venerdì 19 ottobre 2007

ITALIA: NON SEGUA LA STRADA DEL NOSTRO PAESE

 

Al nuovo governo di centro-sinistra noi Statunitensi per la pace e la giustizia di Roma nel giugno 2006 scrivemmo una lettera aperta chiedendo che fossero riconsiderati alcuni tipi di “sostegno” dati agli Stati Uniti, dall’ospitalità e contributi finanziari --attraverso accordi segreti --per le basi militari, allo stoccaggio di armi nucleari, all’appoggio logistico per i voli segreti della CIA, all’invio di truppe in Afghanistan e in Iraq.

 Il ritiro delle truppe italiane dall’Iraq, pur essendo un importante passo, finisce per essere sminuito dal fatto che non solo il governo italiano non si è mosso nelle direzione da noi auspicata, e cioè verso obiettivi di pace, ma addirittura ha proseguito sulla strada della maggiore militarizzazione dell’Italia e nel rafforzare il sostegno alle devastanti politiche degli Stati Uniti. 

Abbiamo visto infatti il governo italiano approvare la nuova base militare statunitense al Dal Molin di Vicenza. Il nostro paese, oltre alle 6000 basi militari sul proprio territorio nazionale, ne ha più di 700 in giro per il mondo, che costituiscono una rete senza precedenti mirata a garantire il proprio dominio militare, economico e politico a livello globale. Queste basi fanno parte della strategia della forward presence, ossia di una "presenza avanzata", che ormai è centrale alla dottrina della guerra preventiva. Di conseguenza, il paese che le ospita diventa direttamente uno strumento della guerra permanente e globale. Abbiamo visto firmare l’accordo sullo scudo antimissilistico statunitense, che coinvolge non solo le industrie italiane ma anche la ricerca con una ulteriore militarizzazione della stessa e con tagli alla ricerca civile, per non parlare della pericolosità di un sistema che ci porta verso una nuova guerra fredda.  

Abbiamo visto firmare l’accordo sul caccia statunitense F-35 Lightning (Joint Strike Fighter) della Lockheed Martin. L’Italia così si assume ulteriori impegni in un progetto statunitense che è già 31.600 milioni fuori budget e che prevede un enorme investimento di soldi pubblici (1.931 milioni USD per le prime due fasi e da 5.000 a 12.576 milioni USD per l'eventuale acquisto di 100-131 velivoli). Il rientro dei soldi pubblici investiti sarà solo sotto forma di commesse all'industria bellica privata.

Abbiamo visto il ricorso al segreto di stato sul caso dei voli segreti della CIA e Abu Omar.

 Nella seconda relazione del Consiglio d’Europa sulla pratica dell’extraordinary rendition, l’Italia, insieme alla Germania, viene particolarmente criticata per aver utilizzato il concetto del segreto di stato per ostacolare le indagini sul caso del rapimento di Abu Omar sul suolo italiano da parte della CIA.

 

E vediamo ancora le truppe italiane in Afghanistan, una missione che nessuno può più chiamare di pace.

 LA MILITARIZZAZIONE NEL NOSTRO PAESE SI È GIÀ AMPIAMENTE DIMOSTRATA UNA STRADA SBAGLIATA.

La spesa militare impegna metà del budget federale statunitense, mentre le spese sociali vengono tagliate con sempre più servizi privatizzati.

. Negli Stati Uniti, il 50% dei fondi per la ricerca universitaria proviene dal Pentagono e la cifra sale al 70% per le facoltà tecniche come ingegneria e informatica.

. Con la legge No Child Left Behind del 2002, le scuole pubbliche sono costrette a fornire al Pentagono i dati anagrafici degli studenti ai fini del reclutamento, pena la perdita dei fondi federali.

. I politici, sia Democratici che Repubblicani, non esitano ad approfittare dell’enorme

quantità di denaro mossa dalle commesse militari a scapito di programmi sociali e civili.

Condizioni di un mondo migliore potranno venire soltanto da un forte impegno nel reindirizzare la spesa militare verso iniziative che possano contribuire a soddisfare le esigenze fondamentali delle persone.


 Statunitensi per la pace e la giustizia – Roma

www.peaceandjustice.it info@peaceandjustice.it

 


 

Ho mandato la mia email di adesione alla manifestazione del 20 ottobre a Roma. Ho messo qui il volantino degli americani resistenti che abitano a Roma e che sono collegati con quelli di altre città, compresa Firenze. Di questi ne conosco personalmente più di uno. Io considero il popolo americano col suo melting pot un popolo oggettivamente superiore a tanti altri, compresi i cinesi che vanno a giro per il mondo, lavorano come pazzi spesso come schiavi, ma non si mescolano con gli altri. Gli americani sono diversi, ma sono in mano agli schiavisti del tempo di via col vento. Anche Michael Moore ce lo ricorda al cinema di questi tempi. Secondo me è fondamentale per il pianeta liberare l'America dalla banda che la gestisce. Che poi sono United Fruit, Coca Cola e via mangiando e bevendo. Che poi sono i banchieri di Londra e New York e via rubando e depredando. (In viale Talenti al posto di Ceccherini fai da te stanno mettendo l'ennesima banca...). Per questo insisto nel seguire organizzazioni e persone come gli americani d'Italia, quelli d'America,  gli obiettori di coscienza, Il mondo non può aspettare, notizie censurate, non in mio nome, il nostro Ferlinghetti, Howard Zinn, Shamir, Moore, Webster Tarpley, Chomsky, David Rey Griffin, Norman Finkelstein e tutti gli ebrei antisionisti, compreso il rabbino di New York che è andato ad abbracciare Amenabidabicomesichiama...


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