venerdì 11 maggio 2007


Lectio magistralis (III)


IL DOLORE INUTILEDI FRANCO TOSCANI


da: l’Ateo n° 3 – maggio 2007

Riportato sul “Il Punto” n.34 periodico online di Libera Uscita

(le sottolineature sono del Barba)

La causa di una tale chiusura è da ricercarsi nella tradizione medica che attribuiva un valore religioso all’opera del medico. Essa si fondava sul riconoscimento del carattere divino della physis, la natura universale, matrice di ogni cosa. Tutto ciò che è parte della natura, le sue regole e leggi, erano ritenute intrinsecamente giuste e pertanto dotate di valenza etica. Il dolore è tanto più necessitas naturae, quanto più anatomia e fisiologia ne dimostrano la “naturalezza”. Se è naturale, allora è anche buono. Questo atteggiamento non può che essere stato potenziato dalla tradizione cristiana e dalla sua visione salvifica del dolore.

Inoltre non va dimenticato che l’etica medica riteneva più importante il dovere di guarire rispetto al dovere di sedare il dolore: infatti, la salute, - il fine dell’Arte - era definita dal buon funzionamento del corpo (come previsto, appunto, dalle leggi della natura), e solo in seconda battuta dal benessere (cioè dalla assenza di sofferenza). Questo era pertanto eventuale conseguenza della ritrovata salute, e non poteva essere perseguito indipendentemente, o magari al posto di essa.

Oggi l’etica medica sta cambiando, ma il processo non si è ancora completato. E’ il singolo individuo che deve decidere, secondo le proprie convinzioni e le proprie antropologie, quanto dolore è disposto a sopportare, che sia o meno provvisto di senso trascendente. Il senso lo diamo noi alle cose del mondo, e questo può mutare da persona a persona e da epoca ad epoca. Non ci sono ontologie. Se qualcuno “sceglie” di credere che ci siano, esse devono valere solo per lui.

Edonismo? Forse, e perché no? Ciascuno decida per sé, ne sia responsabile e consapevole. Ed orgoglioso delle proprie scelte e della propria unicità. E forse il dolore cesserà di essere un tormentone fisico e metafisico.

(fine)

(Franco Toscani, Medico Palliativista, Direttore scientifico della Fondazione “Lino Maestroni”,

Istituto di ricerca in medicina palliativa, è socio onorario di LiberaUscita
)

Nota

Mi piace chiudere questa lectio magistralis con L'actio magistralis che, per interposta persona, ho avuto modo di apprezzare qui a Firenze, operata quotidianamente dal
FILE (Fondazione Italiana di Leniterapia).



PS. Al momento di licenziare il post trovo nella mia email il seguente messaggio:

Comunicato stampa:

Una delegazione di "LiberaUscita", l'associazione per la depenalizzazione dell'eutanasia e per dare valore legale al testamento biologico, è stata ricevuta oggi dalla Commissione Sanità del Senato nell'ambito delle audizioni finalizzate ad approfondire i contenuti di una eventuale legge sulle direttive anticipate.

"LiberaUscita", nel richiamarsi al disegno di legge presentato dal sen. Giorgio Benvenuto, alla cui stesura ha collaborato, ha sottolineato quanto segue:


1. Occorre ribadire il principio, sancito dall'art. 32 della costituzione, che ogni persona ha il diritto di accettare o rifiutare i trattamenti sanitari, sia che debbano essere iniziati sia che lo siano già stati.

2. Nel concetto di trattamento sanitario devono essere ricompresi anche i c.d. trattamenti di "sostegno vitale", quali l'idratazione e l'alimentazione forzata.

3. Il diritto alla autodeterminazione dei trattamenti sanitari deve valere anche per le persone che si trovino in stato di incoscienza, dando valore legale alle direttive espresse anticipatamente.

4. Tramite le direttive anticipate la persona - in caso di malattia in fase terminale o di lesione traumatica cerebrale irreversibile e invalidante, tale da impedirle una normale vita di relazione o da ridurla in stato vegetativo permanente – può esprimere la volontà di non essere sottoposta ad alcun trattamento terapeutico né di sostegno vitale attraverso macchine o altri sistemi artificiali, anche se già iniziato. In ogni caso, al paziente deve essere riconosciuto il diritto alle terapie necessarie per il controllo del dolore, anche se queste dovessero accelerarne lamorte.

5. Le direttive devono essere redatte per iscritto, non necessariamente autenticate da un pubblico ufficiale e possono contenere l'indicazione di un fiduciario incaricato di far rispettare le volontà del testatore e di decidere nelle situazioni non previste.

6. Il medico ha l'obbligo di rispettare le volontà espresse dal paziente anche quando dalla loro osservanza può derivare l'anticipazione della sua morte. Egli può eccezionalmente disattendere le indicazioni del testamento solo se dalla sua data la scienza medica abbia compiuto, nella materia, progressi tali che, qualora fossero stati conosciuti dal paziente, lo avrebbero indotto a modificarle. In tal caso deve informare il fiduciario. In mancanza del fiduciario o se questi è contrario, la questione va sottoposta al Comitato etico al quale spetta la decisione.

Per "LiberaUscita" è in ogni caso essenziale che la futura legge stabilisca espressamente il diritto di autodeterminazione della persona, l'inclusione nel concetto di trattamento sanitario delle misure di sostegno vitale, l'obbligo del medico di rispettare le volontà espresse nel testamento biologico. In caso contrario, sarebbe preferibile lasciare le cose come stanno.



Visto le cose come vanno, saggia postilla.

Sono le 23,35: good night, good luck.



  

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