venerdì 25 ottobre 2013

Kafr Qaddum (villaggio della Cisgiordania, vicino a Nablus)

Murad Shtaiwi e Samir Shtaiwi (Sindaco di Kafr Qaddum) a Firenze il 24 ottobre 2013)


 Murad e Samir(primo e terzo da sinistra) in Palazzo Vecchio
dalla sala della miniatura, in Palazzo Vecchio

Kafr Qaddum, come resistere all'occupazione

Murad Shtaiwi: "La protesta nonviolenta preoccupa molto Israele poiché innesca una resistenza ragionata e soprattutto speranza".
di Eleonora Pochi
Kafr Qaddum (Cisgiordania) - Dopo gli accordi di Oslo agli abitanti di Qaddum non è neanche più consentito l'accesso alle loro terre; i coloni espropriano terreni ai palestinesi rivendicandone la proprietà. Alcuni episodi del villaggio di Qaddum sono diventati casi giudiziari e nonostante la giustizia abbia accertato il "furto di proprietà", l'occupazione continua. "E' vietato l'accesso agli arabi", spiegano rapidamente dalle torrette che costeggiano l'area intorno alla vasta colonia di Qeddumin. Nel 2008 alcuni giornalisti di Ha'aretz fecero notare ad un comandante dell'esercito che i palestinesi possedevano certificati di proprietà sui terreni ai quali gli si stava impedendo di accedere. "I documenti non mi interessano", rispose adirato. Inoltre, i coloni attaccano di frequente gli abitanti di Qaddum, incendiando le loro case, terreni, animali e olivi, alberi che rappresentano una preziosa risorsa per l'economia locale, ma anche per il sostentamento delle famiglie.
                
 Scontri durante una manifestazione a Kafr Qaddum (Foto: Jaafar Ashtiyeh/AFP/Getty Images) 

Dal 2002, la strada che porta a Nablus è stata chiusa dall'esercito israeliano, isolando maggiormente gli abitanti del paese. Grazie alla creazione di Comitato popolare basato sulla resistenza nonviolenta, ogni venerdì ci sono delle manifestazioni per ottenere la riapertura della strada ed il riconoscimento delle terre. Nelle ultime settimane l'esercito ha potenziato gli attacchi al villaggio, per reprimere la protesta pacifica degli abitanti. Secondo l'International Solidarity Movement l'esercito israeliano ha intensificato anche gli arresti attraverso rastrellamenti improvvisi, soprattutto nelle prime ore del mattino e nella notte. Vengono arrestati anche minori di età, senza alcun riguardo di trattamento rispetto agli adulti. I bambini vengono prelevati da casa o dalla strada, arrestati, interrogati, maltrattati e senza dubbio traumatizzati. "Le manifestazioni nel villaggio di Qaddum subiscono una repressione altamente violenta - racconta A. C., attivista ISM stata a Qaddum -. Molti minori vengono rapiti di notte. All'improvviso decine di militari accerchiano abitazioni, irrompono violentemente, bendano e legano ragazzini e li portano via. Inoltre l'azione repressiva dell'esercito avviene sia prima che durante una manifestazione, per intimorire i manifestanti, disarmati, e spaventarli". Il maltrattamento di minori palestinesi ad opera dell'esercito israeliano è una delle piaghe più profonde dell'occupazione in tutta la Cisgiordania.Nell'ultimo rapporto Unicef, l'agenzia ha denunciato ripetutamente l'inosservanza della Convenzione sui diritti dell'Infanzia, ratificata da Israele nel 1990.
Nell'ambito di un incontro organizzato da Assopace Palestina in collaborazione con la Rete Romana di Solidarietà per la Palestina e la Comunità Palestinese di Roma e del Lazio è stato possibile conoscere e comprendere più da vicino le difficili dinamiche che affettano la quotidianità dei palestinesi di Qaddum. "Anche se la nostra situazione è di estrema sofferenza, il nostro intento quello di lanciare un messaggio di speranza attraverso la resistenza nonviolenta - spiega Murad Shtaiwi, coordinatore del Comitato Popolare -. Ci siamo organizzati da circa tre anni per protestare contro la chiusura della strada principale che collega il nostro villaggio a Nablus, blocco che impedisce ad oltre 4mila persone di avere contatti con l'esterno. Ovviamente non protestiamo solo per la riapertura della strada. Lo sblocco è simbolico perché rappresenterebbe la liberazione dall'occupazione. La resistenza nonviolenta è un diritto di ogni popolo che vive sotto occupazione e questo genere di protesta preoccupa molto Israele poiché innesca una resistenza ragionata e soprattutto speranza. Inoltre capita che nelle manifestazioni, al nostro fianco ci siano internazionali, ma anche alcuni israeliani. E la repressione che attuano dall'esercito colpisce indistintamente tutti, perché appunto hanno paura che si possa creare un'unione tra palestinesi, internazionali e israeliani".
I lacrimogeni che usa l'esercito sono molto nocivi, inoltre spesso sono lanciati appositamente per uccidere o ferire gravemente i palestinesi. Episodi come l'uso di cani addestrati ad attaccare palestinesi inermi o l'attacchinaggio sulla moschea di foto segnaletiche di minori per terrorizzare la popolazione rendono vagamente l'idea dell'enorme stress psicologico a cui gli abitanti di Qaddum sono sottoposti. "Ci sono specifici comitati di psicologi e sociologi - spiega Murad Shtaiwi - che lavorano in coordinamento con il comitato di resistenza popolare. Offrono supporto ai minori in particolare, ma anche a genitori e insegnanti".
Il sindaco di Kafr Qaddum, Samir Shtaiwi, spiega come molto spesso i coloni siano più pericolosi dell'esercito: "Al di là dell'occupazione militare, c'è un problema umano. Uno degli slogan preferiti dai coloni è 'Il palestinese migliore è quello morto'. Ed è sconcertante. L'occupazione ovviamente non mira a danneggiare 'solo' noi palestinesi. L'obiettivo è di sradicare totalmente qualsiasi cosa costruita dai palestinesi, dalle case alla cultura. E l'esercito israeliano sta tentando di soffocare le nuove generazioni, per questo vengono perseguitati, arrestati e/o maltratti anche bambini. La resistenza nonviolenta è quella che in realtà fa più male a Israele". Nena News
Il video che segue riguarda 2 villaggi più a Sud, vicino a Hebron. Ci sono stato e conosco i protagonisti. Se hai modo e tempo iscriviti al prossimo viaggio organizzato da Luisa Morgantini per le prossime vacanze di Natale. Non te ne pentirai.

Video

giovedì 17 ottobre 2013

Olocausto come industria per far quattrini e commettere ignominie impunemente

Vengo in aiuto di Odifreddi, accusato di negazionismo.


Norman G. Finkelstein **
L'industria dell'Olocausto
Lo sfruttamento della sofferenza degli ebrei (2002)

Introduzione
Questo libro si propone di essere un'anatomia dell'Industria dell'Olocausto e un atto d'accusa nei suoi confronti. Nelle pagine che seguono, dimostrerò che «l'Olocausto» è una rappresentazione ideologica dell'Olocausto nazista. Come la maggior parte delle ideologie, mantiene un legame, per quanto labile, con la realtà. L'Olocausto non è un concetto arbitrario, si tratta piuttosto di una costruzione intrinsecamente coerente, i cui dogmi-cardine sono alla base di rilevanti interessi politici e di classe. Per meglio dire, l'Olocausto ha dimostrato di essere un'arma ideologica indispensabile grazie alla quale una delle più formidabili potenze militari del mondo, con una fedina terrificante quanto a rispetto dei diritti umani, ha acquisito lo status di «vittima», e lo stesso ha fatto il gruppo etnico  di maggior successo negli Stati Uniti. Da questo specioso status di vittima derivano dividendi considerevoli, in particolare l'immunità alle critiche, per quanto fondate esse siano. Aggiungerei che coloro che godono di questa immunità non sono sfuggiti alla corruttela morale che di norma l'accompagna. Da questo punto di vista, il ruolo di Elie Wiesel come interprete ufficiale dell'Olocausto non è un caso. Per dirla francamente, non è arrivato alla posizione che occupa grazie al suo impegno civile o al suo talento letterario: Wiesel ha questo ruolo di punta perché si limita a ripetere instancabilmente i dogmi dell'Olocausto, difendendo di conseguenza gli interessi che lo sostengono.


CAPITOLO 2
TRUFFATORI, VENDITORI E STORIA

«L'informazione sull'Olocausto» osserva Boas Evron, rispettato scrittore israeliano, è in realtà «un'operazione d'indottrinamento e di propaganda, un ribollio di slogan e una falsa visione del mondo il cui vero intendimento non è affatto la comprensione del passato, ma la manipolazione del presente.»


** figlio di due ebrei scampati dai campi di sterminio nazisti

v.  su Wikipedia


martedì 1 ottobre 2013

E fate sto governo con il Pd, avete tanti punti in comune!

"E fate sto governo con il Pd, avete tanti punti in comune!"

Ok. Andiamo al concreto. 

Al di là delle loro parole sempre bellissime, facciamo un ripasso delle loro reali posizioni palesate chiaramente dai voti in aula, su cui basare questi fantomatici punti in comune:

- con il Pd non puoi abolire l'acquisto degli F35
- con il Pd non puoi abolire i rimborsi elettorali
- con il Pd non puoi cambiare la legge elettorale, nemmeno tornare al mattarellum
- con il Pd non puoi togliere l'IMU sulla prima casa (a meno che tu non sia un pregiudicato abile ricattatore)
- con il Pd non puoi recuperare i 98 mld delle slot machines, ma manco i 2,5 mld, ma forse manco i 600 milioni...
- con il Pd non puoi combattere l'omofobia, e nemmeno studiare piani contro il femminicidio
- con il Pd non puoi far valere l'esito referendum sull'acqua pubblica
- con il Pd non puoi bloccare opere inutili come il Tav
- con il Pd non ti puoi permettere un Capo dello Stato come Rodotà
- con il Pd non puoi ritirare le truppe dall'Afghanistan
- con il Pd non puoi ristrutturare lo schema dell'ISEE in modo che non sia offensivo per le persone disabili (!!!)
- con il Pd non puoi parlare di Mes, Fiscal Compact, e altri temi europei non pervenuti
- con il Pd non puoi ripristinare tutti i fondi necessari alla scuola
- con il Pd non puoi pensare a un nuovo modello di sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale
- con il Pd non puoi fare il politometro
- con il Pd non puoi creare il fondo per il microcredito per le PMI
- con il Pd non puoi salvare Telecom
- con il Pd non puoi dire agli americani che l'Italia non va in guerra e non mette nemmeno a disposizione le sue basi militari
- con il Pd non puoi abolire l'IRAP per chi assume giovani
- con il Pd non puoi essere certo di avere a che fare con persone incensurate
- con il Pd non puoi bloccare gli inceneritori
- con il Pd non puoi vietare gli OGM
- con il Pd non puoi bloccare l'EXPO 2015
- con il Pd non puoi tagliare le pensioni d'oro
- .....ad libitum

Ma esattamente cos'è che dobbiamo fare con il Pd? 

(Giulia Di Vita - M5S)