domenica 6 novembre 2005


Ciao, Natalino.



 


Te ne sei andato di corsa, come in corsa eri sempre vissuto. Attento agli stop! I tuoi figlioli e la Silvana te l’avevano sempre raccomandato. Pazienza, così è andata. Son contento che tu non abbia sofferto, rientrando in grembo a madre natura direttamente dal coma cerebrale. Col tuo fegato davvero indomito ora vive un uomo di 52 anni, i tuoi reni sono a disposizione dell’ospedale di Siena. E le centinaia di litri di sangue che tu hai donato ininterrottamente fino ai 66 sessantasei anni! Medaglia d’oro del donatore.  Era un dei tuoi dichiarati motivi d’orgoglio. Ci siam ritrovati tutti, ieri in Avena, in una grigia giornata novembrina di questo tiepido autunno, che sembra trovar gusto a trattenersi ancora a lungo nella cornice incantata dei monti e delle colline che stanno tra Romagna e Valdarno, tra la Verna e il Pratomagno. Il lungo infinito corteo che t’ha accompagnato fin sotto il boschetto di querce sulla collina sovrastante casa tua ti assegna da oggi un posto primario tra gli spiriti buoni protettori della nostra valle, dolce e forte, come eri tu.  Ti sia lieve la terra come dolce è il ricordo che lasci a tutti noi. Ciao, Natalino.


PS. La tua storia - certo non tutta - è raccontata qui.

Se clicchi sulla foto lo vedi insieme alla Silvana,

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