sabato 30 luglio 2005

Una settimana fa ero a tavola


 con pochi amici alla Maestà, la casa di campagna di Franco, fatta bella come una Maestà da Mario, l'uomo che dipinge le colline, in un Casentino fatto bello da una sera estiva di luna ancora quasi piena che splendeva di luce radiante attraverso un cielo fatto bello dall'acquazzone del pomeriggio. Cosa vuol dire aver mangiato i ravioli della Mariella fatti con le bietole del nostro orto, conditi con i tartufi dei campi lì intorno, zona Ortignano, falde Pratomagno, mangiato bistecca dei fratelli Troi di Ponte a Poppi che fanno concorrenza al macellaio di Greve in Chianti (quello del funerale alla bistecca senz'osso regalo delle mucche terroriste inglesi). Per non dire del marengo del Fornaini, che ancora fa onore al cognome mantenendo il forno, e della torta campagnola di Robiglio, giunta fin lì con la corriera Firenze-Bibbiena insieme a Paola. Il vino giunto dal Piemonte, scelto dal palato sopraffino sino alla consunzione di Franco.

E' tutto vero, ma sto scherzando. Al centro della tavolata c'era Sandro Lombardi venuto a ritrovare noi, proprio noi che fino ad dieci giorni prima neppure conosceva. Peccato fosse a dieta ed abbia pasteggiato con acqua pura delle fonti casentinesi. Ma si è sciolto lo stesso, quando a fine cena gli è passato davanti agli occhi il filmato della sua presentazione al castello la settimana prima; non s'aspettava il tocco di Stefano che pur centrando su di lui tutta la lettura di due pagine del libro "Gli anni felici", aveva tornito la faccia di Lombardi con immagini di paesaggio accompagante da una canzone di Capossela che ha fatto trasalire il grande attore e finissimo scrittore. In attesa che Splinder mi consenta di mettere l'audio originale, in un prossimo post metterò almeno una delle pagine da Sandro lette sabato 16 luglio al Castello. Un grande personaggio, uno scrittore vero: Gli anni felici, Garzanti ed.


Due foto di Lombardi sull'album Flickr, qui accanto.

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