mercoledì 26 gennaio 2005


Gli internati avevano il nome proprio (= numero) tatuato sul braccio e il cognome attaccato al vestito; un triangolo di stoffa rosso (politici), verde (delinquenti comuni), bordò (testimoni di Geova), nero (asociali), rosa (omosessuali), viola (zingari), azzurri (apolidi), due triangoli gialli formanti una stella a sei punte (ebrei).


 Il 27 gennaio i russi entrarono ad Auschwitz; purtroppo liberarono il campo, ma non la maggior parte degli internati che furono spinti a piedi, con marce forzate, verso ovest, fino a Mauthausen. Ma pochi arrivarono.

Mauthausen fu liberato dagli alleati il 5 maggio e quello fu veramente il giorno della liberazione per tutti.
Sono stato a Mauthausen almeno tre volte con gli studenti delle superiori, accompagnato volta a volta da Alberto Ducci, Mario Piccioli, Piero Scaffei, reduci del campo. Mario lo incontro ancora per le vie di Firenze. Gli altri due sono in cimitero. Qui voglio solo fare una considerazione. Tutti sanno e tutti parlano dei 6 milioni di ebrei sterminati nei campi; e  gli altri 6 milioni?  triangoli rossi, neri, bordò, viola,verdi, azzurri,rosa: russi, francesi, italiani, austriaci, tedeschi, spagnoli...?

Dachau, vicinissimo a Monaco, il primo campo in assoluto, la madre di tutti gli altri campi, fu "fondato" dai dissidenti tedeschi.

 Mauthausen, in Austria, vicino a Linz, lavorato a pietra (e che pietra!) e sangue fu costruito dagli  austriaci oppositori al regime e dagli spagnoli anarchici, comunisti, repubblicani catturati dai fascisti nella Francia occupata dai nazi. Scampati a Franco, ripresi da Hitler: che storia! Furono i primi a entrare nel campo e i loro numeri di matricola erano ovviamente bassi. Verso la fine del conflitto erano rimasti in pochissimi, ma i nazisti ne avevano una sorta di rispetto e timore: i numeri bassi erano esseri sovrumani, Nibelunghi redivivi.

Voglio infine fare la mia rimembranza al milione di tedeschi assassinati dai nazisti perché oppositori anche se non tutti passati per il camino. Il numero è approssimato, perché di molti non si è trovata più traccia: desaparecidos.

E a proposito dei russi: liberarono Auschwitz al prezzo di 20 (venti) milioni (milioni) di morti ammazzati.

Ma domani 27 gennaio è d'obbligo parlare solo degli ebrei.

E guai a nominare la Palestina.


Discorsi a pera, come questo:

E che dire dell'antisemitismo odierno che "rispunta quando la lotta d'Israele per la sua esistenza è considerata terrorismo di Stato" .

Il giorno della memoria: perché non il 5 maggio 1945?

Il primo campo, la madre di tutti i lager fu questo, ed  era destinato agli  oppositori antifascisti.

Dachau
Costituzione: 20 marzo 1933
Ubicazione: nelle vicinanze di Monaco

Il campo di concentramento di Dachau è stato il primo istituito «ufficialmente» dal regime nazista, poche settimane dopo la presa del potere in Germania. Il campo, derivato dalla ristrutturazione degli edifici e dei terreni di una fabbrica di munizioni in disuso, era progettato, inizialmente, per 5.000 deportati. Esso fu un "campo modello" nel quale furono sperimentate e messe a punto le più raffinate tecniche di annientamento fisico e psichico degli avversari politici, cioè degli oppositori del regime, ai quali in un primo tempo quel Lager era dedicato come luogo di «rieducazione politica».
I primi ospiti di Dachau furono funzionari e dirigenti del partito comunista. Poi vennero i socialdemocratici ed i cattolici. Ma quando uno dei prigionieri era anche ebreo il trattamento riservatogli era particolarmente avvilente e letale.
Sin dall'inizio esisteva nel campo una «Compagnia di punizione» alloggiata in una baracca separata dalle altre. In seguito le baracche divennero due perché la forza di questa formazione speciale era progressivamente aumentata.

In altre parole erano aumentate le sevizie, era diventato più duro il lavoro, insopportabile il regime di vita. I prigionieri venivano stroncati dalla fatica ma altri subirono l'inumana pena del bunker, dove molti languirono per mesi (se non soccombevano prima) incatenati, alimentati con pane ed acqua o costretti a stare in piedi, dentro cubicoli di cm. 60 x 60, senza luce né aria. Questo il trattamento, questo il sistema per eliminare dalla circolazione chi non era gradito al regime.
Nei primi tempi i prigionieri erano destinati alle opere di completamento delle installazioni del campo, in lavori stradali e di sistemazione del territorio intorno al campo. Poi essi furono distaccati presso varie imprese appaltatrici delle forniture di materiali per impiego bellico, che si erano nel frattempo installate nella zona.
A Dachau i nazisti affidarono la gestione interna del campo agli stessi deportati. Trattandosi di un campo a prevalente presenza di prigionieri politici, fu facile per loro trovare un comune linguaggio - quello dell'antifascismo - fra uomini che, man mano che l'invasione nazista si espandeva a macchia d'olio sull'Europa, venivano rastrellati nei loro paesi ed avviati a Dachau. In breve tempo Dachau fu una vera Babilonia: tedeschi, austriaci, russi, polacchi, francesi, italiani, cecoslovacchi, ungheresi vissero insieme, dividendosi la fatica, le umiliazioni, la violenza degli aguzzini. Un comitato antinazista clandestino consentì la convivenza di tutti, all'insegna della solidarietà.
Dachau
ospitò anche numerosi sacerdoti che vennero rinchiusi nei cosiddetti «blocchi dei preti». Ma fu anche sede di infami esperimenti pseudo-scientifici, i soliti esperimenti che avrebbero dovuto far conoscere i modi per salvare la vita ai combattenti del Terzo Reich, ma che costarono la vita a centinaia dei suoi oppositori.
Progettato originariamente ed attrezzato per ospitare al massimo 5.000 detenuti, ad onta di successive estensioni e ramificazioni in innumerevoli sottocampi, il Lager fu sovraffollato al limite tale che tre persone dovevano dormire nello stesso letto, servirsi degli stessi impianti igienici, dividere il poco e pessimo cibo. A Dachau furono registrati a turno circa 200.000 deportati (di cui oltre 10.000 italiani), ma in effetti essi furono molti, molti di più. Il 29 aprile 1945 gli americani che liberarono il campo contarono 31.432 persone, più altre 36.246 presenti nei sottocampi e distaccamenti. Questi erano i superstiti rimasti sul luogo, ma non si conosce il numero di quelli che, poco prima dell'arrivo degli alleati, furono smistati con marce forzate verso Mauthausen e Buchenwald. Non è ancora stato possibile stabilire esattamente il numero dei morti di questo campo cui si attribuisce il triste primato di durata e di insopportabilità del regime di detenzione. L'anagrafe del campo ha registrato circa 45.000 decessi, ma questa è sicuramente una cifra irrisoria di fronte alla tragica realtà di Dachau.
 

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