sabato 19 marzo 2005

Università dell'età libera






Giorgio Vasari scrive la “Vita di Iacopo Carrucci detto il Pontormo”- dal paesino di nascita, vicino a Empoli - e si diffonde a parlare delle stranezze del pittore.

Nel suo racconto, il biografo aretino non esprime una opinione positiva su Pontormo per svariati motivi: la mancanza di “fermezza nel cervello”, il fatto che andasse “sempre nuove cose ghiribizzando”, per il suo invaghimento della maniera tedesca di Dürer: una pittura nordica, secca, arrovellata, dura, e poi per la sua incontentabilità e la sua solitudine, che neanche gli amici fraterni riuscivano a scalfire.

Ce n'è a sufficienza per rendercelo simpatico, perché originale e aperto al nuovo; sulla sua maestria siamo tutti d'accordo.


Rifacciamoci gli occhi con Maria ed Elisabetta che si incontrano a "Carmignano", qui a due passi da Firenze.

E' anche giusto che i pittori moderni si ispirino a lui, seguendo il suo esempio.

Guardate cosa non fa Viola (leggi Vàiola)

Si tratta di un video al rallentatore, suggestivo e unico nel suo genere.


A proposito di antichi e di moderni, guardate la deposizione del Pontormo, quella del Rosso Fiorentino e poi questa!


A Pasolini fruttò un processo in piena regola, come ateo e bestemmiatore.


E ancora i colori di Viola

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