venerdì 24 giugno 2011

Pianeta terra, pianeta guerra


Gli Stati Uniti e il Pakistan vicini a una guerra aperta, un ultimatum cinese avverte gli Stati Uniti dall’attaccare il Pakistan



 



TARPLEY.net – 24 maggio 2011



La Cina ha già avvertito gli Stati Uniti che un qualsiasi attacco contro il Pakistan da parte di Washington, sarebbe interpretato come un atto di aggressione contro la Cina. Questo avvertimento è il primo secco ultimatum strategico ricevuto da Washington in oltre mezzo secolo, risalendo all’avvertimento dell’Unione Sovietica durante la crisi di Berlino, tra il 1958 e il 1961, e questo rappresenta un’ulteriore conferma del grave pericolo di una guerra generale dal confronto USA-Pakistan.



“Qualsiasi attacco contro il Pakistan sarà percepito come un attacco alla Cina”



Rispondendo alle relazioni che affermavano che la Cina aveva chiesto agli Stati Uniti di rispettare la sovranità del Pakistan, nei momenti successivi all’operazione bin Ladin, il portavoce del Ministero degli affari esteri cinese, Jiang Yu, ha usato il briefing con la stampa del 19 maggio per ribadire la domanda categorica di Pechino che “la sovranità e l’integrità territoriale del Pakistan devono essere rispettate.” Secondo fonti diplomatiche pakistane, citate dal Times of India, la Cina ha “avvertito senza equivoci, che un attacco contro il Pakistan sarà considerato un attacco alla Cina“. È stato suggerito che questo ultimatum è stato rilasciato durante i colloqui politico-economici che hanno avuto luogo a Washington il 9 maggio, in cui la delegazione cinese era guidata dal vice premier cinese Wang Qishan e dal consigliere di stato Dai Bingguo.1 Gli avvertimenti dalla Cina sono implicitamente sostenuti dai missili nucleari della nazione, tra cui 66 missili intercontinentali, di cui molti con la capacità di colpire gli Stati Uniti, e da altri 118 missili a medio raggio, 36 missili lanciati da sottomarini, e da molti sistemi missilistici a corto raggio.



Il sostegno della Cina è visto dagli osservatori regionali di estrema importanza per il Pakistan, che altrimenti sarebbe intrappolato nel fuoco incrociato tra Stati Uniti e India. “Se la pressione degli Stati Uniti e dell’India continua, il Pakistan potrà dire ‘la Cina è con noi. Non crediate che siamo isolati, abbiamo una potenziale super-potenza con noi”, ha detto all’AFP il generale in pensione e analista politico, Talat Massoud.2



L’ultimatum cinese si è avuto durante la visita a Pechino dal Primo Ministro pachistano Gilani, durante il quale il governo ospite ha annunciato il trasferimento immediato e gratuito di 50 jet da combattimento ultimo modello JF-17.3Prima della sua partenza, Gilani ha rafforzato l’importanza dell’alleanza tra Pakistan e Cina proclamando: “Siamo orgogliosi di poter contare la Cina tra i nostri migliori amici e di ribadire la fiducia che ci lega. La Cina potrà sempre contare sul Pakistan, che sarà al suo fianco in ogni momento… Quando diciamo che questa amicizia è più grande dell’Himalaya e più profonda degli oceani, cogliamo l’essenza di tale rapporto.”4 Queste osservazioni sono state accolte con lamenti dai portavoce statunitensi, tra cui il senatore repubblicano dell’Idaho Risch.



La crisi strategica che bolle tra Stati Uniti e il Pakistan, è esplosa con forza il 1° maggio, con il caso del raid del commando unilaterale e non autorizzato, che presumibilmente avrebbe ucciso il fantasma di Usama bin Ladin, in una casa fortificata nella città di Abottabad, cosa che costituisce una flagrante violazione della sovranità del Pakistan. La tempistica di questa cascata militare, condotta per infiammare le tensioni tra i due paesi, non aveva assolutamente nulla a che fare con la presunta guerra contro il terrorismo, e tutto ciò a che fare con la visita in Pakistan, alla fine di marzo, del principe Bandar, il capo della sicurezza nazionale saudita. Questa visita ha comportato una immediata alleanza tra Islamabad e Riad, con il Pakistan che promette di fornire truppe per sedare qualsiasi ribellione architettata dagli Stati Uniti, come una rivoluzione colorata, nel Regno dei Saud, fornendo nel contempo un ombrello nucleare ai sauditi, rendendoli meno vulnerabili alle minacce di estorsione degli Stati Uniti, per abbandonare la petro-monarchia alle cure di Teheran. Un movimento congiunto tra il Pakistan e l’Arabia Saudita per spezzare il predominio dell’impero statunitense nella regione e, qualsiasi cosa si pensi di questi due regimi, ciò sarebbe un colpo mortale per l’impero in dissoluzione degli Stati Uniti in Asia del sud.



Per quanto riguarda le indicazioni circa il presunto raid contro bin Ladin il 1° maggio, vi è una massa di contraddizioni che cambiano di giorno in giorno, e che non danno alcuna speranza di sapere cosa sia realmente successo. Un’analisi di questa avventura sarebbe in mani decisamente migliori con dei critici letterari e scrittori di riviste teatrali. Il solo fatto solido e consistente che emerge da tutto questo, è che il Pakistan è l’obiettivo principale degli Stati Uniti, con l’intensificazione della politica statunitense anti-Pakistan che è stata messa in vigore dal famigerato discorso di Obama a West Point, nel dicembre 2009. Continua a leggere Gli Stati Uniti e il Pakistan vicini a una guerra aperta, un ultimatum cinese avverte gli Stati Uniti dall’attaccare il Pakistan





Fonte

F
inché non arriveremo al controllo delle nascite...

mercoledì 15 giugno 2011

Roma Termini - Roma Tiburtina

Domenica 12 giugno 2011

Scendere dall'aereo Tunisair alle 19,15, prendere il treno Fiumicino-Termini alle 19,40, arrivare a Termini alle 20,04, correre (lungo tragitto) al binario 7, frecciarossa delle 20,15, chiedere al capotreno di poter salire pagando a bordo. La risposta: il costo viene € 45 del biglietto normale + 50 dell'addizionale. Che non è un'addizionale ma una multa. 

Prima alternativa:

Dopo le 20,15 prevista la notte in bianco a  Termini: il primo treno utile per Firenze, Bologna, Milano, Padova, Udine, Trieste...alle 6,15 del mattino.

Seconda alternativa:

Stazione Roma Tiberina, treno notte delle 22,36, prezzo biglietto € 27.

Prendere Metro linea B, direzione Rebibbia (nomen est omen),  biglietteria chiusa (ore 20,45), biglietteria automatica (solo Carta o Bankomat, esclusi contanti), trovato aiuto di giovani informatizzati, cercata toilette, trovate due cabine mobili automatiche (€ 0,50 senza dare resto) ad alto indice claustrofobico,  provvidenziale guasto di una delle due cabine che, generosa come la meretrice di Gerico, lascia la porta aperta e ti permette di orinare gratis, dando la schiena ai clienti (maschi) in fila. Andare binario 17 (lungo corridoio, scale...), leggere spostamento al binario 4, sostare in pensilina dalle 22,15 in attesa delle 22,36, leggere ritardo 5', rileggere ritardo 10', leggere ancora 15', rimanere in piedi sulla pensilina priva al tutto di panchine o appoggi-balaustra, ascoltare dalla signora padovana la storia esilarante di una funzionaria dell'anagrafe di Padova che la costringe per 4 volte a cambiare fotografia: nella terzultima era col cappotto e ancora non andava bene..

Ma il treno notte 744 che perde 15 minuti per arrivare da Napoli a Roma, sull'onda da lui intuita dei risultati referendari, riguadagna l'intera posta tra Chiusi, Terontola, Arezzo, Firenze CM (Campo di Marte).

Arrivare a baita alle 2 di notte e pregustare la possibilità di andare a corroborare il cuorum degli italiani fermo fino allora al battito 41%.

Dormire beato al ricordo della trasferta tunisina che mi ha regalato la cerimonia laica del matrimonio tra Luca e Najla. In festa ed allegrezza.

La mia religione è libertà





(Mohamed Talbi)








Letto sull'aereo Tunisi-Roma domenica 12 giugno. L'ho cercato online ed eccolo qui. 



Conférence de Mohamed Talbi, islamologue et penseur







«Ma religion est liberté»


 




Esplicatio terminorum







Charia = legge islamica 







niqab = velo







foukaha = giudice interprete del diritto islamico






oulama = saggio interprete del messaggio coranico







hidaya = guida spirituale (ognuno la può trovare nel Corano)







balagh = messaggio coranico






  







«Je n’adhère à aucun parti. Et je ne sais même pas pour qui je vais voter dans quelques mois. En attendant je sais que ma religion est liberté !», s’exclame tout de go Mohamed Talbi* en attaquant avant-hier après-midi à Tunis, à l’hôtel Acropole, sa conférence sur «Liberté d’expression et de pensée et processus démocratique». Invité par le Parti démocratique progressiste (PDP), le vénérable petit homme de 91 ans, fervent musulman à la parole vive, percutante et rebelle par rapport au discours salafiste dominant, a été accueilli par une salle aux trois quarts remplie de femmes.

"Io non aderisco a nessun partito. E non so neppure per chi andrò a votare far qualche mese. Nell'attesa io so che la mai religione è libertà|", esclama con forza Mohamed Talbi iniziando ieri l'altro pomeriggio a Tunisi, all'hotel Acropole, la sua conferenza su "Libertà di espressione e di pensiero e processo democratico". Invitato dal Partito Democratico Progressista (PDP), il venerabile piccolo uomo di 91 anni, fervente mussulmano dalla parola viva, dirompente e ribelle in rapporto al discorso salafista dominante, è stato accolto da una sala per tre quarti piena di donne.

Le succès de Talbi auprès de la gent féminine s’explique-t-il par son message de modération et de modernité, de tolérance et de respect et surtout de sa remise en doute de la si épineuse question du voile et du niqab islamiques ? L’homme se révèle également un très fin communicateur, pédagogue, toujours la pensée alerte, maniant dans un parfait dosage langue arabe littéraire et dialecte tunisien. L’écouter est un… bonheur.







Il successo di Talbi con il mondo femminile si spiega col suo messaggio di moderazione e modernità, di tolleranza e rispetto e soprattutto della sua rimessa in discussione della spinosa questione del velo e del niqab islamici?  L'uomo si présenta ugualmente comme un finissimo comunicatore, pedagogo, sempre con un pensiero attento, maneggiando con un perfetto dosaggio lingua araba letteraria e dialetto tunisino. Ascoltarlo è un…godimento.

Voilà son credo : «L’Islam ne cible pas un pays, ni une région. Il s’adresse à tous les hommes, qu’ils soient chinois, australiens ou saoudiens. C’est une religion capable de s’adapter à tout lieu et à toute époque. D’où l’obligation d’actualiser le Balâgh (Message) coranique. La parole de Dieu n’est pas rigide parce que Dieu est vivant. Il dépasse de son éloquence tous les hommes, foukaha (jurisconsultes) et oulama, (savants) soient-ils. Il faut l’écouter Lui. La Charia, comme elle nous est parvenue, incarne une interprétation humaine de la parole divine. Elle peut convenir à une époque et pas à une autre. Il faut retourner à la lettre et à l’esprit du Coran. C’est là où tout musulman peut trouver la hidâya, une guidance spirituelle pour organiser sa vie au mieux. La Charia est un mot que l’on ne trouve nulle part dans le texte coranique, qui par contre cite 326 fois le terme hidâya sous ses diverses formes».

Ecco il suo credo: "L'Islam non circonscrive un paese, né una regione. Esso si rivolge a tutti glu uomini, sinon essi cinés, australiani o sauditi. E' una religions capace di adattarsi a ovni logo e ad ovni epoca. Da cui l'obbligo di attualizzare il Balagh (Messaggio) coranico. La parola di Dio non è rigida perché Dio è vivente. Egli sopravanza con la sua eloquenza tutti gli uomini, siano essi foukaha (esperti di diritto) e ouléma (saggi). Bisogna ascoltare Lui. La Charia, comme è arrivata a noi, incarna una interpretazione umana della parola divina. Può essere adatta ad un epoca e non ad un'altra. Bisogna ritornare alla lettera e allo spirito del Corano. E' lì che ogni mussulmano può trovare la Hidaya, una guida spirituale per organizzare al meglio la sua vita. Charia è una parola che non si trova in nessuna parte del testo coranico, che invece cita 328 volte il termine hidaya nelle sue diverse forme.






 







Indignez-vous !
Indignatevi!



Mohamed Talbi a probablement jeté un pavé dans la mare en persistant dans son affirmation que tous ceux qui s’arrogent le droit de se poser en intermédiaires entre Dieu et Ses créatures sont des «mécréants». Pourquoi ? Parce que les foukaha substituent au Coran, qui est liberté, la Charia, présentée par l’islamologue comme une «oppression». Ce docteur en histoire remonte le fil du temps pour expliquer la genèse de la perte de la liberté par les musulmans. Muni d’un texte écrit par un fakih andalou de retour de Bagdad au quatrième siècle de l’Hégire, qui raconte une conversation entre deux ulémas maghrébins scandalisés par ce qui se passait en Orient, où des cercles de la parole réunissaient Musulmans, Juifs, Chrétiens mais aussi manichéens et dualistes, Talbi ressuscite une vérité historique. Il continue en se référant aux descriptions citées dans le texte : «A chaque fois que l’un des intervenants à ces débats arrivait, tous d’imminents penseurs, paraît-il, les autres se levaient par respect…».

Mohamed Talbi ha probabilmente gettato una pietra nello stagno insistendo nella sua affermazione che tutti coloro che si arrogano il diritto di porsi come intermediari tra Dio e le sue créature sono dei "miscredenti". Perché? Perché i foukaha (giureconsulti) sostituiscono al Corano, che è libertà, la Charia, presentata dall'islamologo comme "oppressione".  Questo professore di storia riavvolge il filo del tempo per spiegare l'origine della perdita della libertà da parte dei mussulmani. Provvisto di un testo scritto da un fakih andaluso di ritorno da Bagdad nel quarto secolo dell'Egira, che riporta una conversazione tra due ulema magrebini scandalizzati per quello che stava succedendo in Oriente, dove alcuni circoli della parola riunivano Mussulmani, Giudei, Cristiani ma anche manichei e dualisti, Talbi fa riemergere una verità storica. Egli continua riferendosi alle descrizioni riportate nel testo: "Ogni volta che arrivavano a questi dibattiti dei nuovi personaggi, tutti di chiara fama, pare, gli altri si alzavano in piedi in segno di rispetto…"
Commentaire de l’islamologue : «Ceci se passait jusqu’au cinquième siècle dans notre région au moment où la civilisation musulmane était à son apogée. La confrontation intellectuelle est une richesse. Sans cette donnée essentielle il n’y a pas de progrès !».
Commento dell'islamologo: "Questo succedeva fino al quinto secolo nella nostra regione nel momento in cui la civilizzazione mussulmana era al suo apogeo. Il confronto intellettuale è una ricchezza. Senza questo dono essenziale non esiste progresso!".
Malheureusement, la guerre entre ces deux courants, l’un rationaliste et l’autre hyperconservateur, emboitant le pas au Salaf al-Sâlih (les vertueux anciens) qui ont existé en terre d’Islam, a abouti au triomphe des foukaha et leur doctrine liberticide. Commence alors l’âge de la décadence.
Sfortunatamente, la guerra tra le due correnti, quella razionalista e l'altra ultraconservatrice, impedendo il passo al Salaf al-salih (gli anziani saggi) che sono esistiti in terra di Islam, è finita col trionfo dei foukaha e della loro dottrina liberticida. Comincia allora l'epoca della decadenza.


«Comment dépasser la tutelle du fakih pour aboutir à l’autonomie du peuple sinon à travers la rupture avec la Charia ?», avance Mohamed Talbi, qui dénonce toute la duplicité du discours salafiste. Il poursuit sa réflexion : «Comment peut-on  prôner l’adhésion à la démocratie, à l’émancipation de la femme, à la défense du Code du statut personnel dans l’espace public alors qu’à la mosquée, on traite ces questions différemment ? Que dit Al Ghazali de la femme ? Son statut correspond, selon ce fakih, à celui de l’esclave. Elle ne peut sortir de chez elle qu’avec l’autorisation de son mari (voilée de la tête aux pieds d’un niqab taliban ou saoudien) ou en compagnie d’un parent avec qui elle ne peut se marier». Ce penseur qui fait une lecture vectorielle du Coran (traduction : chercher l’intentionnalité du texte, qui appelle, selon Talbi, à toujours plus de justice, d’égalité et de liberté) affirme qu’il ne parle point de «hijab», voile. Tout en poursuivant son idée fixe : «Que celles qui lisent les paroles de Dieu et y trouvent une invitation à se couvrir, le fassent. Je respecte également celles qui ne se couvrent pas. Je défendrai ardemment les unes et les autres».

"Come sottrarsi alla tutela del fakih per arrivare all'autonomia del popolo se non attraverso la rottura con la Charia?", iniste Mohamed Talbi, che denuncia tutta la doppiezza del discorso salafista. E prosegue nella sua riflessione:" Come si può inneggiare all'adesione alla democrazia, all'emancipazione della donna, alla difesa del Codice del rispetto della persona nello spazio pubblico quando nella moschea si trattano queste questioni in modo differente?  Che dice Al Ghazali della donna? Il suo statuto corrisponde, secondo questo fakih, a quello dello schiavo. La donna non può uscir di casa che con l'autorizzazione del marito (velata dalla testa ai piedi di un niqab talebano o saudita) oppure in compagnia di un parente  stretto col quale non si può maritare".  Questo pensatore che fa una lettura vettoriale del Corano (traduzione: cercare l'intenzionalità del testo, che richiama, secondo Talbi, a una sempre maggiore giustizia eguaglianza e libertà) afferma che esso non parla affatto di "hijab", velo. E continuando con la sua idea fissa: " Che quelle che leggono le parole di Dio e vi trovano un invito a coprirsi, lo facciano. Io apprezzo allo stesso modo quelle che non si coprono. Io difenderò ugualmente queste e quelle".



Mohamed Talbi, qui a longtemps souffert du système de censure imposé par Ben Ali, est probablement le précurseur d’une école tunisienne de réflexion sur l’Islam (on y compte déjà Youssef Seddik et Olfa Youssef). Le fil de la pensée islamique a été coupé il y a des siècles. La Révolution tunisienne, en affranchissant la parole, augure peut-être une nouvelle renaissance à un Islam des lumières…

Mohamed Talbi, che ha lungamente sofferto del sistema di censura imposto da Ben Ali, è probabilmente il precursore d'una scuola tunisina di riflessione sull'islam ( vi si contano già Seddik e Olfa Youssef). Il filo del pensiero islamico è stato tagliato da secoli. La Rivoluzione tunisina, liberando la parola, costituisce forse un augurio di nuovo rinascimento a un Islam illuminista…
(*
Auteur : Olfa Belhassine







Fonte: La presse de Tunisie, domenica 12 giugno, p.4







Traduzione, esplicatio terminorum e sottolineature di Barbabianca.