venerdì 14 febbraio 2014

Matteo, il gatto e la volpe


Matteo, il gatto e la volpe.

Stamani ho ricevuto dal sindaco di Firenze la gratifica di "viva la resistenza" insieme a Paola mia moglie da 50 anni. Abbiamo soggiornato due ore nel Vecchio Palazzo che era in parte già in piedi al tempo di Dante (che non lo vide finito, anche perché è venuto via via allargandosi nei secoli); abbiamo visitato l'appartamento di Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo primo, un pezzo di intimità dentro a un grande cofano pieno di lusso ed esibizione di grandezza e di potere…
Ci stiamo dicendo, Paola ed io, che in futuro bisognerà cambiar nome alla festa; sarà più facile riempire il salone dei 500, quello dei 200, la sala d'armi, ( stamani strapieni e col doppio turno pomeridiano) con la chiamata a raccolta delle "coppie di fatto", altrimenti invisibili alla percezione comune.
Matteo arriva in treno da Pontassieve, viene a piedi dalla stazione al Vecchio Palazzo, come abbiamo fatto  noi sposi d'oro, parla a braccio, non ci offre il rinfresco ma apre il Palazzo da capo a piedi o da fondo a cima. Un discorso certo accattivante, la favella toscana senza il manzonismo degli stenterelli.. simpatico. Certo anche il Berluska rimane simpatico ai suoi.
Una riflessione su Renzi.
Io non trovo azzeccata la terminogia di Beppe Grillo al suo riguardo: prima ebetino, ora boss pieno di ambizione, perché non è interesse di nessuno regalare a priori il Matteo alla malavita nazionale e internazionale né ridurlo a priori infido amico congiurato a tradire il compagno di partito Letta.
Io non ho mai votato Renzi, né a sindaco né a segretario PD; a suo tempo gli ho preferito Bersani e Civati. Ma continuo a sostenere che Renzi è un prodotto della nostra società, un prodotto dell'attuale PD: da una parte rappresenta la miseria politica del PD, dall'altra la ribellione contro questa miseria. E' questo secondo aspetto che ha spinto la rinnovata direzione del PD a buttarlo allo sbaraglio contro il governo Letta. E questo è un elemento non negativo. Può essere l'ultimo attacco della cavalleria polacca contro i carrarmati tedeschi. Questo sostiene Grillo. Ma non è Grillo che Renzi deve temere.
Se lo paragono per un momento a Pinocchio, Renzi deve difendersi dal gatto e dalla volpe, cioè da re Giorgio e dal Berluska. Re Giorgio è il gatto che prima ha già mangiato, dopo averli tirati fuori dalla gabbia degli iscritti alla Trilaterale, Monti e Letta e ora si trova alle prese con un topolino non previsto mandatogli tra le gambe del suo tavolino presidenziale dai tre milioni di stupidi creduloni (definizione di Beppe Grillo) che lo hanno stravotato alle primarie PD (contro i due concorrenti). L'"ambizione" di Matteo Renzi è sostenuta dalla spinta di una base consistente che ha come sedi istituzionali i circoli Arci, le SMS, la vecchie case del popolo, piene sì, caro Beppe, di gente che balla, gioca a tombola e si diverte, ma che poi va a fare il volontariato alla Pubblica Assistenza (qui a Firenze Humanitas o Misericordia), all'AUSER, alle  mille associazioni che qui in Toscana girano intorno a case del popolo e parrocchie.
Concludo dicendo che tra il gatto e la volpe, in questo momento considero più pericoloso il gatto. Re Giorgio deve andare in pensione, da subito, per motivi di salute: la sua ma soprattutto la nostra. "Prima" che Renzi fallisca. Perché, durando Re Giorgio, Renzi è già sicuramente destinato a fallire. Quindi:
prima cosa da fare: fiducia al governo Renzi;
seconda cosa da fare: sfiducia a superGiorgio che sta facendo ormai concorrenza a Cronos.
E Grillo continui, come mi sembra che stia piano piano facendo, a modificare la tattica (non la strategia); alterni "il Principe" di Niccolò Machiavelli con "I ricordi" di Francesco Guicciardini:
« È grande errore parlare delle cose del mondo indistintamente e assolutamente e, per dire così, per regola; perché quasi tutte hanno distinzione e eccezione per la varietà delle circunstanze, le quali non si possono fermare con una medesima misura; e queste distinzione e eccezione non si truovano scritte in su' libri, ma bisogna le insegni la discrezione. »
(Francesco Guicciardini, Ricordi, 6)
Allo stesso tempo dico agli amici e compagni: non è Grillo che vi deve preoccupare, non confondiamo il grillo parlante con il gatto e la volpe, tanto meno con l'orco che giorno giorno sta assumendo sempre più (br…) le fattezze di re Giorgio.
In bocca al lupo, Matteo!

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