mercoledì 15 giugno 2005


Appena chiuse le votazioni e conosciuta l'altissima percentuale di astensioni al referendum, il cardinale Ruini ha rilasciato una intervista al TG1 con la quale ha ribadito - se necessario - le sue posizioni e quelle della Conferenza Episcopale Italiana, che possono essere così riassunte: le leggi dello Stato sono accettabili se rispettano la morale cattolica. Cade così, come osservato da Michele Serra, "la pietosa ipocrisia secondo la quale la Chiesa avrebbe avuto, nelle ultime vicende, un ruolo esclusivamente spirituale". La Chiesa invece ha svolto nell'occasione una "forte e militante presenza politica, tanto forte da far varare leggi o far naufragare un referendum".


Ciò detto, occorre anche riconoscere che una percentuale di astensioni così elevata, intorno ai tre quarti dell'elettorato, non può essere dovuta soltanto al messaggio della Chiesa cattolica. Evidentemente altre cause hanno concorso, ed avremo modo di analizzarle in seguito.


Per ora, ci permettiamo di osservare che da questo risultato TUTTI escono sconfitti.


Hanno perso, anzitutto, le persone e le associazioni - noi compresi - che si sono impegnati per il voto, indipendentemente se SI, NO o scheda bianca.


Hanno perso i sostenitori del SI, in quanto i dieci milioni di voti da loro ricevuti non serviranno a modificare gli articoli di legge da loro contestati.


Hanno perso i sostenitori del NO, in quanto i voti da loro ricevuti sono un insignificante minoranza (appena il 10% dei votanti, ossia il 2,5% dell'elettorato).


Hanno perso i Presidenti della Camera e del Senato, Casini e Pera, i quali sono venuti meno al loro dovere di far rispettare la Costituzione italiana contro l'intromissione di uno Stato estero e far rispettare il Concordato contro le inadempienze della Chiesa.


Hanno perso i promotori dei referendum allorché hanno confidato sulla possibilità di raggiungere il quorum dopo 20 anni e 17 consultazioni fallite.


Ha perso anche la Chiesa cattolica, per aver offeso e coartato la coscienza di molti fedeli e per aver rispolverato vecchi steccati fra laici e cattolici, le cui conseguenze negative non tarderanno a manifestarsi.

Ha perso infine la democrazia, per sua natura basata sul voto e quindi su una scelta che non è stata espressa e non è corretto interpretare.

In proposito vogliamo ricordare risposta di Corrado Augias, nostro socio onorario, alle lettere di diversi lettori amareggiati e delusi per l'esito del referendum:

"Dedico a tutti i delusi, i furenti, gli sconsolati, gli sconfitti (nel cui ambito, per quel che conta, mi metto), un prezioso libretto (79 pagine in tutto) di Giulio Giorello appena suscito. Titolo: "Di nessuna chiesa"; sottotitolo: "La libertà del laico" (Raffaello Cortina ed.). E' un elogio del relativismo dove si legge tra l'altro questa citazione di John Stuart Mill, autore del fondamentale saggio "Sulla libertà": <Vi è la massima differenza tra il presumere che un'opinione è vera perchè, pur esistendo ogni possibilità di discuterla, non è stata confutata, e presumerne la verità al fine di non permetterne la confutazione>.Parole sante, si potrebbe dire se, dati i tempi, non si temessero equivoci".


(da: la Repubblica del 15.6.2005).


 Cordiali saluti Giampietro Sestini


Ora potrebbe anche bastare!


Ripartiamo dal 15 giugno 1215?

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