martedì 24 dicembre 2013

Verso Betlemme


Dedicato ai bambini di Aida (Betlemme)
(di Banksy)

LA NOTTE SANTA

di Guido Gozzano


- Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell'osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.

Il campanile scocca
lentamente le sei.

- Avete un po' di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po' di posto per me e per Giuseppe?
- Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe

Il campanile scocca
lentamente le sette.

- Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
- Tutto l'albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
Tentate al Cervo Bianco, quell'osteria più sotto.

Il campanile scocca
lentamente le otto.

- O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!
- S'attende la cometa. Tutto l'albergo ho pieno
d'astronomi e di dotti, qui giunti d'ogni dove.

Il campanile scocca
lentamente le nove.

- Ostessa dei Tre Merli, pietà d'una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!
- Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci...

Il campanile scocca
lentamente le dieci.

- Oste di Cesarea... - Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L'albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell'alta e bassa gente.

Il campanile scocca
le undici lentamente.

La neve! - ecco una stalla! - Avrà posto per due?
- Che freddo! - Siamo a sosta - Ma quanta neve, quanta!
Un po' ci scalderanno quell'asino e quel bue...
Maria già trascolora, divinamente affranta...

Il campanile scocca
La Mezzanotte Santa.

 Aida,  all'interno di Betlemme, uno dei 59 campi profughi gestiti da Unrwa (UN - United Nothing) fra West Bank, Gaza, Siria, Libano e Giordania.

martedì 17 dicembre 2013

da Falcade a Belamonte

Bella trasferta sciistica da falcade a Belamonte attraverso il passo di S.Pellegrino. con gl sci da col Margherita, con la navetta da S.Pellegrino alla cabinovia dell'alpe di Lusia, con Piero (lo sherpa), Fiorella! Simone! Massimo, Fiorella! Graziella, Daniele! Antonio e la moglie. giornata di sole, senza vento, neve buona, piste ben pettinate. "Il candore del sole sulle neve ha un potere euforizzante", ha scritto non ricordo chi. Il nostro albergo a Falcade si chiama stella alpina! ottimo rapporto qualità-prezzo, consigliabile. Cristian ci porta e riporta alla seggiovia di partenza tutti i giorni. stamani l'ho sentito tribolare al telefono, alle prese con la rappresentante dell'ASL per una pratica riguardante un casottino esterno all'albergo per far delle grigliate e simili. La signora funzionaria parlava di pareti lavabili, sistemi antincendio, diavolerie varie, come occorrono per una i cucina di ristorante...

venerdì 13 dicembre 2013

FIRENZE PER GAZA



FIRENZE PER GAZA

In occasione

della ricorrenza dell’Operazione Piombo Fuso, durante la quale – dal 27 dicembre 2008 al 18 gennaio 2009 – l’esercito israeliano invase la Striscia di Gaza, sottoponendola al fuoco devastante dell’artiglieria ed ai bombardamenti dell’aviazione e della marina, che lasciarono dietro di sé una lunga scia di sangue palestinese, con i suoi 1.419 morti, i 5.360 feriti e la distruzione totale o parziale di almeno 5.356 edifici, in un territorio già profondamente prostrato da un prolungato assedio e che è destinato ora a rimanere pericolosamente inquinato in modo permanente,

invita

tutte le organizzazioni e le associazioni, i partiti politici e i comitati della società civile della città di Firenze e della sua Provincia, insieme a tutta la cittadinanza ancora sensibile ai valori del rispetto e della difesa dei diritti civili e umanitari di tutti i popoli


a  partecipare al

presidio in Piazza della Repubblica Sabato 11 Gennaio 2014    ore 15.30- 19.00

con: microfono aperto, letture, musica, performance teatrale


GIORNATE DELLA MEMORIA
DEL GENOCIDIO DEI PALESTINESI A GAZA

“… Prendete un pezzo di terra di 40 km per 5 e chiamatelo Gaza poi riempitelo con 1.400.000 abitanti palestinesi. Circondatelo con il mare a Ovest, l’Egitto a Sud, Israele a Nord e a Est e chiamatela “terra dei terroristi”. Poi dichiaratele guerra e invadetela con 232 carri armati, 687 blindati, 43 postazioni di lancio per jet da combattimento, 346 mortai, 3 satelliti spia, 64 informatori, 12 spie infiltrate e 8000 soldati. Ora dite che è per la difesa di Israele. E dichiarate che eviterete di colpire la popolazione civile…”                                                       (Raja Chemayel)
       
A partire dal 27 Dicembre 2008 e fino al 18 Gennaio 2009, con l’offensiva militare denominata “Piombo fuso”,  il governo di Israele ha compiuto uno dei più efferati massacri di tutta la storia dell’occupazione dei Territori Palestinesi. Il popolo di Gaza, già profondamente colpito da un lungo ed estenuante embargo è stato lasciato solo di fronte al criminale sterminio:

1419 Palestinesi uccisi, dei quali 1167 erano civili (318 bambini, 111 donne, 6 medici, 2 operatori ONU, 6 giornalisti)
5360 feriti, dei quali 1600 bambini e 830 donne. Moltissimi resteranno permanentemente invalidi e si registra una grande incidenza di tumori e di neonati con malformazioni causate dagli effetti di armi all’uranio e fosforo bianco.
Totalmente distrutte 2114 abitazioni e 3242 gravemente danneggiate con il coinvolgimento di almeno 20.000 civili.
Bombardati intenzionalmente, con 1 milione di kg di bombe, 16 ospedali, 215 cliniche mediche, 28 ambulanze, 21 scuole, 19 moschee, 167 stabilimenti industriali. Contaminati migliaia di ettari di campi coltivati.

       Troppe voci in Europa e nel mondo, distratte sulle evidenti violazioni ma interessate soltanto a salvaguardare interessi economici, hanno continuato a sostenere Israele fino a quando il suo criminale governo si è sentito autorizzato a concludere l’operazione “Piombo fuso” con veri e propri crimini contro l’umanità, l’uso sulla popolazione civile di “armi di distruzione di massa” tassativamente proibite dal Diritto Internazionale, le micidiali “bombe DIME” che hanno ucciso tagliando a pezzi i corpi e le terribili “bombe al fosforo bianco” che hanno provocato ustioni inestinguibili per giorni e ferite difficilmente rimarginabili. 
       Il Consiglio per i diritti umani e l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite hanno definito “crimine di guerra” il genocidio a Gaza, ma non siamo ancora arrivati alla condanna di questo massacro attraverso un giudizio della Corte Penale Internazionale, nonostante dell’uso di armi di distruzione di massa da parte di Israele e  la totale violazione del diritto internazionale, dei diritti umani, della  Convenzione di Ginevra. 

E le violazioni continuano in tutta la Palestina con l’ampliamento del “muro di separazione” e con le innumerevoli restrizioni alla libertà di movimento, con l’impossibilità di lavorare, di curarsi, di coltivare la terra, di visitare i parenti. E’ di nuovo silenzio sulle terribili condizioni di vita e le difficoltà di sussistenza, non solo a Gaza, ma a Gerusalemme est e in tutti i Territori Occupati della Palestina.





DAYS  TO  REMEMBER  THE  GENOCIDE
OF THE  PALESTINIANS OF GAZA

“… Take a piece of land of  40 km by 5 and call it  Gaza, then fill it with 1.400.000 inhabitants of  Palestinians. Surround it with the sea in the West, Egypt in the South, Israel in the North and East and call it  “land of  terrorists”. Then declare war and invade it with 232 tanks, 687 armored cars, 43 launching positions for combat  jets, 346 mortars, 3 spy satellites, 64 informers, 12 infiltrated  spies and 8000 soldiers. Now declare that this is to defend Israel. And declare that you avoid shooting the civilian population…”                                                                (Raja Chemayel)
       
On December 27th, 2008 onwards to January 18th, 2009, with the military assault called “Cast Lead ”, the government of Israel has accomplished one of the most barbarous massacres in the story of the occupation of the Palestinian territories.  The people of  Gaza, just deeply stroken by a long and exhausting was left alone during  the criminal slaughter:

1419 Palestinians killed, 1167 of them civilians (318 children, 111 women, 6 physicians, 2 UN-operators, 6 journalists)
5360 injured, 1600 children and 830 women. Many will remain permanently disable and a high incidence of  tumors  and  newborns is registred with malformations caused by the effects of arms containing depleted uranium and white phosphor.
Totally destroyed 2114 homes and 3242 seriously damaged , 20.000 civilians involved.
Purposely bombed with 1 million kg of bombs, 16 hospitals, 215 medical clinics, 28 ambulances, 21 schools, 19 mosques, 167 factories. Thousands of acres of cultivated soil contaminated.
   
    Too many voices in Europe and in the world are still careless with the evident violations accruing in Palestine while being interested in safeguarding economic interests and keeping on supporting Israel until his criminal government has felt authorized to conclude the operation "Cast Lead". It represents a real crime against  humanity and the civilian population for the use of weapons of mass destruction- strictly prohibited by international law-, the use of lethal "DIME bombs" that killed and cut to pieces bodies and the terrible "white phosphor bombs" that have caused burns unquenchable for days and wounds difficult to heal.

        The Human Rights Council and the General Assembly of the United Nations has defined the genocide in Gaza as "war crime”, but the International Criminal Court has not come to condemn the massacre yet, despite the use of weapons of mass destruction by Israel and the complete violation of international law, human rights and  the Geneva Convention.

Violations continue throughout Palestine with the expansion of the "wall of separation" and the numerous restrictions on freedom of movement, with the consequent inability for Palestinians to work, to heal, to cultivate the land and to visit relatives. And  still no words about the terrible living conditions and the difficulty of subsistence, not only in Gaza and East Jerusalem but in all occupied territories of Palestine.




27 Dic. 2008- 18 Genn. 2009  “Piombo fuso” sulla Palestina




27 th Dec. 2008- 18 th Jan. 2009  “CAST LEAD” on Palestine






domenica 8 dicembre 2013

8 Dicembre 2013 - Primarie PD



Pippo, comunque vada sarà un successo. Anche perché – cito Eduardo Galeano – “Si può proibire l’acqua, non la sete”. Franco (dal blog di Pippo)

Alle una e qualcosa al Circolo Arci di Via Maccari.  Pieno di gente e bancherelli, Già, oggi è la prima domenica del mese "compro,baratto e vendo". Mi faccio  largo fra lo stretto, seguo le indicazioni delle frecce (Votazioni), entro dal bar, svicolo sulla sinistra, riesco fuori, ma dentro il gazebo, carta d'identità e scheda elettorale alla mano, 2 euro, saluto Marta e le altre, mi siedo dietro un tavolino fatto a mano, ho dimenticato di ritirare la scheda elettorale, mi rialzo a prenderla, voto il terzo da sinistra, imbuco, esco con Paola nel giardino-mercatino, firmo una petizione popolare contro il tentativo di modifica,dell'articolo 138, rientriamo: via Maccari, Modigliani, Torcicoda, Aceri, Mimose, Roseto, Rododendri cloffete, clocchete. E almanacchi, almanacchi nuovi, Signore, per l'anno che viene. Che Mandela, Bargouti, Pertini, Enzo Mazzi, Andrea Gallo ce la mandino buona. 

sabato 7 dicembre 2013

Mandela è vivo, ma ancora in prigione

Clicca sulla foto, grazie.

«Non sono un terrorista, ma non sono neppure un pacifista. Sono semplicemente un normale uomo della strada palestinese, che difende la causa che ogni oppresso difende: il diritto di difendermi in assenza di ogni altro aiuto che possa venirmi da altre parti»


An ideal for which I am prepared to die

Mandela made this statement from the dock at the opening of his trial on charges of sabotage, Supreme court of South Africa, Pretoria, April 20 1964
I am the first accused. I hold a bachelor's degree in arts and practised as an attorney in Johannesburg for a number of years in partnership with Oliver Tambo. I am a convicted prisoner serving five years for leaving the country without a permit and for inciting people to go on strike at the end of May 1961.
At the outset, I want to say that the suggestion that the struggle in South Africa is under the influence of foreigners or communists is wholly incorrect. I have done whatever I did because of my experience in South Africa and my own proudly felt African background, and not because of what any outsider might have said. In my youth in the Transkei I listened to the elders of my tribe telling stories of the old days. Amongst the tales they related to me were those of wars fought by our ancestors in defence of the fatherland. The names of Dingane and Bambata, Hintsa and Makana, Squngthi and Dalasile, Moshoeshoe and Sekhukhuni, were praised as the glory of the entire African nation. I hoped then that life might offer me the opportunity to serve my people and make my own humble contribution to their freedom struggle.
Some of the things so far told to the court are true and some are untrue. I do not, however, deny that I planned sabotage. I did not plan it in a spirit of recklessness, nor because I have any love of violence. I planned it as a result of a calm and sober assessment of the political situation that had arisen after many years of tyranny, exploitation, and oppression of my people by the whites.
I admit immediately that I was one of the persons who helped to form Umkhonto we Sizwe. I deny that Umkhonto was responsible for a number of acts which clearly fell outside the policy of the organisation, and which have been charged in the indictment against us. I, and the others who started the organisation, felt that without violence there would be no way open to the African people to succeed in their struggle against the principle of white supremacy. All lawful modes of expressing opposition to this principle had been closed by legislation, and we were placed in a position in which we had either to accept a permanent state of inferiority, or to defy the government. We chose to defy the law.
We first broke the law in a way which avoided any recourse to violence; when this form was legislated against, and then the government resorted to a show of force to crush opposition to its policies, only then did we decide to answer violence with violence.
The African National Congress was formed in 1912 to defend the rights of the African people, which had been seriously curtailed. For 37 years - that is, until 1949 - it adhered strictly to a constitutional struggle. But white governments remained unmoved, and the rights of Africans became less instead of becoming greater. Even after 1949, the ANC remained determined to avoid violence. At this time, however, the decision was taken to protest against apartheid by peaceful, but unlawful, demonstrations. More than 8,500 people went to jail. Yet there was not a single instance of violence. I and 19 colleagues were convicted for organising the campaign, but our sentences were suspended mainly because the judge found that discipline and non-violence had been stressed throughout.

martedì 3 dicembre 2013

Tribunale Russel Palestinese

(clicca sul nome)
«Non sono un terrorista, ma non sono neppure un pacifista. Sono semplicemente un normale uomo della strada palestinese, che difende la causa che ogni oppresso difende: il diritto di difendermi in assenza di ogni altro aiuto che possa venirmi da altre parti».