sabato 11 agosto 2007

Gambe in spalla



Sabato 11 agosto, Boboli alle spalle, Palazzo Pitti di fronte. Dedicato agli amici casentinesi che mi hanno accompagnato alla Lama, nel cuore del parco delle foreste casentinesi, il 7 agosto ed in cima al Falterona l'8 agosto.



E io: «Per mezza Toscana si spazia

un fiumicel che nasce in Falterona,

e cento miglia di corso nol sazia.                         

  Di sovr'esso rech'io questa persona:

dirvi ch'i' sia, saria parlare indarno,

ché 'l nome mio ancor molto non suona».                    

  «Se ben lo 'ntendimento tuo accarno

con lo 'ntelletto», allora mi rispuose

quei che diceva pria, «tu parli d'Arno».                   

  E l'altro disse lui: «Perché nascose

questi il vocabol di quella riviera,

pur com'om fa de l'orribili cose?».                        

  E l'ombra che di ciò domandata era,

si sdebitò così: «Non so; ma degno

ben è che 'l nome di tal valle pèra;                      

  ché dal principio suo, ov'è sì pregno

l'alpestro monte ond'è tronco Peloro,

che 'n pochi luoghi passa oltra quel segno,                

  infin là 've si rende per ristoro

di quel che 'l ciel de la marina asciuga,

ond'hanno i fiumi ciò che va con loro,                     

  vertù così per nimica si fuga

da tutti come biscia, o per sventura

del luogo, o per mal uso che li fruga:                     

  ond'hanno sì mutata lor natura

li abitator de la misera valle,

che par che Circe li avesse in pastura.   Purgatorio: canto XIV


Così due spiriti, l'uno chinato verso l'altro, parlavano di me lì a destra; poi, per potermi parlare, reclinarono indietro i loro visi,

e uno disse: « O anima che procedi verso il cielo ancora legata al corpo; donaci conforto in nome della carità e rivelaci

da dove vieni e chi sei, perché tu ci causi tanto stupore per la grazia che ti è stata concessa, quanta ne produce una cosa mai prima accaduta ».

Ed io: « Nel centro della Toscana scorre un fiumicello che nasce dal monte Falterona, e non gli basta un corso di cento miglia.

Io nacqui da un luogo situato lungo le sue rive: rivelarvi chi sono, significherebbe parlare inutilmente, perché il mio nome non è ancora molto noto ».

« Se io con la mia mente penetro bene nel contenuto della tua spiegazione» mi rispose allora quello che prima aveva parlato, « tu stai parlando dell'Arno. »

E l'altro gli disse: « Perché costui ha nascosto il nome di quel fiume, proprio come si fa a proposito di cose turpi? »

E l'anima alla quale era stata rivolta questa domanda si sdebitò (dell'obbligo di rispondere) in questo modo: «Non lo so: ma è giusto che perisca il nome di questa valle,

perché dalla sua sorgente (dal principio suo: dal Falterona), dove l'Appennino, dal quale è staccato il monte Peloro, è così gonfio ed elevato, che in pochi luoghi supera l'altezza del Falterona.

 

Il 10 agosto fuga dal Casentino sotto pioggia e grandine, al fresco di Firenze! Un'esperienza girare per Firenze in un giorno di mezz'agosto dentro un'urna d'aria limpida, attraversare Ponte Vecchio, dare un'occhiata al Pontormo in S.Felicita (primo affresco entrando a destra), imboccare Costa S.Giorgio, direzione Forte Belvedere, entrare al n.4, in cima alla salita, Palazzo Bardini, visita alla mostra di Vincenzo Cabianca macchiaiolo veronese innamorato di Firenze, entrata e visita guidata "agratis", diversi acquerelli di  Giovanni Segantini, grande amico di "Cencio" e altri della macchia sessantottina 1800, proseguire per Boboli, scendere a Pitti in tempo per la foto. (la statua è di Roberto Barni).

Guardati
la galleria delle immagini.

Ma per me il fuori programma è stato il panorama di Firenze dalle finestre di Villa Bardini. Dopo la bufera di ieri l'altro, la pioggia e il vento di ieri.



Noi l'insueto allor gaudio ravviva

Quando per l'etra liquido si volve

E per li campi trepidanti il flutto     

Polveroso de' Noti, e quando il carro,

Grave carro di Giove a noi sul capo,

Tonando, il tenebroso aere divide.

Noi per le balze e le profonde valli

Natar giova tra' nembi, e noi la vasta

Fuga de' greggi sbigottiti, o d'alto

Fiume alla dubbia sponda

Il suono e la vittrice ira dell'onda.


Bello il tuo manto, o divo cielo, e bella

Sei tu, rorida terra
. >>>




PS. Di questi tempi sto lavorando a tirar le fila di "Ivi è Romena", "There Romena lies", "Ce lieu, Romena", piccole guide per turisti italiani inglesi francesi che ancora non sanno di quanto Casentino sia rimasto dentro la Divina Commedia. Chi me le stamperà? Intanto un ringraziamento a Lola Poggi e Francesca White, le traduttrici. Ma vorrei due volumetti anche in tedesco e in spagnolo, magari catalano, in omaggio agli abitanti di Palafols gemellati con Poppi. Passa parola.

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