lunedì 4 dicembre 2006


"If history is to be creative, to anticipate a possible future without denying the past, it should, I believe, emphasize new possibilities by disclosing those hidden episodes of the past when, even if in brief flashes, people showed their ability to resist, to join together, and occasionally win. I am supposing, or perhaps only hoping, that our future may be found in the past's fugitive moments of compassion *** rather than in its solid centuries of warfare."


Se la storia ha da essere creativa in modo da anticipare un possibile futuro senza negare il passato, essa dovrebbe, credo, mettere in evidenza nuove possibilità mettendo in luce quegli episodi del passato che sono stati tenuti nascosti, quando, anche se in brevi sprazzi, la gente dimostrò la sua capacità di resistere, di mettersi insieme, e qualche volta di saper vincere.

Io suppongo, o forse solo spero, che il nostro futuro può essere trovato  nei fuggevoli momenti di sofferenza solidale del nostro passato piuttosto che nei suoi ininterrotti secoli di  guerre..



Here and here


***Compassion is a sense of shared suffering, most often combined with a desire to alleviate or reduce such suffering; to show special kindness to those who suffer. Thus compassion is essentially empathy, though with a more active slant in that the compassionate person will seek to actually aid those they feel compassionate. (Babylon). Compassion è un sentimento di sofferenza condivisa, molto spesso unita a un desiderio di alleviare o ridurre tale sofferenza; il mostrare speciale gentilezza a coloro che soffrono. Così Compassion è essenzialmente empatia ( un modo di comprendere con rispetto cosa un'altra persona sta provando), ma con una più attiva propensione in questo che la persona compassionevole cercherà di aiutare effettivamente coloro che si sentono compassionevoli..


Un libro che leggerò. Me l'ha segnalato la newsletter di Peter Phillips  che è  a professor of sociology at Sonoma State University and director of Project Censored.

In più è stampato da City Lights di Ferlinghetti che ho incontrato nell'aprile del 2001 lì davanti  alla libreria all'inizio di Colombo Street, a due passi dalla Piramide sudamericana. L'ho poi rivisto a Firenze quando venne a inaugurare la sede della Libreria nella zona di S.Niccolò.  Ma l'esistenza di quella libreria è una di quelle cose che rientrano nella sfera del mondo "compassionevole" in lotta perpetua col mondo della guerra infinita e preventiva. S.Francisco è California, l'Università di Sonoma è California (v. nota ***). Poche ore di macchina da S.Francisco, di là dal Golden Gate, il ponte che portava alle miniere d'oro lì a Nord. L'America in questo momento è in mano ai fascisti, semiti e ariani, proprietari delle Multinazionali. Duecento persone che controllano il pianeta con le armi, i mass media, i servizi segreti. E io ho bisogno di pensare a un'altra America, quella della compassion, non quella attualmente vincente del Warfare. E allora, pensando ai professori e studenti di Sonoma, riandando al campus di Berkeley, nella baia di fronte a S.Francisco, al 63 che concepì il 68, ritorno ad un mio vecchio post del 2003:


La febbre dell'oro.

Nel 1848 S.Francisco era solo un piccolo villaggio di pescatori, quando un giorno John Marshall, a 200 km di distanza, portò al suo padrone la prima pepita d’oro. Quello stretto braccio di mare che separava l’oceano pacifico dalla grande baia diventò la porta dell’oro, il Golden Gate. In due anni tutta la regione fu invasa da avventurieri, minatori, disoccupati, prostitute, commercianti, morti di fame come Charlot, con addosso la febbre dell’oro.

E S.Francisco crebbe come un fungo.

Al battesimo di questa nuova formazione umana mancarono i petrolieri e gli schiavisti del Sud. La California dunque è nata dai reietti della terra, dagli scarti dell’umanità, che conoscevano la miseria ma non la schiavitù: né servi né padroni, tutti alla pari.

La California, che io sappia, non ha mai votato per il candidato conservatore nelle elezioni presidenziali. E anche oggi non si fa ricca col petrolio né con le armi, ma con il silicio.

Questo Dna di libertà ed eguaglianza proprio della costa occidentale degli USA è patrimonio dell’umanità; bisogna depositarne il marchio e metterlo sotto la protezione dell’Unesco; Allo stesso modo il Dna del riscatto dalla schiavitù proprio dei neri d’america, sia cristiani come Luther King o musulmani come Malcom X o Muhammad Alì o animisti o agnostici come mille altri, questo DNA è un altro grande antivirus, patrimonio di tutti.

Il terzo DNA, primo in ordine di tempo, è quello dei Padri Pellegrini della Mayflower. è il DNA dei perseguitati per motivi politici e religiosi. 

Per il DNA nero, voglio ricordare Tommy Smith e John Carlos, primo e terzo nei 200 metri alle Olimpiadi di Città del Messico. Era il 12 ottobre 1968 quando si presentarono sulla pedana dei vincitori con i piedi scalzi (la miseria dei neri), il guanto nero (il lutto dei neri), la testa china (l’umiliazione sofferta in patria), il pugno chiuso (la volontà di lotta). Eccoli qui.

A domanda specifica risposero con un'altra domanda:

Why run in Mexico and crawl at home?

(Perchè correre in Messico e strisciare in patria?)

E anche Robert Beamon, bianco, a piedi scalzi in pedana( 8,90 metri nel salto in lungo).

E oramai che ci sono Vincent Matthews e Wayne Collett, primo e secondo nella finale dei 400 metri alle Olimpiadi di Monaco 1972: voltano la schiena alla bandiera, salgono sullo stesso scalino: squalificati. Ricordiamoci che, prima che all’Iraq, l’attacco dei petrolieri texani è diretto a questo comune patrimonio.

Chi combatte contro questa sporca guerra vuole salvare questa America, fatta da tutti i diseredati della terra, a cominciare da quei 40 milioni di europei che sbarcarono, scalzi e ignudi, in Ellis Island, di fianco alla statua della libertà a N.York. L’America è proprio fatta a stelle e striscie: 88% bianchi, 10,5 neri, 1,5% nativi americani.

I ceppi originari erano i seguenti: 22 milioni di neri, 15 milioni di discendenza britannica, 7 milioni di tedeschi, 5,5 milioni di italiani, 4,4 milioni di austroungarici, 3,4 milioni di russi, 2,5 milioni di scandinavi, 1 milione di polacchi, 300.000 giapponesi, 250000 cinesi.

L’America siamo noi, ripetiamolo con Malcom X.

I miliardi di uomini che si sono dichiarati e schierati contro questa guerra percepiscono il significato distruttivo di questo virus malefico che si è sprigionato, in forma così aggressiva, dai pozzi di petrolio del Texas. E reagiscono, come contro il virus della polmonite.

Poche volte nella storia dell’umanità si era vista una tale mobilitazione contro la guerra.

L’ONU  è la prima volta che si è ribellata al ricatto del padrone prepotente. L’Europa si è ricompattata con la moneta, si è spaccata sulla guerra come un bruco dentro la crisalide, e sta cominciando a volare da sola: Francia Begio Germania hanno deciso di costituire un esercito proprio, fuori dalla NATO.

... e se questi bravi texani avessero in mente, con questa guerra già da anni programmata, di destabilizzare non il M.O. ma l’Europa?

Ricordo la crisi del petrolio del 73 quando in uno-due anni i prezzi del petrolio, dei metalli e del grano aumentarono del 120%; l’inflazione in Italia passò dal 6% al 19%.

 Nota di diario 12 ottobre 1974 di Egidio Ortona ambasciatore a Washington:

Gli Americani sono molto irritati. Kissinger pensa che nelle condizioni attuali la cosa migliore sarebbe quella di provocare una crisi seria che porti gli Europei a un certo ravvedimento.”

E la cura ebbe come medicina di partenza una manovra economica chiamata deflazione e una “operazione camuffata” chiamata terrorismo o, in linguaggio militare, strategia della tensione. L’esercito segreto affiliato alla CIA e dislocato in Italia si chiamava Gladio. Un documento segreto scoperto da Marcello Coppetti, giornalista fiorentino che Barbabianca conosceva bene, e subito a lui sequestrato, portava scritto:

le direttive prevedono che tutti i servizi segreti dei paesi dell’Alleanza Atlantica, pur rimanendo indipendenti, offrano un ruolo di coordinamento alla CIA per le cosiddette “operazioni camuffate” Tutto documentato (atti parlamentari su la Loggia Propaganda 2, Sentenza istruttoria del Tribunale di Bologna del 1986, memoriale Moro 1978...).


Ma sarà una caso che Francia, Germania, Belgio, Prodi d’accordo, siano già partiti per farsi l’esercito “europeo”, cioè senza la NATO?

Senza la Nato, tutto il piano della Loggia Propaganda 2 diventa obsoleto cioè vecchia anticaglia e chi dalla Loggia era partito per la grande avventura non sa più che pesci pigliare. La sua missione è finita. Già penseranno con chi sostituirlo.

Altro che divisione dell’Europa, altro che fine dell’ONU.

Mai l’Agenzia Centrale di Spionaggio si era sentita più sola.

Come in un deserto.

Al re-presidente sono cadute tutte le maschere, è proprio nudo al cospetto dei popoli della terra. Come non era mai successo da che mondo è mondo.

S.Francisco sta sulla faglia tettonica di S.Andrea che nel 2070 tornerà a rigirarsi sul gran letto oceanico, così per sgranchirsi un po’. i californiani lo sanno e si preparano a resistergli.

Anche per questo S.Francisco è veramente simbolo della condizione umana:

Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie.

E l’America è grande, perché l’America siamo noi, tutti noi, tutti i 6 miliardi di noi.

I left my heart in S.Francisco. (4 aprile 2003)



Nota***PS. Una conferma da Beppe Caravita:

California, New Mexico, Oregon e Washington hanno sottoscritto un patto d'azione, venerdì scorso a S. Francisco, per cooperare su politiche anti-warming.


In pratica tutta la costa ovest degli Usa sta adottando quello che si può definire come il tris: limiti alle emissioni (tipo Kyoto), incentivi alle rinnovabili, risparmio energetico.


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