lunedì 18 giugno 2007

Oh Natura Natura.

Sabato 16 giugno son salito fino in Campigna, da Stia per la strada che porta al passo della Calla, alla Burraia delle mie prime sciate, ai tempi del maestro Nesman. Oggi il tempo è variabile, vento andante mosso. Una foresta davvero impressionante, faggi di 200 anni e faggetti di 20, un manto verde immenso e cupo. Una strada tutta curve, un asfalto liscio e perfetto, l’allevamento di trote ancora lì, ormai dal dopoguerra; più in alto, prima degli ultimi tornanti, ancora la fonte di Calcedonia, dispiacere di non avere a bordo la solita stagna da 5 litri. Sul passo tira vento: 5 km sotto, direzione Santa Sofia, Forlì e Bagno di Romagna, il vecchio edificio storico del Granduca di Lorena, tutto in pietra. Lo spiazzo davanti all’albergo è pieno di macchine,  al bivio di sopra mi sono fatto strada tra un centinaio di motociclisti. Nella chiesina gli astrofili qui a convegno per lo starparty annuale proiettano foto digitali di precedenti missioni al seguito di eclissi di sole e di luna in Libia, America latina, Canarie. Tutto illustrato dal testimone oculare Emilio Sassone Corsi. La chiesetta è purtroppo sorda e non si capisce quasi nulla. Piero Salinari parla di telescopi e delle stelle al loro seguito: peccato per l’acustica, ma la conferenza coinvolge ed appassiona i 25 astrofili presenti.L’Astronomia ha per me il fascino della teologia, con il vantaggio che qui iddio lo vedi attraverso il LBT (large binocular telescop) del prof. Salinari e le formule matematiche e fisiche di Galileo. La vita oltre la terra, pianeti azzurri in altre galassie, idrogeno elio e poco altro sono la materia unica dell’intero universo, cioè “tutto” l’universo è fatto con gli stessi elementi di questa mano che batte i tasti e dei tasti stessi. Il prof Salinari spiega che l’universo infinito è solo il 25% dell’intero, perché il 75% è fatto di materia ignota e invisibile...altro che mistero dell’unità e trinità di dio.  Bisognerà che impari a frequentare il grande storico santuario di Arcetri, dedicato a S.Galileo Galilei testimone e martire. Sono salito poi fino ai Fangacci, praticamente sul Falterona, nel grande piazzale pieno di camper, di canocchiali e telescopi per l’imminente sera. Tira vento, fa freddo, il cielo è per due terzi coperto da nuvole sottili e striate. Con la Punto proseguo sino alla fine della strada là dove il parco chiude alle quattro ruote e indica il sentiero per le due gambe: Lago degli Idoli. Gli idoli degli etruschi. Non ci sono mai stato. Con Paola facciamo promessa, ora che abbiamo scoperto la strada, di una prossima passeggiata, col caldo e il sole delle prossime giornate estive, pranzo al sacco e scarpe adatte. Sarebbe bello rimanere fino a notte e rimirar le stelle ad una ad una, ma fa freddo, mancano tre ore, il cielo non garantisce il sereno, Paola ha la raucedine. A sera dal fondo valle,  sul cielo ritornato sereno d’un sereno spazzato dal vento là a nord ovest verso Firenze direzione Montemignaio-Vallombrosa spunta una venere come dalla conchiglia di Botticelli: una lampada accecante; e provo invidia per non aver gli occhi dietro le lenti degli astrofili là sul Falterona. Poter resuscitare Galileo e portarlo là sul piazzale dei Fangacci.  Venere: 400° in superficie, venti violentissimi su una atmosfera fatta al 90% di anidride carbonica che spingono nubi giallognole di acido solforico. Bella impossibile.

Ritorno con lo sguardo sulla terra ed ecco il nuovo miracolo:

Lucciole vedo

giù per la vallea,

intorno casa,

sul poggio sovrastante

sul prato a me dinante.

 Luci che brillano

come quelle in cielo,

luci che durano

sol per un istante

sol per mandare

un messaggio d'amore.

Son la metafora

del nostro cuore.

(Reminiscenze di Ada Negri e Giacomo Zanella delle mie elementari)



Oh Natura Natura.

3 commenti:

  1. Ciao, complimenti per il blog, poetico ed interessante. L'ho scoperto da poco, così per caso.. vi faccio visita ogni tanto e trovo a volte alcuni amici.. Un saluto, claudio

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  2. Grazie della visita e del commento. Perché i miei visitatori di solito non commentano. E un po' mi dispiace.

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  3. Tornata dal mare leggo il bel brano sull'astronomia. Anch'io provo le tue sensazioni e cerco spesso i poter vedere il cielo stellato come lo vedevo da bambina a Borselli. Ho seguito dui corsi con il professor Righini all'Università del tempo libero. Ho anche due file tratti da quelle lezioni Ornella

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