mercoledì 23 maggio 2007



La favola bella (I)

Ho conosciuto Loredana per interposti ravioli, alle Lame, in casa di Stefano e Mariella. Era un giorno di festa e, da buoni italiani, ci si godeva in un bel gruppo, i piaceri della tavola, le portate, obbligatoriamente, di stretta fattura casalinga: prosciutto del Casentino, cacio della Verna, pane di rimbocchi, coniglio in porchetta dei fratelli Maggi di Ponte a Poppi, spumini del forno di strada, vino barricato della riserva di Stefano con aggiunta di dolcetto e grignolino delle Langhe, dono di Franco che in questa settimana sta facendo gli onori di casa alla parte più nobile della nostra storia contemporanea...

- Ma queste lasagne...- mi rivolgo a Mariella – Pensavo che la tua specialità fossero i ravioli; ma anche con le lasagne non scherzi.  Bravissima.

- No, queste lasagne le ha fatte Loredana.

- ?

- Sì, Loredana, una donna straordinaria. Un dono del cielo, il cielo della Romania. L’abbiamo conosciuta casualmente un giorno qui a Soci. Clandestina al seguito del babbo emigrato mesi prima muratore e factotum qui in Casentino insieme a indiani, pakistani, polacchi, rumeni, bosniaci, kossovari. Stefano era alle prese col problema della mamma novantenne che vive col figlio down. Aveva visto Loredana un giorno dopo averne sentito parlare. Una settimana dopo Loredana prendeva servizio a Soci di Bibbiena e fu subito gioia. Per la mamma anziana che poi riconoscerà “Non sono mai stata così accudita nella mia vita”.

E Loredana, acennando ad Andrea, fratello di Stefano: “nessuno mi aveva mai fatti tante carezze quante me ne fece lui in quindici minuti”.

In Romania rimangono il marito Neculai e il figlioletto di un anno Sebastian, accuditi dai nonni.

Dopo un lungo anno, in Agosto Loredana parte per la Romania, in missione speciale. ..All’inizio dell’autunno ricompaiono in tre. Secondo atto del grande viaggio. Neculai è un giovane di una forza straordinaria: in patria ha tagliato la legna del bosco senza avere la motosega, ha arato la terra senza avere il trattore. Un dono della terra, la terra di Romania. L’ho visto tirar giù una quercia enorme, tagliarla a pezzi, spaccare i pezzi, accatastare il tutto in poco più di mezza giornata. L’ho visto arrampicarsi in libera su una farnia secolare e piazzare una corda lunga 15 metri per la felicità di Anna, di Sebastian, degli amici di Anna e di Sebastian, figli delle giovani coppie che un giorno sì e un altro ancora sì vengono a giocare sul prato, nella loggia, nei campi di questo pezzo di Casentino indicato nel cartello a inizio salita “Località Le Lame” nel comune di Ortignano Raggiolo. Ieri l’ho visto giocare su un trattorino (questo), preso con due soldi, robustissimo, destinato a coltrare i campi di terra morbida e nera che lo aspettano in patria. Il suo sorriso bonariamente ironico quando vede Stefano e il sottoscritto sudare con la zappa tra le pietre e la terra refrattaria del nostro orto. Neculai lavora alla Baraclit di Bibbiena, mette da parte gli euro e, una volta là, li trasforma, insieme a Loredana, in casa, mobilio, annessi e connessi agricoli...Ancora un anno e sarà la via del ritorno, un grande ritorno, con Loredana Sebastian e Emmanuel nato in Casentino, cittadino italiano, battezzato – noi presenti – per immersione, nudo come un bruco, nel freddo spazio della chiesa ortodossa rumena di Firenze, in salita S.Giorgio.  Nel frattempo i quattro son diventati “intracomunitari”, finite le peripezie dei permessi di soggiorno, la vecchia Dacia è ritornata con noi.

E Loredana il 13 maggio dell’anno di grazia 2007 è stata a Torino, incoronata alla mostra del libro, intervistata da radio 3 Farheneit, ospitata in albergo a 5 stelle. Una storia da film americano in bianco e nero. Col grande Happy End.  La lascio raccontare  a Mariella.

(Nella foto Neculai e Loredana con Emanuele).

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