sabato 12 luglio 2008

Eluana Englaro

Fine (annunciata) di una tortura



ELUANA: "E' QUESTIONE DI GIORNI"


LECCO - I tempi non sono ancora decisi, ma ormai "si tratta di giorni, che siano due o tre non conta. Ormai non sono più anni". Il papà di Eluana Englaro è determinato come lo è stato in questi nove anni a lasciar morire sua figlia. E sarà l'Hospice di Airuno, in provincia di Lecco, ad ospitare Eluana nelle ultime ore di vita. Una notizia che giunge dopo una giornata di polemiche e di incertezze sulla struttura dove dovrà essere staccato il sondino nasogastrico che alimenta e idrata artificialmente la ragazza, in coma da sedici anni.

L'Hospice di Airuno. E' stata la curatrice Franca Alessio a rendere pubblico che si tratterà dell'ospedale di Airuno. La struttura, spiega la curatrice, "non ha posto alcuna pregiudiziale ad accogliere Eluana: è disponibile nei modi e nei tempi che la situazione, delicata e comunque dolorosa, prevede. Tutto sarà fatto secondo i tempi tecnici che il medico incaricato ci indicherà: senza alcuna fretta, ma avendo come unico fine l'interesse di Eluana".

Il medico. A staccare materialmente il sondino potrebbe essere il dottor Carlo Alberto Defanti, prima in forza all'Azienda ospedaliera Niguarda di Milano. Se così fosse, si porrebbe rimedio all'eventualità di non trovare un medico disposto a interrompere l'alimentazione artificiale. Un'eventualità che comunque non ha mai spaventato Beppino Englaro, che oggi aveva detto: "Non ho ancora chiarito se sarò io a togliere il sondino a Eluana. Ma non è un problema né per me né per un medico".

L'agonia avrà termine. Per dare l'addio a sua figlia, Beppe Englaro non aspetterà dunque i due mesi nei quali la procura può fare ricorso contro la sentenza della corte d'Appello di Milano. L'ipotesi avanzata nelle ore successive alla decisione dei giudici, è stata scartata. Vittorio Angiolini, uno degli avvocati che ha tutelato gli interessi della giovane donna nel procedimento, ha fatto sapere che "l'interesse di Eluana comporta il disporre l'interruzione dei trattamenti di sostegno vitale artificiale in atto".

Adesso serve riservatezza. Nel mezzo delle polemiche mai sopite di questi giorni il padre di Eluana continua a ripetere che "la sentenza è chiara e di massimo livello, e noi vogliamo agire con trasparenza cristallina", ma "adesso richiamo tutti all'esigenza di rispettare la riservatezza per la dignità personale di Eluana". Beppe Englaro si dice poi "stupito del clamore" sollevato dalla sentenza dei giudici di Milano.

Dietro front del professore. Dopo l'iniziale disponibilità espressa da Riccardo Maffei, primario anestesista dell'ospedale di Lecco, ad aiutare la ragazza nell'ultima fase della sua vita, era arrivato il dietro front del professore che, con una dichiarazione ufficiale, aveva chiarito che la sua posizione "è sempre stata e sempre sarà per la vita, qualunque essa sia". Nella vicenda di Eluana oggi era intervenuto anche l'Ordine dei medici di Lecco, che aveva invitato esplicitamente i propri membri ad opporre l'obiezione di coscienza, che sarebbe "non solo comprensibile ma auspicabile".

Avvenire: “Scelta necrofila". La ragazza sarà quindi trasferita lontana dalla casa di cura Beato Luigi Talamoni di Lecco, gestita dalle suore Misericordine, da sempre contrarie a qualsiasi forma di "eutanasia mascherata". Le critiche delle gerarchie ecclesiastiche alla sentenza della corte d'Appello di Milano, restano durissime: "La decisione dei giudici è obiettivamente necrofila - scrive oggi l'Avvenire, il quotidiano della Conferenza episcopale - apre le porte alla morte e chiude alla vita".


Commento. Emessa la sentenza in esecuzione dei principi contenuti nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, nella Convenzione di Oviedo, nella Costituzione Italia, nella ordinanza della Suprema Corte di Cassazione, inizia la controffensiva del Vaticano e dei clericali.

L'Avvenire, che aveva già classificato "grave" la sentenza di Milano, adesso parla di "necrofila". Stasera la Televisione di Stato ha dedicato dieci secondi alla dichiarazione di papà Englaro di voler eseguire le volontà di sua figlia Eluana e poi cento secondi  al prete della Chiesa adiacente la casa di cura ove Eluana è ricoverata, il quale ha affermato che la ragazza è bellissima, sta bene, e che se i genitori non se ne vogliono prendere cura ci penseranno loro. L'ordine dei medici di Lecco ha invitato i propri aderenti ad opporre l'obiezione di coscienza. Forse anche per questo, o forse per timore di eventuali  "ritorsioni", il primario anestesista dell'ospedale di Lecco si è rimangiato la sua disponibilità ad aiutare Eluana nell'ultima fase della sua vita.Non soltanto, quindi, il Vaticano-Stato estero si pronuncia sul contenuto delle leggi che il Parlamento italiano dovrebbe approvare o respingere, ma incita anche a non applicare le sentenze emesse dai tribunali dopo otto gradi di giudizio. Se questa non è "disobbedienza incivile" ditemi come può essere definita.

Giampietro Sestini 


LiberaUscita

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per la legalizzazione del testamento biologico

e la depenalizzazione dell'eutanasia

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Nota di Barbabianca



Barbabianca, iscritto a Libera Uscita, invita chi legge a fare la stessa cosa; in via subordinata stampi dal sito della
Consulta di bioetica di Milano la biocard, la riempia e firmi; la si può fare allegare alla cartella clinica in caso di ricovero ospedaliero. E' tra l'altro un modo di aiutare i medici sottoposti alla pressione dei poteri forti contrari alla autodeterminazione, come si capisce bene dal dietrofront fatto dal primario anestesista di Lecco. Anche la dichiarazione dell'Ordine dei medici di Milano fa impressione: sembra un documento teologico vaticano.


Dante diceva così:


Ahi gente che dovresti esser devota,

e lasciar seder Cesare in la sella,

se bene intendi ciò che Dio ti nota,                      

  guarda come esta fiera è fatta fella

per non esser corretta da li sproni,

poi che ponesti mano a la predella.

Purgatorio VI, 91-96


Ahi, gente di Chiesa, che dovresti dedicarti solo a opere di pietà, e lasciar sedere l'imperatore sulla sella (a esercitare l'autorità civile), se comprendi rettamente quello che Dio ti ha prescritto, osserva come questa cavalla è diventata ribelle per il fatto che non è guidata e domata dagli speroni dell'imperatore, da quando hai preso in mano la sua briglia.


Ma soprattutto, in positivo:


Come la scala tutta sotto noi

fu corsa e fummo in su 'l grado superno,

in me ficcò Virgilio li occhi suoi,  126

  e disse: "Il temporal foco e l'etterno

veduto hai, figlio; e se' venuto in parte

dov'io per me più oltre non discerno.  129

  Tratto t' ho qui con ingegno e con arte;

lo tuo piacere omai prendi per duce;

fuor se' de l'erte vie, fuor se' de l'arte.  132

  Vedi lo sol che 'n fronte ti riluce;

vedi l'erbette, i fiori e li arbuscelli

che qui la terra sol da sé produce.  135

  Mentre che vegnan lieti li occhi belli

che, lagrimando, a te venir mi fenno,

seder ti puoi e puoi andar tra elli.  138

  Non aspettar mio dir più né mio cenno;

libero, dritto e sano è tuo arbitrio,

e fallo fora non fare a suo senno:  141

  per ch'io te sovra te corono e mitrio".   

Purgatorio, XXVII, 124-142


Nota l'ultimo verso: Dante riceve una doppia corona: quella politica, ogni uomo è sovrano su se stesso; quella religiosa (la mitria), ognuno è sacerdote di se stesso.

Anticipato il Rinascimento e la Riforma. Che non è poco. Grande Dante.


PS



Se hai tempo da perdere, clicca sulla colonna sinistra del blog alla parola Laicità o Eutanasia: tutti i miei posts riguardanti l'argomento. In particolare soffermati su due medici, uno vivo e uno morto:

Frédéric Chaussoy ( Non sono un assassino, ed. Lucidamente ),


Giorgio Conciani, medico fiorentino.


1 commento:

  1. Grazie della visita e della conferma alla mia citazione - un po' scarna - dell'Avvenire.

    Qualcuno vieta qualcosa a Pietro Crisafulli?



    Stabilì finalmente l'Ottimo Artefice che a colui cui nulla poteva dare di proprio fosse comune tutto ciò che aveva singolarmente assegnato agli altri. Perciò accolse l'uomo come opera di natura indefinita e, postolo nel cuore del mondo, così gli parlò:



    « [...] Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti prescelto. Tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti; tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori che sono divine.- [...] Nell'uomo nascente il Padre ripose semi d'ogni specie e germi d'ogni vita. E a seconda di come ciascuno li avrà coltivati, quelli cresceranno e daranno in lui i loro frutti. [...] se sensibili, sarà bruto, se razionali, diventerà anima celesta, se intellettuali, sarà angelo, e si raccoglierà nel centro della sua unità, fatto uno spirito solo con Dio, [...]. »

    (Giovanni Pico della Mirandola, Oratio de hominis dignitate, V, 18-23)

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