: un modo di leggere una parte della storia di Firenze. Cenni storici sulle gualchiere fiorentine tratti dalle fonti di alcuni importanti archivi della Città" di Simona Lamioni; "L’arte della lana. Dieci fasi fondamentali per produrre i panni fini"; "Le gualchiere di Remole. Un ‘monumento’ di preistoria industriale", di Alessandro Guido e Florestano Cuda. Tiratoi e gualchiere: storie di altri mondi", di Enzo Salvini. Un libro che dimostra come si possano creare avvincenti percorsi tangenziali alla storia dei grandi avvenimenti attraverso documentazioni "di settore", ricordando, tra l’altro, che proprio l’edificio che ospita la Camera di commercio sorge dov’era una volta un grande tiratoio. Come se la Storia scegliesse da sé i propri finali.

Guarda anche qui sui lanaioli di Pontassieve. C'è una foto "alinari" delle gualtiere di Remole. E' una bella ricerca fatta da due classi di una scuola media.