lunedì 15 settembre 2008

QUANDO DIO ENTRA IN POLITICA


Che cosa succede quando Dio, il Dio Onnipotente della Chiesa papale, entra in politica? Innanzitutto, la laicità, i diritti civili e l’autonomia dello Stato vacillano e vanno in crisi. E poi, la democrazia rischia di rovesciarsi in teocrazia, politica e religione si confondono, causando disastrosi effetti di inciviltà. Effetti già largamente e tristemente dimostrati da secoli di storia di guerre sante e scontri religiosi, di Crociate, roghi e Inquisizione. Perché ripetere gli errori e orrori del passato?

Eppure si è formato di recente in Italia un nuovo «Partito di Dio» guidato dalla Cei di Ruini e Bagnasco, alacremente seguito da gruppi trasversali di politici, giornalisti e intellettuali (teocon, teodem, atei devoti, postsecolari e islamofobi), ostili alle conquiste della moderna civiltà illuministica, scientifica e razionalistica. Il Dio degli eserciti e della Chiesa/Stato costantiniana del passato e il Dio che in tutto si immischia dell’attuale offensiva politico-clericale non possono essere disgiunti.

Non bisogna tuttavia dimenticare che non c’è solo la Chiesa papale e il suo arrogante e dogmatico Dio del potere, disposto ieri come oggi a giustificare guerre, conflitti, repressione, fanatismi e interventismi di ogni genere. C’è anche la Chiesa dei poveri, del Dio sofferente e impotente delle Comunità cristiane di base, democratiche e antigerarchiche, dedite alla cura amorosa dei deboli, dei diversi, dei più poveri e diseredati della terra.

Il volume, un vero e proprio pamphlet, si propone una critica radicale della nuova strategia politico-religiosa di papa Ratzinger e delle alte gerarchie clericali (i ripetuti «no» all’aborto, all’eutanasia, alla procreazione assistita, alle coppie di fatto, al divorzio), mostrando, con una scrittura agile e provocatoria, la contraddittorietà e l’infondatezza dei valori assoluti oggi difesi dai vertici ecclesiastici.

Alla tesi ratzingeriana dell’ingresso di Dio nella sfera pubblica l’autore contrappone l’idea di una politica senza Dio, razionale, laica e democratica. Alle religioni è riconosciuta la più piena libertà di espressione e organizzazione nella società civile. Ma non la pretesa di occupare lo Stato o limitarne la sovranità, di ispirare, orientare e dirigere l'attività legislativa di governi e parlamenti in nome di presunte e incontestabili verità sacre o rivelate.


Michele Martelli : "Quando Dio entra in politica", Fazi ed. € 16.


Il volume tratta temi di grande attualità con uno stile ironico e pungente, lontano da tecnicismi e accademismi: è un testo progettato per essere letto da un largo pubblico






Nota del barba

Perché Dante, 700 anni fa, può dire peste e corna dei papi compresi quelli in carica e Sabina Guzzanti no? Perché il mio otto per mille va alla banca di Marcinkus, anche se io non voglio? Perché a Firenze deve piovere un Dirigente ecclesiastico preso al di fuori e all'insaputa della comunità cattolica  fiorentina?  Diabolus ex machina.

In questi giorni all'Isolotto di Firenze si commemorano i 40 anni della vicenda che ebbe nel '68 il suo punto d'arrivo e di partenza. Perché alla TV italiana fu impedito di testimoniarla, a fronte di "tutte" le  grandi TV del mondo là presenti?

Perché?


Perché il braccio secolare (leggi: laico)

in Italia ha sempre funzionato come guardia esecutiva del tribunale ecclesiastico. 

Gli atei devoti di oggi non fanno molto di più e di peggio degli atei illuminati di ieri. Il Parlamento italiano ha sempre raggiunto la quasi unanimità, quando si è trattato di concordare col Vaticano la messa al bando dei suoi dissidenti interni.

Ma  la Chiesa dei poveri, del Dio sofferente e impotente delle Comunità cristiane di base, democratiche e antigerarchiche, dedite alla cura amorosa dei deboli, dei diversi, dei più poveri e diseredati della terra, è solo una scheggia del grande gregge. Il grosso della truppa è ancora rinchiuso nei Bandustan sudafricani, nei lager israeliani delimitati dal muro del Concordato tra lo Stato Italiano e lo Stato Città Vaticano.  Ma lo SCV non è la Chiesa cattolica; lo SCV contrabbanderà "sempre" un dio arrogante e dogmatico al servizio dei poteri forti. Ed  è vero che quanto più questi poteri forti si sentono venir meno, tanto più si stringono al Vaticano e quanto più il Vaticano si sente assediato in casa tanto più invoca l'intervento dello Stato. In questo momento di malattia terminale la Prostituta "e quel Gigante che con Lei delinque" del 32 e 33 del Purgatorio sono in congiunzione carnale permanente, senza più vergogna, cinicamente, come cani appunto, salvo il rispetto per questi grandi amici dell'h. 

 E allora, concludo, questo non è solo il momento di riconoscere - finalmente - l'esistenza in vita delle Comunità di base sofferenti e impotenti; questo è il momento di applicare l'articolo 2 della Costituzione: la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'h, sia come singolo sia nele formazioni sociali in cui si trova a vivere. Se una parrocchia, a grande maggioranza, elegge il suo pastore o il suo gruppo dirigente, le squadre d'azione mussolini devono rimanere in caserma, in attesa di essere sciolte. In fondo in fondo quella parrocchia fiorentina fu trattata alla stregua della scuola Diaz genovese. Solo la forma dell'intervento è stata diversa: bomba esplosiva la prima, bomba a lenta combustione la seconda (processo penale a 500 persone lungo tre lunghi anni, sfratto dagli edifici e beni, totale oscuramento mediatico televisivo, invio di truppe speciali ecclesiastiche da fuori Toscana...). Restiamo in attesa degli atei illuminati. I quali debbono capire che è venuto il momento di pensare al grosso della truppa ecclesiale ancora rinchiusa nel Bandustan italo-vaticano, una grande striscia di Gaza teocratica, a forma di stivale. Facciamo una contro-alleanza, diamo la possibilità al dissenso di esprimersi (in TV),  riconosciamo questa chiesa di fatto, a tutti gli effetti: politici, civili e finanziari. La teologia di Ratzinger è vecchia come il cucco; otre imporrito, muffo. Scrittura su carta patinata senza corrispondenza veruna col reale, neppure al suo interno. Ci sono in circolazione altre teologie, tipo quella della Liberazione. Ma non solo quella. Non facciamo di ogni erba un fascio- La Costituzione ci impone di garantir loro ogni pari opportunità.

Il libro di Michele Martelli è un primo avvio teorico. Coraggio: E' l'ora dei fuochi; non ci sarà che luce (Marty). Il miglior modo di difendersi è quello di attaccare (Foch).



Anche Dante è dalla nostra. Chi parla è S.Pietro:


«Non fu la sposa di Cristo allevata

del sangue mio, di Lin, di quel di Cleto,

per essere ad acquisto d'oro usata;
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ma per acquisto d'esto viver lieto

e Sisto e Pïo e Calisto e Urbano

sparser lo sangue dopo molto fleto.
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Non fu nostra intenzion ch'a destra mano

d'i nostri successor parte sedesse,

parte da l'altra del popol cristiano;
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né che le chiavi che mi fuor concesse,

divenisser signaculo in vessillo

che contra battezzati combattesse;
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né ch'io fossi figura di sigillo

a privilegi venduti e mendaci,

ond' io sovente arrosso e disfavillo.
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In vesta di pastor lupi rapaci

si veggion di qua sù per tutti i paschi:

o difesa di Dio, perché pur giaci?
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Del sangue nostro Caorsini e Guaschi

s'apparecchian di bere: o buon principio,

a che vil fine convien che tu caschi!
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Ma l'alta provedenza, che con Scipio

difese a Roma la gloria del mondo,

soccorrà tosto, sì com' io concipio;
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e tu, figliuol, che per lo mortal pondo

ancor giù tornerai, apri la bocca,

e non asconder quel ch'io non ascondo
».
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(Paradiso, XXVII, 40-66)


Forza, Sabina.

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