venerdì 11 novembre 2005



                                        Raggio di sole


Un raggio stamattina

entra dalla mia finestra

in questa dolce e fresca

stagione novembrina.

L'estate dei morti

m'ispira un'emozione:

e bisogna che riporti

una vecchia mia canzone:


Copre l'Europa un cielo cupo e nero,

strisciato a sangue verso l'Oriente:

Gaza e Fallujah contro il mondo intero

Che sta a guardare senza fare niente.

Lo stivale affondato nel pantano

Mi stringe il piede e intorpida la mente.

Nel tentativo d'andar più lontano

Sposto lo sguardo là verso Occidente.


Ed ecco, come al rompersi di un velo,

un raggio luminoso fora il cielo.

Or qui lettor appar la meraviglia:

come allor che Dante uscì da Marte

- Pianeta che significa la guerra -

per salire più alto in grembo a Giove,

-che in sé la Giustizia accoglie e serra,

 

Io vidi in quella giovial facella

lo sfavillar de l'amor che lì era,

segnare a li occhi miei nostra favella.



 Vidi cioè il raggio prima fermo

Formare in arco sette bei colori:

poi, pennellando come su uno schermo,

lo vidi sussultar dentro e di fuori.

Ed ecco che in cospetto al mondo intero

in cielo ho visto scritto: ZAPATERO.


Barbabianca Aprile 2004


 

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