martedì 12 settembre 2006

Viaggio a Creta (V)



Venerdi 25 agosto




Hania

La guida di Creta Lonely Planet ci indica in via Zambeliu, all’estremità occidentale del porto, il punto da cui partire per la ricerca dell’alloggio. Così nel giro di mezzora ci riposiamo nella pensioncina Helena, a ridosso del porto, una doppia e una singola al prezzo cumulativo di 90 euro. Antonio ci fa gli onori di casa.

Gentile, orgoglioso del suo lavoro di recupero dell'antica casa veneziana, è stato due volte in Italia, brevemente, da turista.

Ci dà due camere con vista sul porto.. Siamo nel cel cuore del quartiere veneziano, anch'esso in gran parte già recuperato. La cena da Tamam, Zambeliu 49, vecchi bagni turchi, ristorante suggerito dalla guida non delude né sui piatti vegetali né sulle carni al forno, siano agnello o porco o pollo. Consigliato. A proposito di carne, le due volte che a Creta abbiam chiesto carne alla griglia l’abbiamo trovata troppo cotta, dura e quasi bruciata, anche se saporita. Un errore che i ristoranti fiorentini non fanno. Se vi capita avvertite “non troppo cotta”.

 Hania è l’amore di Paola e a lei lascio la parola.

Hania non somiglia a Venezia come a volte si dice. Non ne ha la bellezza nobile e fulgida, somiglia piuttosto a chioggia di cui ha la grazia dei colori rosa rosso celeste giallino che si rispecchiano nel piccolo porto. Del resto non ha canali, ma stridette tortuose che salgono e scendono, piene di turisti che si lasciano incantare  dal garbo degli edifici di stile veneziano, alcuni addirittura senza tetto, dove trovano spazio tra piante ornamentali ristoranti e bar. E questa è proprio una capacità tutta sua, di questa cittadina così poco orientale, nonostante la moschea in bella evidenza sul porto, di rendere fascino ai ruderi rivestendoli di piane rampicanti e non e riempiendoli di vita. Certamente in tutto questo c’è l’intento turistico, ma è realizzato bene, con una formula indovinata. Se si percorre il quartiere Zambeliou che è tutto così, a parte l’eccesso delle rivendite di souvenir e simili, si resta davvero presi dalla grazia non artefatta di questi edifici vecchi ma ancora vivi e ben conservati da un clima senza piogge e senza freddi eccessivi. Il leggero aspetto di decadenza così un elemento di attrazione. Tutta una parte della città, quella vicino al mare soprattutto, è un salotto all’aperto dove spuntano qua e là le macchie verdi di vecchi alberi che ricoprono edifici spesso cadenti, un grande fico inselvatichito una buganvillea di miracolosa bellezza come ne ho viste soltanto a S.Remo.

Sono entrata con curiosità in alcune piccole pensioni che si affacciano su queste stradette, per esempio nella via Teotokopoulos, un nome di strada che ci ha accompagnato spesso a Creta, e mi è sembrato a volte di entrare in una dimensione di fantasia, cioè di come avrei voluto incontrare un luogo ideale: “La proprietaria in questo momento è fuori. Scrivete intanto il vostro nome e vogliate sedervi e assaggiare i nostri biscotti al miele.” Oppure “Salite la scala e guardate se c’è una camera libera. Saremo presto con voi. A più tardi.” Forse non è nemmeno il caso di aggiungere che la gente di Hania è gentile, come tutti i cretesi che abbiamo incontrato e naturalmente porta con disinvoltura strani e mitici (per noi) nomi: Menelao, Sofocle, Basilio, Calliope, oppure un nome comunissimo e da noi scomparso: Maria, Marieta, questo forse davvero veneziano.


Le nostre foto.


Sito greco di Hania (anche in italiano)

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