lunedì 30 settembre 2013

Israele sul ponte del Titanic

Pappe: La soluzione dei due stati è morta più di un decennio fa
Israele continua a cercare altri Oslo per acquisire una legittimità internazionale
di Ilan Pappe
Il recente tentativo di rilanciare i negoziati di pace tra Israele e palestinesi non è in grado di produrre risultati più significativi di quelli dei tentativi precedenti. Arriva 20 anni dopo la firma degli accordi di Oslo tra Israele e l'Organizzazione per la liberazione della Palestina .


Gli Accordi di Oslo furono un duplice evento. Ci fu la Dichiarazione dei Principi (DOP ) firmata solennemente sul prato della Casa Bianca il 13 settembre 1993; e ci fu l'accordo, relativamente meno celebre, 'Oslo II' firmato nel settembre 1995 a Taba , in Egitto, che delineò l'attuazione della dichiarazione del 1993, secondo l’interpretazione israeliana. 
L'interpretazione israeliana era che gli accordi di Oslo fossero stati solo un avallo palestinese alla strategia formulata dagli israeliani nel 1967 nei confronti dei territori occupati. Dopo la guerra del 1967, tutti i successivi governi israeliani sono stati fermamente decisi a far sì che la Cisgiordania restasse parte di Israele. Per loro è sia il cuore della antica patria che un luogo strategico per impedire la divisione dello stato in due parti fra cui sarebbe scoppiata un'altra guerra. 
Allo stesso tempo, l'élite politica israeliana non ha voluto concedere la cittadinanza alle persone che vivono lì, né ha preso seriamente in considerazione la loro espulsione. Volevano tenersi la zona, ma non le persone. La prima rivolta palestinese, tuttavia, mostrò il costo dell'occupazione, e portò la comunità internazionale ad esigere un chiarimento, da parte di Israele, sui suoi piani per il futuro della Cisgiordania e la Striscia di Gaza. Per Israele, Oslo era stato quel chiarimento. 
Gli Accordi di Oslo non erano un piano di pace per gli israeliani, erano una soluzione al paradosso che aveva a lungo turbato Israele: volere la terra senza le persone che la abitavano. Questa era il problema del sionismo dal giorno della sua nascita: come avere la terra senza il suo popolo in un mondo in cui non sono più accettati né il colonialismo né la pulizia etnica. 
Oslo II fornì la risposta: il piano di pace avrebbe creato sul terreno i fatti che avrebbero portato al confinamento della popolazione nativa in piccoli spazi, mentre il resto sarebbe stato annesso ad Israele. 
Nel II accordo di Oslo, la Cisgiordania fu divisa in tre aree. Solo una di loro, la zona A, dove i palestinesi vivevano in aree densamente popolate, non era controllata direttamente da Israele. Era un territorio non omogeneo che nel 1995 costituiva solo il tre per cento della Cisgiordania e che sarebbe cresciuto fino al 18 per cento entro il 2011. Gli israeliani concessero l'autonomia a quell’area e crearono l'Autorità nazionale palestinese per controllarla. Le altre due aree, Area C e Area B, sarebbero state sotto il controllo di Israele, direttamente nel caso della prima e, teoricamente, in comune, ma in pratica direttamente, nel secondo. 
Oslo aveva lo scopo di consentire agli israeliani di mantenere questa divisione e questo meccanismo di controllo per un periodo molto lungo. La seconda rivolta palestinese del 2001 mostrò che i palestinesi non erano disposti ad accettarlo. La risposta israeliana fu quello di cercare un’altra Oslo, che forse possiamo chiamare Oslo III, che avrebbe di nuovo garantito loro il consenso internazionale e palestinese per il modo in cui volevano governare i territori occupati. Cioè, con la concessione di una limitata autonomia alle aree palestinesi densamente popolate e con l’istituzione del pieno controllo israeliano sul resto del territorio. Questa sarebbe stata una soluzione permanente in cui tale autonomia sarebbe poi stata definita 'essere uno Stato'. 
Ma qualcosa è cambiato nella visione israeliana da Oslo 2000. I poteri politici in Israele prima del 2000 erano sinceri, credo, nella loro offerta ai palestinesi dell’Area C e di Gaza per la creazione di uno stato. L'élite politica di questo secolo, tuttavia, mentre utilizza il discorso dei due stati, ha già stabilito, senza dichiararlo pubblicamente, l’esistenza di uno Stato israeliano in cui i palestinesi della Cisgiordania hanno lo stesso status di cittadini di serie B che hanno quelli che vivono nelle altre zone all'interno di Israele. Hanno anche trovato una soluzione speciale per la Striscia di Gaza: ghettizzarla. 
La volontà di mantenere lo status quo come una realtà permanente è diventata la vera strategia israeliana con l'ascesa di Ariel Sharon al potere nella prima parte di questo secolo. L'unica esitazione che aveva era sul futuro della Striscia di Gaza, e una volta trovata la formula della ghettizzazione, invece di governarla direttamente, non ha sentito più alcuna necessità di cambiare la realtà esistente. 
Questa strategia si basava sul presupposto che nel lungo periodo la comunità internazionale avrebbe concesso a Israele, se non la legittimità, almeno l’accettazione del suo continuo controllo sulla Cisgiordania. I politici israeliani sono consapevoli che questa strategia ha isolato Israele nell'opinione pubblica mondiale trasformandolo in uno stato paria agli occhi dei gruppi della società civile di tutto il mondo. Ma, allo stesso tempo, sono anche sollevati di sapere che finora questo trend globale ha avuto poco effetto sulle politiche dei governi occidentali e dei loro alleati . 
Ogni speranza di far rivivere qualcosa delle idee originali che portarono i palestinesi a sostenere gli accordi di Oslo nel 1993 morì con il governo di Ehud Olmet del 2007, quando furono sepolti, a tutti gli effetti, sia gli accordi di Oslo che la soluzione dei due stati. 
Questa strategia fu definita da Olmert 'unilateralismo'. La ragion d'essere di questa politica era che non ci sarebbe stata pace nel prossimo futuro e quindi Israele doveva decidere unilateralmente il destino della Cisgiordania. Gli sforzi diplomatici in questo secolo hanno fatto molto poco per evitare l'attuazione di questa strategia. 
Dal punto di vista di oggi, questa strategia si è sviluppata in modo chiaro. La Cisgiordania è divisa in due zone: una ebraica, una palestinese. Le aree ebraiche sono più o meno equivalenti all’Area C (di Oslo), in cui Israele ha il pieno controllo, ma anche a parti dell’Area B, dove l'Anp ( Autorità nazionale palestinese ) e Israele condividono il controllo. Insieme formano quasi la metà della Cisgiordania. 
Israele non ha ancora annesso ufficialmente lo spazio 'ebraico', ma potrebbe farlo in futuro. Per il momento, l’identità etnica di queste zone è determinata dalla massiccia presenza ebraica e da una strisciante pulizia etnica degli abitanti palestinesi spingendoli in enclave ristrette all'interno di questo spazio 'ebraico'. Lo spazio 'palestinese', nel frattempo, è la zona A, controllata dal ANP, dove Israele si riserva il diritto di entrare liberamente con i suoi agenti segreti, unità speciali e, se necessario, forze armate di massa, ogni qualvolta lo ritenga necessario. 
Per i responsabili principali della politica israeliana non si tratta di una situazione temporanea, ma di un modo di vita che può essere mantenuto per un tempo molto lungo. È completato da una serie di misure della massima importanza per tutti coloro che sono coinvolti nella lotta contro l'occupazione. La prima è finanziaria: il governo di Israele continua a mandare grandi somme di denaro nelle colonie e il risultato è che queste colonie sono diventate ormai zone di espansione urbana, con tutte le moderne infrastrutture di una nuova metropoli. Il denaro viene utilizzato principalmente per costruire nelle colonie esistenti, ma anche per espandere l'area intorno in modo tale che diventino parte integrante del paesaggio. 
La seconda misura è la continua de-arabizzazione della zona della 'Grande Gerusalemme' - più di 250.000 palestinesi sono stati sradicati da questa zona che copre quasi un terzo della Cisgiordania. Questo risultato è stato ottenuto mediante la demolizione di case, gli arresti politici e, soprattutto, non permettendo alle persone di tornare nella Grande Gerusalemme se avessero fatto l'errore di lasciarla. 
La terza misura è la rete dei muri. La sua caratteristica più evidente è il famoso muro dell'Apartheid, che ha diviso in due la Cisgiordania in un modo che diminuisce l integrità territoriale di un futuro Stato palestinese. La rete comprende anche piccoli recinti e muri che trasformano in enclave la maggior parte dei villaggi e città palestinesi in modo da non consentire nessuno sviluppo territoriale. Nel 2013, questa è la situazione di Israele: una repubblica sionista che si estende tra il Mediterraneo e il fiume Giordano, con un numero quasi uguale di palestinesi ed ebrei. Questa realtà demografica mette in pericolo l'identità dello Stato ebraico o di regime della ‘democrazia dei maestri'. 
In Israele non ci sono partiti politici di qualche peso che si offrano di cambiare questa realtà. Non esiste un vero piano occidentale per fermare il consolidamento di questo stato, per non parlare di offrire una valida e seria alternativa. Fattori come la frammentazione palestinese, la disgregazione degli Stati nazionali arabi vicini di Israele e il continuo e incondizionato sostegno americano a Israele, tutti agiscono da cuscinetto che difende il pubblico ebraico israeliano da eventuali minacce al loro nuovo stato più grande, razzista, ma economicamente sostenibile. 
La validità morale di questo nuovo stato geo-politico allargato di Israele è stato eroso in modo significativo dal successo del movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni ( BDS) messo in moto dalla società civile palestinese alcuni anni fa. Anche le stesse azioni di Israele hanno contribuito a un'ulteriore delegittimazione dello Stato agli occhi delle società civili di tutto il mondo. 
La lotta dell’Occidente contro il regime dell’apartheid in Sud Africa ha dimostrato che la negazione della legittimità internazionale di un regime è un processo dal basso verso l’alto e questo può ancora accadere nel caso di Israele. Il ruolo degli amici della Palestina in tutto il mondo non è mutato e deve continuare con lo stesso impegno nella pressione sui loro governi affinché condannino questo nuovo regime per le sue politiche criminali. 
La strategia delle persone che vivono all'interno non è cambiata molto. Più presto si rendono conto che non possono più lottare per una Palestina indipendente all'interno dello 'spazio palestinese', meglio è. Potrebbero invece concentrarsi la necessità di unire il fronte palestinese e le strategie di lotta, insieme agli israeliani progressisti, per un cambiamento di regime in questo nuovo stato che è stato istituito nel 2001 . Vi è un urgente bisogno di una nuova strategia che riformuli il rapporto tra ebrei e palestinesi nella terra di Israele e Palestina. 
Per questi motivi l'unica soluzione ragionevole sembra essere quella di uno stato democratico per tutti. Se questo non accadrà, la tempesta si abbatterà sui confini di Israele con una forza maggiore di quanto non sia avvenuto in passato. Ovunque nel mondo arabo, le persone e i movimenti sono alla ricerca di modi di cambiare i regimi e le realtà politiche oppressive - sicuramente questo arriverà anche nel nuovo Israele allargato, se non oggi, domani. Gli israeliani possono occupare il miglior posto sul ponte del Titanic, ma la nave sta comunque affondando. 
Ilan Pappe è uno storico israeliano e il direttore del Centro europeo di studi sulla Palestina dell'Università di Exeter 
(tradotto da barbara gagliardi
per l’Associazione di Amicizia Italo-Palestinese Onlus)




Sondaggio Cinquestelle toscano

Le possibili posizioni che il M5S può tenere in questa crisi di Governo. Chiusura sondaggio 30/09

Nei prossimi giorni i portavoce M5S saranno chiamati a fare delle scelte molto importanti per il MoVimento e per l'Italia intera. Le dovranno prendere per nostro conto anche gli eletti della Circoscrizione Toscana Su loro invito diamo la nostra posizione cosicché possano votare con più consapevolezza su cosa preferisce la base.
Inizio modulo
·       1) Chiedere subito e solo il voto
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162 voti (44%)
·       2) Proporre un presidente del Consiglio del M5S scelto dalla rete tra i Parlamentari del MoVimento
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120 voti (33%)
·       3) Appoggiare un governo di scopo dialogando con i partiti in parlamento
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13 voti (4%)
·       4) Proporre un presidente del Consiglio scelto dalla rete tra persone della società civile
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71 voti (19%)
Fino ad ora hanno votato 366 persone

Ho votato il punto 4Fine modulo

lunedì 23 settembre 2013

Altrocanto


Il coro popolare "Altrocanto", domenica 15 settembre alla palazzina del Ponte all'Indiano.
Due canzoni:
Video

venerdì 20 settembre 2013

La breccia di Porta Pia

XX settembre 1870
Lo Stato e la Chiesa sono, ciascuno nel proprio ordine, né indipendenti né sovrani..
Ascolta questo bel coro:
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Con un po' più di pazienza ascolta l'ex Procuratore generale di Firenze Beniamino Deidda che parla del processo dell'Isolotto:
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E' una storia vecchia…Ma questa non la sapevi:
papa Giovanni XXII (1316-1334) nel 1329, da Avignone, ordinò il rogo del "De Monarchia" perché, nel terzo libro, Dante sostiene l'indipendenza (oggi si direbbe la pari dignità di fronte a Dio) del potere politico da quello religioso. Il card. Bertrando Del Poggetto, da Bologna, richiese i resti mortali del poeta per bruciarli insieme al libro, ma i duchi di Ravenna non glieli accordarono.
(Urbano Cipriani, Ivi è Romena - Dante in Casentino, ed.Fruska, Stia (AR), p.177).

giovedì 12 settembre 2013

Siria, Iraq, Afghanistan, Libano, Egitto, Libia...Iran: giochini USA

Questo giochino del 1962 può aiutare a capire Assad che si tira addosso l'intervento USA

Il piano Northwoods per inscenare falsi attacchi contro gli Stati Uniti, e quindi giustificare una eventuale invasione di Cuba, venne sviluppato dai Capi di Stato Maggiore dell'Esercito, nel 1962.
Probabilmente, non fu mai messo in atto per paura di ritorsioni da parte dell’Unione Sovietica.
Il documento è consultabile su Internet, e proviene dall’Archivio della Sicurezza Nazionale, che pubblica documenti top-secret declassificati, acquisiti in virtù dell’Atto sulla libertà dell’Informazione. 
Perché tradurne una parte adesso? Primo, perché nel documento vi sono aspetti che ricordano lo svolgimento dei fatti dell’11/9 secondo le cosiddette “fonti della cospirazione interna”. Secondo, perché ci insegna per l’ennesima volta che quando sentiamo parlare di un attentato occorre estrema cautela prima di attribuirne a qualcuno la paternità. 

Ecco gli stralci del documento che particolarmente ci interessano.
MEMORANDUM PER IL SEGRETARIO DELLA DIFESA
Soggetto: Giustificazione dell’intervento militare americano a Cuba.
I Capi di Stato Maggiore Riuniti dell’Esercito allegano il memorandum per la principale delle operazioni, Progetto Cuba, come richiesto per una breve ma precisa descrizione dei pretesti che potrebbe fornire una giustificazione per un intervento militare a Cuba.
Successivamente alla premessa ha inizio un lungo elenco di azioni da intraprendere per accusare Cuba di aggressione: si và da attacchi di cubani “amici” nella base americana (da arrestare e mostrare come prova) al falso sabotaggio di aerei o di navi con l’uso di naftalene, ecc. e si prosegue con
…..Potremmo far esplodere una nave americana nella Baia di Guantanamo e accusare Cuba; potremmo far esplodere una nave teleguidata nelle acque cubane, possibilmente nelle acque antistanti Havana o Santiago ..la presenza di aerei o navi cubane giunte sul luogo per ispezionare il vascello potrebbe rendere più credibile l’attacco. La vicinanza all’Havana o a Santiago aggiungerebbe credibilità specialmente per quelle persone che potrebbero udire lo scoppio o vedere le fiamme. Gli USA potrebbero intervenire con una operazione di “recupero” dell’equipaggio (non esistente). La lista delle persone decedute pubblicata sui giornali potrebbe determinare una utile ondata di indignazione…
…Potremmo organizzare una campagna di terrorismo cubano comunista nell’area di Miami, in altre città della Florida e persino a Washington….potremmo attentare alla vita di rifugiati cubani fino al punto di ferirli per ottenerne un largo riscontro pubblicitario. Potrebbe anche essere utile….far esplodere alcuni ordigni in luoghi attentamente scelti, l’arrestare agenti cubani e rilasciare documenti già preparati che dimostrino il coinvolgimento cubano.
Non solo ma anche far credere che Cuba abbia l’intenzione di attaccare una vicina nazione dei Carabi, per esempio..
….Aerei del tipo C-46 e B-26 “cubani” potrebbero compiere raid notturni,…potrebbe essere inviati messaggi ai combattenti comunisti della Repubblica Domenicana e potrebbero essere fatti trovare equipaggiamento di armi sulla spiaggia.
Ci avviciniamo al clou del documento, quello che più ci interessa..
L’impiego di aerei tipo MIG guidati da piloti americani potrebbero fornire una aggiuntiva provocazione. Attacchi su aerei civili e su navi, e distruzione di un aereo
(apriamo le orecchie, arriva la prima ciliegina sulla torta)
teleguidato da parte di aerei tipo MIG sono utili azioni complementari.
Un F-86 adeguatamente truccato potrebbe convincere i passeggeri di un aereo di linea di aver visto un MIG cubano in azione, specie se il pilota, adeguatamente istruito, fa notare il fatto….
Ma non basta..
E’ possibile creare un incidente che possa dimostrare convincentemente che un aereo cubano ha attaccato e abbattuto un aereo charter in volo dagli Stati Uniti alla Giamaica, Guatemala, Panama o Venezuela…… I passeggeri potrebbero essere un gruppo di studenti di un college in vacanza o qualche gruppo di persone con un comune interesse a noleggiare un volo non di linea.
Come si sarebbe dovuto svolgere questo piano nei particolari? (per ora si sa che c’è un aereo, ci sono passeggeri e che questo aereo sarà abbattuto)..
..Un aereo alla base dell’aeronautica militare di Eglin verrebbe truccato, verniciato e numerato per divenire l’esatto duplicato di un aereo civile registrato e appartenente ad una organizzazione di proprietà della CIA nell’area di Miami. Ad un tempo stabilito il duplicato avrebbe preso il posto dell’aereo civile vero e avrebbe accolto i passeggeri selezionati, tutti quanti sotto falsi nomi accuratamente preparati.
Riassumiamo: aereo falso, passeggeri veri, nomi falsi.
L’aereo vero verrebbe convertito in un aereo teleguidato.
Aggiungiamo al riassunto: aereo vero guidato in modo remoto (ai detrattori della “teoria della cospirazione interna” suggerisco di prendere nota dell’anno in cui sono state scritte queste cose: era il 1962, cioè 40 anni prima dell’11 Settembre gli aerei di linea potevano essere teleguidati).
I tempi di decollo degli aerei saranno programmati in modo da permettere un ricongiungimento a Sud della Florida. Nel punto stabilito di ricongiungimento l’aereo che trasporta i passeggeri inizia la discesa e va ad atterrare alla Base di Eglin dove si predisporrà l’evacuazione dei passeggeri e il ritorno allo stato originale dell’aereo.
L’aereo falso teleguidato continuerà nel frattempo a volare secondo i piani programmati. Giunto sopra Cuba l’aero inizierà a trasmettere su frequenza internazionale un messaggio di “May Day” per far credere di essere sotto attacco di un MIG cubano. La trasmissione verrà interrotta dalla distruzione dell’aereo che sarà provocata da un segnale radio.
Viene a mente la Pennsylvania?
Questo permetterà alle stazioni radio ICAO nell’emisfero occidentale di dire agli Stati Uniti ciò che è accaduto all’aereo invece di far sì che siano gli USA a “vendere” l’incidente.

mercoledì 11 settembre 2013

11 settembre 2001


I presidenti statunitensi sono generalmente fantocci della rete canaglia, che rispondono ai bisogni di Wall Street e della City londinese. 
(Webster Tarbley)


Lo ebbi chiaro fin dall'inizio, grazie a uno scrittore di fantascienza italiano: Roberto Quaglia.
I servizi segreti americani, il Pentagono e l'amministrazione Bush erano perfettamente a conoscenza di quanto stesse per accadere l'11 settembre, e diedero precise disposizioni affinché i sistemi di difesa aerea — che in questi casi scattano automaticamente — non si attivassero. Essi volevano carta bianca dal popolo americano per andarsi a prendere il petrolio dove sappiamo e ridisegnare a proprio vantaggio la mappa geopolitica del continente eurasiatico, e l'unico modo per ottenere il consenso interno necessario ad avviare nuove guerre era terrorizzare a sufficienza il popolo americano. (maggio 2003)



...L'aspetto davvero notevole di questa faccenda è che nonostante tutti i dati siano di pubblico dominio su Internet, non succede niente. Cosa intendo dire con non succede niente? Be', il backstage ci sta mostrando un altro tipo di film rispetto a quello ufficiale, un film di quelli del genere in cui alla fine ci pensa Clint Eastwood — l'unico individuo al mondo che ha capito tutto, e per questo braccato invano dalle mele marce della CIA per tutto il film — a sventare il perfido complotto e a fare giustizia costringendo il Presidente degli Stati Uniti a suicidarsi, dopo che le mele marce della CIA sono tutte morte nei soliti modi stupidi in cui muoiono i cattivi nei film americani. Invece, ad aver capito tutto non è un uomo solo, ma un'intera meta-comunità che traspare su Internet, all'interno della quale l'informazione circola, si affina e delinea un disegno sempre più definito e coerente, che viene messo per iscritto. E tutto ciò, anziché scatenare una rivolta globale contro i cospiratori, non produce reazioni di alcun genere, da nessuna delle parti. I buoni cittadini dell'impero americano continuano a brucare dai teleschermi televisivi le loro razioni quotidiane di pseudo-informazioni giornalistiche, i milioni di girovaghi di Internet non capitano mai sulle pagine dove potrebbero cogliere una visione meno naif del mondo in cui esistono e se ci capitano non ci fanno caso più di tanto, mentre la diabolica intelligence che ha pianificato tutto quanto — gente notoriamente spietata — non si cura affatto di questa circolazione di agghiaccianti segreti, non cerca di chiudere i server che su Internet ospitano questi dati (beh, qualcuno in effetti ha avuto piccoli problemi...) , non cerca di uccidere o comunque dissuadere chi diffonde queste informazioni pericolose... (speriamo proprio di no!) Questa sì che è fantascienza. Ma forse... forse... qualche spiegazione anche a questo c'è.

Come sostiene anche Gore Vidal nel suo saggio sopra citato, più una bugia è grossa, più facilmente essa verrà creduta... se l'opzione di non crederci è sufficientemente dolorosa. In ciò non vi è nulla di magico. La nostra psiche è strutturata in modo di credere ciò che ad essa convenga credere **. Le verità dolorose vengono di norma negate dalla mente. Rispetto ad accogliere una verità troppo dolorosa, non è infrequente che una mente preferisca addirittura rifugiarsi nella follia — è così che chiamiamo la negazione della realtà rispetto ad ogni evidenza.
(**nota mia: questa tendenza della mente si chiama bias (baias) di conferma.)
Come quando Buscetta non diceva in pubblico quello che sapeva: Andreotti referente di primo grado della mafia siciliana. Lo rivelò molto tardi e ad una sola persona: il giudice Falcone. 

Questo blog ne parla fin dall'11 settembre 2003. 






La Siria è la premessa dell'Iran, operazione preannunciata dal Steve Alten su

pubblicato nel 2008

Ai lettori
(dell'autore)
Gli avvenimenti dell'11 settembre 2001...l'invasione dell'Iraq...la minaccia del radicalismo islamico...un incombente confronto con l'Iran. Che cosa hanno in comune queste situazioni?
Petrolio. E il resto del mondo è tagliato fuori.

Il gioco delle 3 carte è molto più di un thriller, è un racconto da leggere coem cauzione dato che narra il prossimo evento "9/11", l'imbroglio destinato a provocare una rappresaglia con armi chimiche contro l'Iran e contro i terroristi che il regime supporta. Sebbene il romanzo sia scritto come fiction, esso è stato riempito con dettagli più che reali forniti da addetti ai lavori dell'industria petrolifera, militare, e del Medio Oriente, dettagli che riguardano eventi reali del passato e del presente, destinati a  condurci dentro un percorso di autodistruzione...salvo fermare ora questa follia!

La storia comincia nel 2007 quando due agenti CIA si incontrano con un colonnello americano dell'itelligence service. La guerra sta andando male e il presidente Bush, che rifiuta fermamente di tirarsi indietro, rimane incontestato a casa mentre Democratici e repubblicani continuano a scagliare granate di parole - preoccupati solo di posizionarsi bene per le elezioni del 2008. Nel frattempo il prosieguo dell'Iran nel campo nell'energia atomica produrrà uranio arricchito entro 5 anni - uranio che può essere usato per fabbricare ordigni atomici.
L'apparato militare degli USA è troppo logorato per invadere l'Iran e un attacco preventivo non si può mettere all'ordine del giorno...a meno che una deflagrazione atomica non avvenga in una città americana--con uranio arricchito risalente all'Iran. Una rappresaglia USA darebbe allora un colpo mortale contro l'Islam radicale, porrebbe fine alla violenza sempre risorgente in Iraq...e avremmo più petrolio. Certo il costo è inimmaginabile - ma se noi ce ne stiamo a sedere senza far nulla un bel giorno una dozzina di ordigni potrebbero esplodere in una dozzina di città americane - portando con sé l'anarchia e il collassamento della civiltà occidentale.
Dicembre 2011: Ashey "Ace" Futrell è un esperto petrolifero che lavora per PetroConsultants, sposato con Kelli Doyle, un ex capo dei Servizi Segreti e uno dei due agenti CIA della scena d'inizio. Quando Kelli minaccia di rivelare il complotto, Ace si rende conto che la sua esistenza sta precipitando dentro un buco di coniglio di inganno dove le menzogne orchestrate da pochi potenti potrebbero condurre ai giorni più oscuri dell'umana esistenza...e alla campana a morto per miliardi di persone.

Shell Game
Gioco da strada che serve per truffare gli ingenui.  Si fa con tre conchiglie ( ditali, tappi di bottiglie, gusci di noce e anche scatole di fiammiferi)
Fonte


Il 9/11 è stato un golpe riuscito, progettato per dirottare la Casa Bianca di Bush verso la strategica “Guerra di civiltà” descritta da Samuel Huntington. I mondi arabo e islamico erano i primi obiettivi, con, a seguire, la Cina e anche la Russia, stando alla dottrina Wolfowitz. Il 9/11 rientra quindi nella tradizione degli attacchi autoinflitti o immaginari risalenti all’esplosione della USS Maine nel porto dell’Avana, nel 1898, che diede inizio alla guerra ispano-americana, e con essa all’imperialismo statunitense. Il governo segreto provò a mettere in scena una marcia fascista su Washington contro il Presidente Franklin D. Roosevelt, e provò ad assassinarlo. Tale governo ci ha portato alla Baia dei Porci, all’assassinio di Kennedy, al falso incidente del Golfo del Tonchino (in parte ammesso nelle ultime settimane dalla NSA), alla guerra del Vietnam, al tentato assassinio di Reagan, al traffico di armi e droga dell’affare Iran-Contra, al bombardamento della Serbia, all’affondamento del sommergibile russo Kursk, e alla loro impresa suprema, il 9/11, seguito dalle invasioni dell’Afghanistan e dell’Iraq. 
I presidenti statunitensi sono generalmente fantocci della rete canaglia, che rispondono ai bisogni di Wall Street e della City londinese.

11 settembre 1973


Discorso del Presidente Allende alla radio, 11 settembre 1973

7.55, Radio Corporaciòn
 "Viene segnalato da informazioni certe che un settore della marina avrebbe isolato Valparaiso e che la città sarebbe stata occupata. ...

8:15 A.M.
 Lavoratori del Cile:
State sicuri che il Presidente rimarrà nel Palazzo della Moneta per difendere il Governo dei Lavoratori. ...

8:45 A.M.
 Compagni in ascolto:
 In questo momento infausto voglio ricordarvi alcune delle mie parole pronunciate nell’anno 1971, ve lo dico con calma, con assoluta tranquillità, io non ho la stoffa dell’apostolo né del messia. ...
Non ho alternative. ...
Solo crivellandomi di colpi potranno fermare la volontà volta a portare a termine il programma del popolo. ...
Io avevo messo in conto questa possibilità, non la offro né la facilito.
 Il processo sociale non scomparirà se scompare un dirigente.
 Potrà ritardare, potrà prolungarsi, ma alla fine non potrà fermarsi. ...
Rimarrò qui nella Moneda anche a costo della mia propria vita.

9:30 A.M. RADIO MAGALLANES
 In questi momenti passano gli aerei.
 Potrebbero mitragliarci.
 Ma sappiate che noi siamo qui, almeno con il nostro esempio, che in questo paese ci sono uomini che sanno tener fede ai loro obblighi.
 .........
In nome dei più sacri interessi del popolo, in nome della Patria, mi appello a voi per dirvi di avere fede.
 La storia non si ferma né con la repressione né con il crimine.
 Pagherò con la vita la difesa dei principi cari a questa Patria.
 9:10 A.M.
 Sicuramente questa sarà l’ultima opportunità in cui posso rivolgermi a voi.
 La Forza Aerea ha bombardato le antenne di Radio Magallanes.
 Le mie parole non contengono amarezza bensì disinganno.
 Che siano esse un castigo morale per coloro che hanno tradito il giuramento: soldati del Cile, comandanti in capo titolari, l’ammiraglio Merino, che si è autodesignato comandante dell’Armata, oltre al signor Mendoza, vile generale che solo ieri manifestava fedeltà e lealtà al Governo, e che si è anche autonominato Direttore Generale dei carabinieri.
Di fronte a questi fatti non mi resta che dire ai lavoratori: Non rinuncerò!
 Trovandomi in questa tappa della storia, pagherò con la vita la lealtà al popolo.
 E vi dico con certezza che il seme affidato alla coscienza degna di migliaia di Cileni, non potrà essere estirpato completamente.
 Hanno la forza, potranno sottometterci, ma i processi sociali non si fermano né con il crimine né con la forza.
 La storia è nostra e la fanno i popoli.
 Lavoratori della mia Patria: voglio ringraziarvi per la lealtà che avete sempre avuto, per la fiducia che avete sempre riservato ad un uomo che fu solo interprete di un grande desiderio di giustizia, che giurò di rispettare la Costituzione e la Legge, e cosi fece.
  In questo momento conclusivo, l’ultimo in cui posso rivolgermi a voi, voglio che traiate insegnamento dalla lezione: il capitale straniero, l’imperialismo, uniti alla reazione, crearono il clima affinché le Forze Armate rompessero la tradizione, quella che gli insegnò il generale Schneider e riaffermò il comandante Ayala, vittime dello stesso settore sociale che oggi starà aspettando, con aiuto straniero, di riconquistare il potere per continuare a difendere i loro profitti e i loro privilegi.
 Mi rivolgo a voi, soprattutto alla modesta donna della nostra terra, alla contadina che credette in noi, alla madre che seppe della nostra preoccupazione per i bambini.
 Mi rivolgo ai professionisti della Patria, ai professionisti patrioti che continuarono a lavorare contro la sedizione auspicata dalle associazioni di professionisti, dalle associazioni classiste che difesero anche i vantaggi di una società capitalista.
 Mi rivolgo alla gioventù, a quelli che cantarono e si abbandonarono all’allegria e allo spirito di lotta.
 Mi rivolgo all’uomo del Cile, all’operaio, al contadino, all’intellettuale, a quelli che saranno perseguitati, perché nel nostro paese il fascismo ha fatto la sua comparsa già da qualche tempo; negli attentati terroristi, facendo saltare i ponti, tagliando le linee ferroviarie, distruggendo gli oleodotti e i gasdotti, nel silenzio di coloro che avevano l’obbligo di procedere.
 Erano d’accordo.
 La storia li giudicherà.
 Sicuramente Radio Magallanes sarà zittita e il metallo tranquillo della mia voce non vi giungerà più.
 Non importa.
 Continuerete a sentirla.
 Starò sempre insieme a voi.
 Perlomeno il mio ricordo sarà quello di un uomo degno che fu leale con la Patria.
 Il popolo deve difendersi ma non sacrificarsi.
 Il popolo non deve farsi annientare né crivellare, ma non può nemmeno umiliarsi.
 Lavoratori della mia Patria, ho fede nel Cile e nel suo destino.
 Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi.
 Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l’uomo libero, per costruire una società migliore.
 Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!
 Queste sono le mie ultime parole e sono certo che il mio sacrificio non sarà invano, sono certo che, almeno, sarà una lezione morale che castigherà la fellonia, la codardia e il tradimento.
 Santiago del Cile, 11 Settembre 1973.

Cause della morte di Allende:
 Latte Nestlé avvelenato con rame Kennecot.
Camerieri di servizio: Dott.Nixon, Prof.Kissinger (premio Nobel per la pace), Sig.ra Cia.

Allende era un medico pediatra che conosceva bene il flagello causato dalla carenza di proteine e vitamine e i problemi di salute dei bambini cileni.
Una delle prime misure che decise di attuare fu dunque quella della distribuzione gratuita di latte.
Ma in Cile la multinazionale Nestle' dominava totalmente il mercato del latte. Dato che la Nestle' possedeva fabbriche,contratti in esclusiva con i produttori di latte, circuiti di distribuzione nei negozi, e cosi' via, la sua collaborazione si rendeva indispensabile.
Dal febbraio del 1971 la direzione generale della Nestle' a Vevey, in
Svizzera, rifiuto' qualsiasi collaborazione con il governo democratico
cileno.
Per quale motivo?
Perche' a Washington il presidente Richard Nixon e il ministro degli affari esteri, Henry Kissinger decisero di rovesciare con qualsiasi mezzo la democrazia cilena.
Cosa successe allora?
La distribuzione quotidiana a livello nazionale del mezzo litro di latte ai bambini non avvenne.
la nazionalizzazione delle miniere di rame, da sempre saldamente in mano agli Stati Uniti, scatenò l'inferno.
"La Att, la Kennecot e soci, appena espropriati di quello che consideravano cosa loro, fecero crollare il prezzo mondiale del rame. D'improvviso, il prezzo crollò del cinquanta-sessanta per cento.

sabato 7 settembre 2013

La marcia lenta Poppi-Fronzola

Domenica 18 aprile c'ero anch'io, ho approfittato della presenza di Woody Mann e ho tirato fuori questo
video.
PS. Sono stato invitato a togliere il video dall'uso pubblico, credo per problemi di copyright. Peccato. Sostituisco con delle foto:















Glicemia ovvero passeggiata in bicicletta

Senza strisce. Semplice. Elegante.
Ideale per pazienti insulino-trattati.
·       4 semplici passaggi per eseguire il test
·       50 test su nastro continuo
·       Nessuna striscia reattiva da maneggiare o smaltire.
Pungidito integrato Accu-Chek FastClix.
·       Un solo click per caricamento e puntura
·       Cilindro caricatore da 6 lancette, nessuna lancetta da maneggia



Sabato mattina 7 settembre, approfitto del digiuno fatto in compagnia di papa Francesco, alle 8.30 prendo la bicicletta e vado, digiuno, verso la Pubblica Assistenza Humanitas in via S.Bartolo a Cintoia (dal nome del centurione che aveva preso possesso delle terre assegnateli come pensione dall'imperiale esercito romano), leggo l'orario dell'ufficio iniezioni. sono in anticipo di un'ora, risalgo in bicicletta, vado verso l'Arno, passando davanti alla Bibliotecanova dell'Isolotto - grande depuratore culturale che fa onore a questo Quartiere - costeggio l'Arno passando a fianco del campo da golf, spingo la bicicletta sul Ponte all'Indiano fornito di un provvidenziale sottopasso pedo-ciclo-motobile, faccio visita all'edificio adiacente al monumento del giovane maragià che volle qui fossero sparse le sue ceneri, edificio risistemato e finalmente utilizzato dal Comune di Firenze per iniziative culturali di cui vorrò usufruire in questi giorno di fine estate, riattraverso l'Arno alla passerella, ancora un percorso sul lungarno sinistro, inforco via palazzo dei diavoli, via da Montorsoli ed eccomi alla grande sede della Misericordia di Via del Sansovino. Ho già fatto tempo addietro la punturina sul polpastrello del mio indice sinistro con immediata misura della glicemia (una macchinetta più piccola di un termometro, dimensioni di una penna da computer. "Spiacente, signore, non abbiamo più l'apparecchio, lo teniamo in Via dei Mille (zona Campo di Marte). Possiamo farle la misura della glicemia tramite un prelievo del sangue, può prenotare...".
Ore 10: sono ancora digiuno, ripenso a papa Francesco che digiuna al posto di Letta che ha già mandato un paio di navi da guerra da quelle parti e già dato l'approvazione a questi poveri Stati Uniti così sempre preoccupati della nostra salute incolumità e sicurezza e così sofferenti (crisi di astinenza da missili e droni), sto divagando: ancora digiuno riprendo la bicicletta, via Sansovino, via Massa, di nuovo Bibliotecanova, via non ricordo il nome, poi via S.Bartolo che esiste solo per dare l'indirizzo all'Humanitas, ma in pratica non c'è. Ma quello che non c'è, stamani è la cortesissima infermiera dell'altra volta, assente perché trattenuta in servizio nella sede centrale di Scandicci. L'impegno del sabato è di un'ora: dalle 10 alle 11. Gli altri giorni 2 ore, una di mattina e una di pomeriggio. La misura della glicemia con la macchinetta ha un costo di 3 euro ed è immediata. Manca solo una cosa: la fila per prenotare e l'attesa per sapere l'esito. Troppo per noi italiani che ci dobbiamo abituare alle file e ai tempi di attesa. L'importante è che ci siamo liberati dall'Imu. 
PS. Il bicchiere mezzo pieno: un'ora e mezzo di bicicletta nelle strade di questo bel quartiere e sul lungarno delle Cascine hanno sicuramente fatto scendere di qualche centesimo il livello di glicemia. Pace e bene. Ma senza il berluska per piacere, o mio napoletanquirinale. Poi ce la giochiamo. Buona domenica.
Aggiornamento lunedi 9 settembre:
All'Humanitas di Via S.Bartolo, fatta verifica glicemia (121, al limite). Punturina indolore. € 3 (non soci € 6).