sabato 22 ottobre 2011

Gheddafi


Cogitanti mihi saepenumero et memoria vetera repetenti...



Quello che mi colpisce è l'accecamento prodotto dall'uso del potere. Perché se è vero che è morto dicendo non voglio morire ("non sparatemi"),  non capisco che lui non abbia capito fin dall'inizio, cioè dalla deliberazione dell'ONU, che la sua era partita persa. E allora perché sacrificare un intero popolo di sudditi, amici e clienti e figli e parenti in una guerra civile patrocinata dalla NATO, cioè dalla più mefistofelica realtà dell'Europa, escort dell'Impero del male. Mussolini che, a Italia già distrutta, a guerra ormai persa, fa fucilare il genero e gli amici della prima era sacrificando tutto un popolo di santi navigatori ed eroi in una guerra civile tanto assassina e cruenta quanto inutile. Hitler che arruola i ragazzi di 16 anni, ormai orfani di padri e nonni per sacrificarli nell'ultima ecatombe sopra il bunker eletto a tomba dell'Impero dei Nibelunghi.  Evidentemente, oltre quella soglia, là dove puoi decidere della vita e della morte, della pace e della guerra, il cervello umano subisce una metastasi e perde quel po' di barlume intelligente che madre Natura ha messo insieme in pochi milioni di anni, troppo pochi se confrontati ai miliardi di anni dei protozoi.  



Ma l'accecamento prodotto dall'uso del potere, caro Barbabianca, non si limita alle dittature, al singolo definito tiranno e pace all'anima.  L'accecamento può colpire interi gruppi, all'inizio ristretti e via via sempre più estesi.  Senza scomodare la storia lontana degli spagnoli al seguito di Cristoforo Colombo, degli Italiani d'Abissinia al seguito del maresciallo Badoglio, degli israeliani al seguito delle guerre vinte nel 1948 e 1967,  vengo alla mia Italia di oggi: abbiamo da vent'anni un capo di governo che crede alle sue bugie e le scambia con pure purissime verità, riuscendo a trasformare il falso in vero e il vero in falso come un vecchio alchimista delle favole, rimanendo piano piano schiavo di se stesso e del mondo circostante in quanto confonde realtà e immaginazione, nero e bianco, esistente ed inesistente; un fenomeno da laboratorio. Ma la cosa sconcertante è il plagio di se stesso che viene esteso a una massa di persone tra loro differenti per origine e tendenze.  Un Parlamento che, di fronte al mondo, dichiara vero il falso riconosciuto e falso il vero accertato. Così che Barabba viene scambiato per Gesù Cristo e Cristo per Barabba.  Son bastati così pochi anni di uso del potere per ridurre un pezzo da novanta come Umberto Bossi a un soprammobile del salotto di Arcore: un altro fenomeno da laboratorio, come un vecchio alchimista delle favole che finisce col credere al potere di trasformare il ferro in oro.  Ma non dobbiamo fermarci ai singoli personaggi, spesso semplicemente dei prodotti fabbricati nei laboratori degli alieni che controllano le banche e il flusso del denaro dell'intero pianeta. E' chiaro per noi che gli abitanti del pianeta stanno andando in perdizione e che sul villaggio globale si sta per avventare lo tsunami della sovrappopolazione che, unita all'assenza di un principio coordinatore, porta alla fine della civiltà. Questo tiranno globale ha deciso come cura la guerra preventiva permanente destinata a finire come le guerre scaturite dalli tiranni pervertiti dall'uso del potere. Solo che qui la Germania del 1945 è, siamo ottimisti nel restringere, l'intero mondo occidentale. 



Fine dell'incubo prodotto dalla vista delle immagini trasmesse dai cellulari di Sirte il 21 ottobre dell'anno di disgrazia 2011.



Ma forse centra il vero il mio pensiero;



che sia democrazia o dittatura



la droga del potere è come un siero



che entra nelle vene e lì perdura.



Se poi la storia ci porta Zapatero



lo chiamiamo sconfitto e non è vero.


1 commento:

  1. forse è solo che ognuno fa quello che sa fare

    ole/.)

    by sally brown

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