venerdì 10 marzo 2006

Videant cives ne quid Respublica detrimenti capiat



La scelta del 9 aprile
A dispetto di quel che da tempo attestano, unanimi, i sondaggi, il risultato delle elezioni che si terranno il 9 e 10 aprile appare ancora quantomai incerto. È questo un buon motivo perché il direttore del Corriere della Sera spieghi ai lettori in modo chiaro e senza giri di parole perché il nostro giornale auspica un esito favorevole ad una delle due parti in competizione: il centrosinistra. ...
La nostra decisione di dichiarare pubblicamente una propensione di voto ...è riconducibile a più di una motivazione. 
 Innanzitutto il giudizio sull’esito deludente... del quinquennio berlusconiano: il governo ha dato l’impressione di essersi dedicato più alla soluzione delle proprie controversie interne e di aver badato più alle sorti personali del presidente del Consiglio che non a quelle del Paese. In secondo luogo riterremmo nefasto, per ragioni che abbiamo già espresso più volte, che dalle urne uscisse un risultato di pareggio con il corollario di grandi coalizioni o di soluzioni consimili; e pensiamo altresì che l’alternanza a Palazzo Chigi - già sperimentata nel 1996 e nel 2001 - faccia bene al nostro sistema politico. Per terzo, siamo convinti che la coalizione costruita da Romano Prodi abbia i titoli atti a governare al meglio per i prossimi cinque anni anche per il modo con il quale in questa campagna elettorale Prodi stesso ha affrontato le numerose contraddizioni interne al proprio schieramento. 
 
Merito, questo, oltreché di Romano Prodi, di altre quattro o cinque personalità del centrosinistra. Il leader della Margherita Francesco Rutelli, che ha saputo trasformare una formazione di ex dc e gruppi vari di provenienza laica e centrista in un moderno partito liberaldemocratico nel quale la presenza cattolica è tutelata in un contesto di scelte coraggiose nel campo della politica economica e internazionale. Piero Fassino, l’uomo che più si è speso per traghettare, mantenendo unito e forte il suo partito, la tradizione postcomunista nel campo dominato dai valori di cui sopra. I radicalsocialisti Marco Pannella e Enrico Boselli che con il loro mix di laicismo temperato e istanze liberali rappresentano la novità più rilevante di questa campagna elettorale. Fausto Bertinotti, il quale per tempo ha fatto approdare i suoi alle sponde della nonviolenza e ha impegnato la propria parte politica in una nitida scelta al tempo della battaglia sulle scalate bancarie (ed editoriali) del 2005. 
Noi speriamo altresì che centrosinistra e centrodestra continuino ad esistere anche dopo il 10 aprile. E ci sembra che una crescita nel centrodestra dei partiti guidati da Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini possa aiutare quel campo e l’intero sistema ad evolversi in vista di un futuro nel quale gli elettori abbiano l’opportunità di deporre la scheda senza vivere il loro gesto come imposto da nessun’altra motivazione che non sia quella di scegliere chi è più adatto, in quel dato momento storico, a governare. Che è poi la cosa più propria di una democrazia davvero normale.  di Paolo Mieli Corriere della Sera, 8 marzo 2006  

 Nota storica 
Sotto la direzione di Luigi Albertini, dal 1900 al 1925, il Corriere raggiunse un grande prestigio. Per il quotidiano milanese cominciano a scrivere molte fra le firme più prestigiose della nostra cultura, come Luigi Einaudi e Luigi Pirandello. Nel dopoguerra seguiranno le collaborazioni di Eugenio Montale, Ennio Flaiano e Pier Paolo Pasolini, solo per citarne alcuni.
Nel 1925, con le dimissioni di Albertini imposte dal Governo fascista, si compì la definitiva fascistizzazione del quotidiano milanese, che si omologò alle esigenze della dittatura fino alla Liberazione.
...Prima tornò con il nome di «Corriere d'informazione», un mese dopo la sua sospensione da parte del Comitato di Liberazione Nazionale, avvenuta nell' aprile 1945, l'anno successivo si chiamò «Il Nuovo Corriere della Sera». Per il referendum istituzionale, si schierò per la repubblica.
...La diffusione media giornaliera nel mese di febbraio 2005 è stata di 655.000 copie.
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Per finire guarda qui  (E' il video del Berlusca al Parlamento europeo - Grazie a Beppe Grillo).

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